La redazione della Tgr della Lombardia ha protestato per la nomina a vice caporedattore della capo servizio Paola Colombo. Motivo: la giornalista è sposata con Roberto Pacchetti, condirettore della testata. (Foto: il giorno del matrimonio – VareseNews).
I giornalisti della sede regionale si sono espressi con una votazione per chiedere che la delega sia assegnata a un responsabile che non abbia legami famigiari con componenti della redazione. La direzione ha risposto ai rappresentanti sindacali con un parere aziendale che certifica la regolarità e trasparenza della nomina.
Il Comitato di redazione e il sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, hanno precisato che a essere in discussione non era la professionalità della collega, parlando piuttosto di “un problema di opportunità”.
“Ora questo problema – si legge in una nota – si rende ancora più palese dopo il voto della redazione della Tgr Lombardia, che ha approvato a larga maggioranza (48 votanti su 55 aventi diritto, 41 sì, 6 no e una scheda bianca), il documento assembleare che chiede l’affidamento della delega sulla redazione a un vicedirettore che non abbia legami famigliari con membri della redazione”.
In Rai dal 2001, Colombo è capo servizio dal 2012 e con la promozione a vice caporedattore ha lasciato immediatamente la conduzione. “La sua nomina è regolare e trasparente”, ha replicato la direzione Tgr in un documento inviato ai rappresentanti sindacali, precisando che ha preventivamente chiesto e ottenuto un parere vincolante dalle direzioni aziendali competenti.
Nel parere si legge che “la posizione lavorativa della giornalista Paola Colombo promossa a vice caporedattore non prevede interazioni dirette con il condirettore Pacchetti. Il direttore, in ogni caso, in situazioni conflittuali, verrebbe coinvolto nel processo esercitando il proprio ruolo di garanzia. È stata, comunque, segnalata ai colleghi interessati la necessità di attenersi alle disposizioni del codice etico”.
Sulla vicenda i componenti del Movimento 5 Stelle della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai si sono detti pronti a presentare un’interrogazione “perché – hanno scritto – il caso solleva un evidente problema di opportunità che merita di essere approfondito. Non si tratta di mettere in discussione le competenze e il percorso professionale della giornalista, ma il punto è che la delega sulla redazione lombarda non dovrebbe essere in capo a chi ha legami di parentela con i membri della redazione stessa”.