sabato 22 Febbraio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

COMMERCIO / Gli Usa ordinano dazi per tutti. Giorni difficili per l’Italia

Il commercio mondiale è alla vigilia di uno sconvolgimento che avrà pesanti ripercussioni economiche per anni. Ciò alla luce di quanto annunciato oggi da Trump nella sua quotidiana conferenza stampa: gli Stati Uniti imporranno dazi a tutti, soprattutto a Cina e Europa. “Qualsiasi cosa i Paesi facciano pagare a noi, noi la faremo pagare a loro”

“L’Unione europea non ci tratta bene sul commercio”. Così, nel consueto linguaggio che non riesce a nascondere un atteggiamento vittimistico, il presidente ha annunciato l’introduzione di dazi reciproci nei confronti degli alleati e dei rivali commerciali.

“Se ci impongono un dazio doganale o una tassa, noi applichiamo loro esattamente lo stesso dazio o tassa, è semplice”, ha detto Trump dalla Casa Bianca, aggiungendo che sul piano commerciale gli alleati “spesso si comportano peggio dei nostri nemici. Se si guarda ai singoli Paesi e si osserva quanto ci fanno pagare, in quasi tutti i casi ci fanno pagare molto di più di quanto noi facciamo pagare loro – ha detto – quei giorni sono finiti”.

Sebbene l’annuncio di Trump sia di oggi, in vigore non è ancora entrato nulla: ci vorrà un po’ di tempo per sapere esattamente quali cambiamenti apporterà l’amministrazione Usa. Howard Lutnick, nominato da Trump segretario al commercio ha detto ai giornalisti che presenteranno nuove cifre Paese per Paese entro il 2 aprile.

Il presidente ha detto che le sue priorità sono gli esempi più “evidenti” di iniquità nel commercio, compresi i Paesi che hanno grandi eccedenze commerciali e alti tassi tariffari. Un funzionario dell’amministrazione ha detto che Trump “è più che felice di abbassare le tariffe se i Paesi vogliono abbassarle”. Ma l’amministrazione ha detto che prenderà in considerazione anche le altre imposte che i Paesi applicano alle merci importate. Peter Navarro, consigliere di Trump per il commercio, ha citato l’imposta sul valore aggiunto (IVA) dell’Unione Europea come “manifesto” di quella che l’amministrazione considera una tassa ingiusta, così riporta il New York Times.

L’annuncio è una di quelle mosse che cambiano le regole del gioco nell’attuale sistema commerciale mondiale, così come quelle sull’Ucraina o quella su Gaza stanno sconvolgendo relazioni politiche consolidate, e ancora una volta l’obiettivo è l’Europa, oltre alla Cina. Non a caso Trump ha sottolineato che i nuovi dazi verranno applicati a partire da quei Paesi con i quali gli Stati Uniti hanno il maggiore deficit commerciale.

Saranno giorni difficili per l’Italia, che nel 2024 ha accumulato un surplus commerciale di quasi 44 miliardi di dollari con Washington. In Europa siamo secondi solo la Germania, che ha un surplus di circa 89 miliardi. Cifre ben lontane dai 295 miliardi di dollari di deficit che gli Usa hanno con Pechino o i 172 miliardi con il Messico, ma che ci mettono comunque in prima fila nel ricevere le sanzioni, mascherate da dazi, di Trump.

I Paesi dell’Unione europea non impongono dazi sulle importazioni in modo autonomo: sono decisioni prese collettivamente a Bruxelles, e anche sul valore aggiunto (IVA) i tassi applicati possono oscillare tra un minimo e un massimo. Le regole sono uguali per tutti, ma dati i valori degli sbilanci i Paesi più colpiti saranno Germania e Italia. Ad aprile si vedrà se le ‘relazioni speciali’ con Trump e Musk hanno un significato reale.

Nell’analisi che spinge l’amministrazione Trump a imporre più che dazi delle vere sanzioni all’Europa c’è una colpevole dimenticanza: il surplus accumulato dagli Stati Uniti per le esportazioni dei servizi, tecnologici e non, è enorme. Se l’Europa dovesse reagire con un aggravio delle tariffe e delle imposizioni fiscali su tali servizi per il sistema delle big tech a stelle e strisce sarebbe un problema di non poco conto con prevedibili ricadute sulla politica interna americana. C’è da aggiungere che gli Stati Uniti e i colossi della Silicon Valley avversano l’attività legislativa europea che punta a introdurre norme per i social media e limiti all’Intelligenza Artificiale che potrebbero limitarne lo sviluppo nel Vecchio Continente.

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