venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

“Coloni, vi massacreremo”. Arrestata Ahed, giovane militante palestinese

La situazione nella Striscia di Gaza viene definita da tutti gli osservatori “orribile” e “inaccettabile”. L’esercito israeliano, che ha compiuto 450 attacchi uccidendo nei tunnel alcuni comandanti di Hamas, ha arrestato in Cisgiordania la giovanissima militante palestinese Ahed Tamini che, rivolta ai coloni, aveva scritto sui social: “‘Vi massacreremo’.
Sale il numero delle  vittime a Gaza, ormai accerchiata, a causa dei bombardamenti israeliani: più di 10.000 morti, dei quali quattromila bambini. Israele ha annunciato che entro 48 ore vi sarà l’attacco finale dell’esercito nella Striscia. E mentre gli Stati Uniti fanno spostare nel Mediterraneo un sottomarino nucleare, si alza la tensione nell’intera area.
“Qualsiasi tentativo si sfollare i palestinesi da Gaza o dalla Cisgiordania sarebbe una linea rossa” per la Giordania che lo considererà “una dichiarazione di guerra”. Lo afferma, secondo il ‘Times of Israel’ e alcuni media arabi, il primo ministro giordano Khasawneh.
Il ministro degli esteri Tajani ha annunciato stamani che tutti gli italiani sono usciti dalla Striscia. Nel frattempo, il segretario di Stato americano Blinken ha concluso gli incontri con  vari leader dell’area mediorientale, ultimo il turco Erdogan, parlando poi di piccoli passi in avanti nelle  trattative per giungere a un cessate il fuoco.
Il ministro degli Esteri iraniano, Amir-Abdollahian, ha reso noto che di recente gli Stati Uniti hanno inviato un messaggio a Teheran indicando la volontà che venga stabilito un cessate il fuoco a Gaza. “Negli ultimi tre giorni abbiamo ricevuto un messaggio dagli americani che stavano cercando un cessate il fuoco – ha detto alla tv di Stato iraniana – ma in pratica hanno solo sostenuto le uccisioni di massa e il genocidio a Gaza”.

 

AHED TAMINI. Ahed Tamimi, “la bionda” dai capelli ricci per via della folta chioma di capelli riccissimi, arrestata oggi in Cisgiordania dall’esercito israeliano, da anni è una spina nel fianco di Israele. Nel 2018, a soli 17 anni, schiaffeggiò due soldati israeliani nel villaggio di Nebi Saleh. Un gesto che l’aveva trasformata nel simbolo della lotta popolare palestinese contro l’occupazione israeliana. Con lei era stata condannata la madre Narimam.

L’episodio che l’aveva portata in carcere risaliva al 19 dicembre quando, al culmine delle proteste innescate dalla decisione di Donald Trump di trasferire l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, aveva schiaffeggiato, spintonato e preso a calci due soldati israeliani che si trovavano accanto alla casa di famiglia. I due militari, ai quali la giovane aveva intimato di andarsene, non hanno reagito a quella che sembrava più una provocazione che un tentativo di fare del male.

L’incidente però era stato ripreso con il telefonino e rilanciato su Internet, acquistando grande popolarita’. Pochi giorni dopo l’esercito israeliano aveva arrestato la ragazza. La famiglia Tamimi non era nuova alle proteste: Bassem, il padre, è un noto esponente di al-Fatah, il partito del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e giocava un ruolo importante nelle proteste a Nabi Salih, villaggio a chilometrti  di Ramallah.

Questa volta la giovane, finita in manette vicino a Ramallah, per aver incitato al terrorismo,   ha scritto via social di uccidere dei coloni ebrei: “Il nostro messaggio alle mandrie di coloni è che vi aspettiamo in tutte le città della Cisgiordania, da Hebron a Jenin. Vi massacreremo e voi direte che ciò che Hitler vi ha fatto è stato un scherzo. Berremo il vostro sangue e mangeremo i vostri teschi. Andiamo, vi aspettiamo”, si legge nel post scritto in ebraico e arabo che è stato poi rimosso.

Già nel 2012, Ahed era stata ripresa mentre agitava il pugno contro soldati israeliani, guadagnandosi così un incontro con l’allora premier turco Erdoğan. Ancora, nel 2015 era stata fotografata mentre mordeva la mano di un militare nel tentativo di impedire l’arresto del fratello. Anche in Israele il video era diventato un caso: alcuni lodavano la capacità dei soldati di non reagire e altri li criticavano per essersi dimostrati deboli.

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