E’ stata contestata la premeditazione allo studente di 17 anni che ieri mattina ha accoltellato un’insegnante in un istituto professionale di Varese: lo studente ha portato il coltello da casa. Contestate poi le aggravanti dei futili motivi e dell’aver agito contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. La richiesta di convalida dell’arresto è stata presentata oggi al gip dalla Procura dei minori. L’udienza non è ancora stata fissata.
Ieri, 5 febbraio, era stato cambiato il capo di imputazione a carico del 17enne che nello stesso giorno, all’istituto superiore Enaip di Varese, aveva accoltellato una docente con tre fendenti alla schiena.
L’iniziale contestazione di lesioni aggravate era stata mutata, dalla procura dei minorenni di Milano, in tentato omicidio dopo l’analisi della potenziale pericolosità per la vita dell’insegnante. Il giovane, con i genitori, era stato sentito in Questura. A suo carico non sono risultati precedenti penali: è sconosciuto alle forze di polizia e non risulta in carico ai Servizi Sociali del Comune. Il legale del 17enne: “Il ragazzo è molto provato, non mettetelo alla gogna”.
Dell’accaduto si è occupata la Squadra Mobile di Varese: stando alle prime informazioni il giovane non avrebbe avuto altri accessi d’ira in passato né vi sarebbero stati particolari episodi con l’insegnante presa di mira che lo seguiva come tutor.
La professoressa, ricoverata per lesioni non gravi, al risveglio ha chiesto: “Come sta il ragazzo?”. Si è appreso che la docente è stata pedinata. Sull’accoltellamento si staglia l’ombra di una scommessa tra studenti. Cosa che però rimane un’ipotesi.
La docente, di 57 anni, insegna nella scuola che il minore frequenta ed è stata portata all’ospedale di Varese in codice giallo e non in pericolo di vita. La donna sarebbe stata colpita tre volte. I poliziotti hanno trovato e sequestrato l’arma, un coltello a serramanico.
Il ministro dell’Istruzione Valditara: “Lo Stato si costituirà parte civile. “Dopo questa ennesima, gravissima, aggressione nei confronti di un insegnante ribadisco l’impegno mio e del governo: i docenti e tutto il personale scolastico non saranno lasciati soli, tuteleremo la loro dignità professionale e la loro incolumità. Lo Stato, oltre a garantire la tutela legale, dovrà costituirsi parte civile per il danno di immagine arrecato con questa aggressione”.