lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

QUANDO FINISCE UN AMORE

Quando finisce un amore spesso comincia la lotta contro la solitudine come molte  esperienze ci insegnano. Conviene a questo punto considerare la necessaria educazione sentimentale, sotto vari profili psicologici e di comportamento. E ascoltare i consigli di uno psicoterapeuta.

La fine di un amore è un lutto a tutti gli effetti: la persona con cui condividevamo la vita non c’è più, ci manca, insieme alle abitudini e alla nostra vita di coppia. Uno dei motivi per cui si sta male è lo spettro della solitudine che è ciò che, dicono psicoterapeuti e sessuologi, rende più difficoltosa l’elaborazione della fine di una relazione.

Quel che succede dopo ce lo spiega Marco Rossi, psichiatra, psicoterapeuta, sessuologo clinico, nonché  presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione in una pubblicazione sul quotidiano di informazione medica  insalutenews.it

Le persone provano angoscia, temono di rimanere sole e di doversi trovare ad affrontare la vita senza qualcuno con cui condividerla. Inoltre c’è la paura di “non piacere più”, di avere difficoltà a trovare qualcuno che ci apprezzi per quello che siamo. Arrivano così le insicurezze.

Tra i miei pazienti – scrive Marco Rossi – noto che la paura più grande riguarda la sfera affettiva e della solitudine. Le persone temono di restare da sole per il resto della vita, ma non hanno paura che questa solitudine si rispecchi anche nel sesso, segno che oggi è più facile avere delle relazioni occasionali”.

Marco Rossi

“Quando finisce una relazione di solito avviene che c’è chi abbrutisce, si abbandona crogiolandosi nel dolore nella vana attesa che qualcosa cambi o, addirittura, che la persona amata possa tornare, e chi, invece, si lancia in mille avventure, diventando iperattivo.

Lanciarsi in nuove storie d’amore, il classico chiodo scaccia chiodo, può avere un effetto terapeutico, ma non è una terapia, può solo migliorare la propria autostima. C’è bisogno di investire su se stessi, a lavorare per migliorare la propria vita, facendo cose che prima evitavamo di fare: leggere, studiare, utilizzando il tempo per migliorare il nostro modo di essere.

In una puntata di Sex and the City – è sempre lo scritto di Rossi a fornirci questa riflessione – una delle protagoniste, Charlotte, dice che per riprendersi dalla fine di una storia d’amore ci vuole la metà del tempo della durata della relazione, ad esempio se la storia è durata un anno, ci vorranno almeno sei mesi per rimettersi in sesto.

Trovo questa affermazione molto divertente e pittoresca, ma farei questa considerazione: i lutti vengono superati nel giro di anni, anzi necessitano fino a un anno di tempo per potere essere elaborati. E come ho detto in precedenza la fine di una relazione è in qualche modo un lutto.

Ma è anche vero, ovviamente che non esiste una regola, che più una storia è stata lunga, più la ripresa è difficile. Le abitudini sono consolidate, la progettualità era stata realizzata. E quindi possiamo dire che è vero che la durata di una storia incide sul tempo che si impiegherà per riprendersi una volta finita. Messaggio finale “positivo”: “Perché fermarci all’amore di prima, se non è andato bene, se c’è stata una crisi ed è finito? Il resto dell’amore è nel futuro!”

e-mail: info@labastigliaweb.it

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