Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione all’ambasciata svedese a Baghdad: una protesta sfociata in violenza come risposta alla copia del Corano bruciata ventidue giorni fa in Svezia, a Stoccolma, davanti a una moschera
Sono le immagini (foto di Alfredo Bosco – Ronin)a restituire quanto accaduto alla sede diplomatica, in un tira e molla tra i sostenitori dell’influente clerico sciita e leader politico iracheno Muqtada al-Sadr e la polizia irachena. Decine di uomini hanno scavalcato la recinzione del complesso e appiccato il fuoco. È stato necessario l’intervento degli agenti, intervenuta con gli idranti per disperdere i rivoltosi, e dei Vigili del Fuoco, che hanno prontamente contenuto il rogo.
In una nota del Ministero degli Esteri svedese si legge che “il personale della nostra ambasciata” a Baghdad “è al sicuro”: “Condanniamo tutti gli attacchi ai diplomatici e al personale delle organizzazioni internazionali”,. “Gli attacchi alle ambasciate e ai diplomatici costituiscono una grave violazione della Convenzione di Vienna. Le autorità irachene hanno la responsabilità di proteggere le missioni diplomatiche e il personale diplomatico”.
Il 29 giugno scorso un 37enne di origine irachena, Salwan Momika, ha preso a calci il Corano e poi lo ha bruciato sotto la protezione della polizia. L’uomo è poi stato denunciato per incitamento all’odio razziale.
“Non stiamo combattendo contro i musulmani, ma contro i loro pensieri”, ha detto il 37enne che aveva già chiesto a febbraio di seppellire il Corano fuori dall’ambasciata irachena in segno di protesta, ma la polizia gliel’aveva vietato.