venerdì 15 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

GIOVANI / Controllati baby gang e gruppi trapper: 40 arresti in 14 città

Oltre 500 agenti sono stati impiegati per controllare diversi gruppi giovanili in 14 province. Sequestrate armi, droga e somme per un totale di 10mila euro. Pistole, armi da taglio, tirapugni. E, ancora, centinaia di dosi di stupefacenti con decine di giovanissimi fermati e tratti in arresto. È questo il risultato di una vasta operazione in diverse città d’Italia, teatro di reati legati allo “street bullying” di alcune baby gang collegate anche al mondo dei trapper di periferia.

Arezzo, Bari, Catania, Genova, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Padova, Pescara, Reggio-Emilia, Rovigo, Salerno e Verona le province setacciate: una quarantina le persone tratte in arresto, un quarto delle quali minorenni. Altri 70 i denunciati, tra loro sono una ventina gli under 18. Sequestrati anche 10mila euro nelle operazioni che hanno individuato spaccio e aggressioni in aree anche pubbliche come parchi e plessi scolastici.

L’attività è stata svolta dalle Squadre mobili e dalle SISCO competenti che hanno anche monitorato le attività sospette svolte sui social. Gli interventi hanno riguardato soprattutto aree di aggregazione giovanile e luoghi legati al mondo dei trapper.

CHI SONO I TRAPPER

I trapper sono spesso artisti di origini umili, nati nelle periferie delle grandi città, che incarnano ancora una volta il mito, tutto capitalistico, del self-made man. Milano è la culla della trap in Italia. Anzi, sono la provincia e la periferia milanese ad aver dato i natali ad alcuni dei trapper più apprezzati. Oltre Sfera Ebbasta, Shiva e Ghali, il 2023 può essere l’anno della consacrazione per Sack.

Mentre la musica rap si concentra sulle rime parlate, i ritmi e le melodie, la musica trap può essere vista nella sua adozione di bassi esplosivi, hi-hat rapidi e melodie oscure e inquietanti. E’ un genere musicale sempre più famoso in Italia. La trap racconta di periferia, rivincita sociale, ma anche di violenza e sempre più spesso i trapper si rendono protagonisti di episodi violenti

E’ un sottogenere dell’hip hop e del rap, si distingue proprio per i testi crudi in rima nei quali gli artisti cantano apertamente di droga. E se i trapper più famosi riescono a cantare di un riscatto sociale che passa attraverso il condurre una vita agiata immersa nel lusso sfrenato, i nuovi testi si incentrano su vite al limite di rapine, aggressioni, faide.

Atteggiamenti violenti che sempre più spesso travalicano i confini dei testi scritti. La trap è un sottogenere del rap e dell’hip hop che si affermato negli Stati Uniti negli anni ’90, benché la parola in inglese significhi “trappola”, con il termine trap, i rapper facevano riferimento alle “Trap house”, ossia le vecchie case abbandonate nei ghetti di Atlanta, in cui si produceva e vendeva droga.

La trap nasce quindi per raccontare la vita di chi cresce in ghetti disagiati e che per vivere si dà allo spaccio di droga, che si trasforma in una vera trappola senza uscita. I temi più ricorrenti sono quindi lo spaccio, droga e i soldi. Ad aver portato al successo questo genere è sopratutto l’attenzione per il beat. Ecco quindi che il genere musicale si caratterizza per il massiccio utilizzo di sintetizzatori, batterie elettroniche e l’utilizzo di autotune. Il genere dai ghetti e dalle periferie raggiunge anche cantanti e rapper famosi come Rick Ross, Kanye West e Jay-Z, fino a spopolare nel resto del mondo.

In Italia la musica trap diventa spesso sinonimo di riscatto sociale, i trapper sono spesso artisti di origini umili, nati nelle periferie delle grandi città che diventano famosi grazie al loro successo sui ​social media​ e soprattutto su YouTube​, tra condivisioni e nuovi video. E se i trapper più affermati cantano delle loro origini e di un riscatto agli occhi della società, diventando spesso persone abbienti, che riescono ad abbandonare contesti disagiati, ma non dimenticandoli, le nuove generazioni si trovano invece a varcare i confini dei loro testi, rendendosi veramente protagonisti di atti violenti e faide tra gang.

Rifacendosi al modello gangsta rap, questi nuovi trapper crescono sì in contesti disagiati, ma rimangono spesso intrappolati solo in un ciclo di violenze, dove la musica rimane solo sullo sfondo e infatti, come riportato spesso da molte testate, sembra piuttosto che la violenza diventi strumento per acquisire maggiore consenso e popolarità.

Foto: un atto teppistico di un  trapper a Milano

 

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