venerdì 22 Novembre 2024

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Concessioni balneari, l’Europa avvia la procedura d’infrazione contro l’Italia

L’Europa ha avviato la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sulle concessioni balneari per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkenstein. Il passo avanti è sancito dalla lettera della Commissione Ue, contenente il parere motivato dell’esecutivo europeo sul dossier delle concessioni dei Balneari, inviata a Roma. Le concessioni, secondo la direttiva europea, dovrebbero essere messe all’asta.

Il titolo della missiva “Concessioni balneari in Italia – Violazione della Direttiva e dei Trattati in funzione dell’Ue” con il parere motivato dell’esecutivo europeo è visibile nella pagina web della Commissione che contiene e aggiorna gli atti relativi alle procedure di infrazioni aperta. La data riportata è quella odierna. Contrariamente a quanto accade di prassi, tuttavia, la lettera non è stata indicata nel comunicato stampa comunitario che, il giovedì, dà gli ultimi aggiornamenti sulla procedura.

Di conseguenza, al momento, la lettura del parere motivato non è disponibile. Uno Stato membro, una volta che riceve il parere motivato della Commissione su un caso specifico, ha due mesi di tempo per rispondere e adeguarsi alle norme Ue.

UNA VICENDA CHE SI TRASCINA DA TEMPO

LA POSIZIONE DELL’EUROPA. L’uso delle concessioni pubbliche per i beni pubblici, come le spiagge, non è stato ottimale. Ciò implica una significativa perdita di entrate con queste concessioni rinnovate automaticamente per lunghi periodi e con tassi al di sotto dei valori di mercato”.

Lo scriveva la Commissione europea in un rapporto sull’Italia allegato alle raccomandazioni specifiche per Paese. “A febbraio 2022 il governo – si legge ancora – ha introdotto una sostanziale modica alla legge sulla Concorrenza introducendo le gare aperte per le concessioni dal 2024”. Draghi chiese la discussione del nodo balneari nel Decreto Concorrenza, ma tutto restò come prima.

IN PARLAMENTO. Le commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato diedero il via libera agli emendamenti riguardanti le misure sui balneari. Gli emendamenti, presentati al decreto Milleproroghe e approvati, prevedevano la proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, concedondo cinque mesi in più di tempo per l’esercizio della delega sulla mappatura delle spiagge date in concessione, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023. Nel caso di impedimenti oggettivi all’espletamento delle gare, secondo quanto previsto dalle norme, le attuali concessioni possono restare valide fino al 31 dicembre 2025.

LA LEGA CONTRO LA DIRETTIVA BOLKESTEIN. “Massima osservanza delle direttive europee ma nel rispetto degli interessi nazionali, che per l’Italia in questo settore sono fondamentali. Gli effetti distorsivi della direttiva Bolkestein devono essere risolti e non si può prescindere dalla fotografia dello stato di fatto delle concessioni demaniali, fluviali e lacuali. La soluzione trovata sul tema delle concessioni balneari va nella direzione di ascoltare le associazioni di categoria e allo stesso tempo tutelare i sindaci e gli amministratori locali dall’eccessivo potere discrezionale che gli era stato concesso,in modo da evitare ogni possibile controversia giuridica che li riguardasse”. Avevano affermato i senatori della Lega.

ANCHE FORZA ITALIA HA INDUGIATO. Si tratta di continuare a lavorare in sede italiana ed europea per tutelare una realtà che rappresenta un pezzo importante di Pil, con migliaia di persone occupate, e che rappresenta anche la storia dell’accoglienza turistica italiana” avevano dichiarato la senatrice Licia Ronzulli capogruppo di FI, il senatore Maurizio Gasparri,vicepresidente del Senato, il senatore Dario Damiani, relatore di maggioranza del dl Milleproroghe, e il senatore Claudio Lotito, vicepresidente della commissione Bilancio.

IL PD: INCHINO AI BALNEARI. “Ennesimo pasticcio della destra sui balneari: pur di difendere le bandierine delle forze politiche che compongono la maggioranza, il governo preferisce far correre al Paese, e quindi a tutti i cittadini, il rischio di ulteriori sanzioni. E non ha neppure il coraggio di mettere la faccia sugli emendamenti che ritardano di 5 mesi il termine per avviare la mappatura del demanio marittimo, impedendo che si proceda coni bandi di gara.

Così facendo si sfidano le disposizioni del Consiglio di Stato (aveva sentenziato che le òproroghe non devono essere applicate, ndr) e si apre uno scontro con la Commissione Ue. La destra butta la palla in tribuna, dimostrando tutta la sua inadeguatezza; un altro “capolavoro” che non risolve i problemi delle imprese balneari, che rimangono sospesi, mette in discussione la realizzazione del PNRR e rischia di far pagare al Paese un conto salato con l’avvio di una procedura di infrazione” il commenta di Simona Malpezzi, presidente dei Senatori del Pd.

“Con l’approvazione degli emendamenti della maggioranza il governo si inchina ai balneari. Nella sostanza, con uno stravagante e inedito equilibrismo si da un contentino pressoché inutile ad ogni forza politica: alla Lega si promette un tavolo per discutere, a FI una proroga, a FdI un po’ più di tempo per le mappature. In questo modo non si risolvono i problemi delle imprese, si stressa il rapporto con l’Europa, si mette in discussione la realizzazione del Pnrr, con il rischio di una procedura di infrazione per il nostro Paese” ancora dichiarazioni del parlamentari Pd.

M5S: UN CRINALE PERICOLOSO. “La proroga di un anno della messa a gara delle concessioni demaniali sancisce la resa definitiva della premier Meloni e del ministro Fitto, che come è noto ha la responsabilità del Pnrr, rispetto a quanto detto in campagna elettorale e sostenuto negli anni sull’applicazione della direttiva Bolkenstein in Italia. Una resa che porta l’Italia su un crinale pericoloso, se si considera che Bruxelles solo poche settimane fa ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti del Portogallo proprio sul regime concessorio delle spiagge”, aveva dichiarato  il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5s.

E I BALNEARI? “Prendiamo atto, con rispetto, della volontà della maggioranza di governo di emanare una mini proroga di un anno della scadenza delle concessioni e di cinque mesi per regolare le gare istituendo un tavolo per la mappatura” è stata la posizione espressa al momento della proroga delle scadenze delle concessioni da Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio.

“Si tratta, del resto, di termini, di fatto, già scaduti e oramai impossibili da rispettare – precisa Capacchione – sia per quanto riguarda l’emanazione dei decreti attuativi (che doveva avvenire entro il 27 febbraio), che per le decine di migliaia di gare che i Comuni avrebbero dovuto fare entro la fine di quest’ anno. Auspichiamo che questa mini proroga serva non per applicare norme ‘pasticciate e frettolose’, ma per adottare, finalmente, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata giorni fa dal presidente Giorgia Meloni”.

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