L’agenzia di stampa americana Associated Press non si piega alle minacce e alle ritorsioni dell’amministrazione Trump. Ha deciso, infatti, di portare in tribunale tre alti funzionari dopo che si è vista negare l’accesso agli eventi presidenziali. Il caso, depositato presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Washington D.C., rappresenta un importante scontro tra il diritto alla libertà di stampa e il controllo governativo sulla narrazione pubblica. (Foto: la sede dell’Associated Press).
Secondo AP, la decisione della Casa Bianca di escludere i suoi giornalisti sarebbe una chiara violazione del Primo Emendamento della Costituzione, che garantisce la libertà di espressione. “Negli USA tutti hanno il diritto di scegliere le proprie parole senza temere ritorsioni da parte del governo”, ha scritto la redazione nella denuncia, che cita la responsabile dello staff della White House Susan Wiles, il vice capo Taylor Budowich e l’addetta stampa Karoline Leavitt.
La nuova amministrazione, ha prontamente difeso la decisione, sostiene che l’AP abbia volutamente ignorato il cambio di denominazione voluto dal presidente Trump per il Golfo del Messico, ribattezzato ora “Golfo d’America” tramite un ordine esecutivo. Il leader del GOP stesso ha ribadito la sua posizione e ha affermato che i giornalisti dell’agenzia potranno ripresentarsi solo “quando accetteranno di usare la nuova definizione”.
L’esclusione di AP ha suscitato un’ondata di proteste nel settore dell’informazione. Circa 40 organizzazioni giornalistiche, tra cui Fox News e Newsmax, da sempre allineate con le politiche repubblicane, hanno firmato una lettera congiunta e esortato la Casa Bianca a revocare il provvedimento.
Nel frattempo, AP ha tentato di dialogare con i funzionari. La vicepresidente e redattrice esecutiva Julie Pace ha persino raggiunto la Florida per discutere la questione con Susan Wiles, senza però ottenere risultati. Secondo l’agenzia di informazione, il reale obiettivo sarebbe quello di esercitare uno specifico controllo sulla redazione e i suoi cronisti che utilizzano stylebook, un manuale di scrittura ed editing che prevede linee guida per temi ritenuti sensibili come immigrazione e transgender, utilizzato ampiamente anche da numerosi accademici e studenti. La Casa Bianca avrebbe anche cercato di influenzare le decisioni editoriali dell’agenzia, accusandola di “spingere un’agenda divisiva e di parte”.
Questa battaglia legale va quindi oltre i mancati accessi ai briefing presidenziali, affronta il tema cruciale della libertà di operare senza interferenze politiche. Il caso potrebbe dunque costituire un precedente cruciale. Se il tribunale dovesse pronunciarsi a favore di Associated Press, questo potrebbe limitare le pressioni politiche sulle redazioni giornalistiche. Al contrario, una sentenza sfavorevole fornirebbe al governo un potente strumento per interferire sulla narrazione pubblica.
Nel 2024, la libertà di stampa negli Stati Uniti ha subito un significativo peggioramento. Secondo Reporters Without Borders RSF, un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che si dedica alla tutela del diritto di espressione, gli Stati Uniti sono scesi di dieci posizioni, classificandosi al 55esimo posto.