mercoledì 27 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

RAZZISMO / Cori contro Maignan: chiuso lo stadio dell’Udinese

Una partita a porte chiuse per l’Udinese dopo i cori razzisti subiti dal portiere del Milan Mike Maignan durante l’ultima gara di Serie A, prossimo match in casa quindi senza pubblico sugli spalti. Il giudice sportivo ha ufficializzato la sua decisione nel comunicato diffuso il 23 gennaio, che arriva a pochi giorni da quanto accaduto nel match contro i rossoneri di Pioli.

Il portiere rossonero era stato vittima di razzismo con cori giunti dalla curva, tali cori avevano portato allo stop della partita per qualche minuto. In virtù di quanto accaduto, l’Udinese non potrà giocare davanti al proprio pubblico la prossima gara casalinga il 3 febbraio contro il Monza.

LA CRONACA. L’alta stima e considerazione che gli italiani hanno sempre riservato alla generosa popolazione friuliana si sono affievolite ieri dopo aver ascoltato e sopportato gli ululati razzisti contro il portiere del Milan, Mike Maignan, durante la partita con l’Udinese.

Terra un tempo di emigrazione, fatta di gente dura e tenace, capace di risorgere da un  terremoto devastante stupendo il mondo con città ricostruite pietra su pietra, ieri ha deluso, diciamolo con franchezza, un po’ tutti per colpa di una minoranza di tifosi. Ciò non sta a significare che tutta Udine sia così, ma è un campanello d’allarme che in Italia sta suonando con troppo ritardo. Eravamo convinti che nella comunità friulana non fiorissero sentimenti beceri e feroci contro le persone di colore, o almeno non ci aspettavamo tanto. Il Friuli è altro, non dimentichiamolo.

Però questa volta è successo di nuovo, in un luogo inaspettato, ma il calciatore preso di mira dai soliti, beceri, ululati razzisti, ha chiesto e ottenuto la sospensione della partita. Al 34° del primo tempo, Udinese-Milan, serie A, è stata interrotta per cinque minuti dall’arbitro Maresca, su sollecitazione del portiere milanista Maignan, pesantemente insultato dalla curva friulana.

Già pochi minuti prima, l’estremo difensore francese aveva ricevuto offese dagli spalti che, dopo il gol del vantaggio rossonero, segnato da Loftus-Cheek al 31°, si sono intensificati. Fino a provocare la risposta del giocatore, che ha lasciato per qualche minuto il campo, seguito dai compagni di squadra. Dopo un conciliabolo con l’arbitro e il capitano della squadra di casa, il gioco è ripreso, con l’annuncio dello speaker dello stadio che non sarebbero stati tollerati ulteriori cori razzisti. (Nella foto Reuters, Maignan protesta con l’arbitro Maresca per i cori e i versi della scimmia da parte dei tifosi dell’Udinese)

Il questore di Udine, Alfredo D’Agostino, presente sugli spalti dello stadio Friuli, ha subito avviato le indagini della Digos e dei reparti specializzati in servizio alla partita, per individuare gli autori dei cori razzisti. D’Agostino ha circoscritto l’episodio a uno sparuto gruppo di “tifosi” che si trovavano proprio dietro alla porta di Maignan.

Immediata la presa di posizione del Milan: «Nel nostro sport non c’è assolutamente posto per il razzismo: siamo sconvolti. Siamo con te, Mike», ha scritto sui social. La Lega Serie A su X ha espresso «condanna» per «ogni forma di razzismo». Dura condanna anche del presidente della Figc, Gabriele Gravina: «Nel calcio non c’è posto per il razzismo – dichiara -. Siamo solidali con Maignan e condanniamo duramente quanto accaduto a Udine. Bene ha fatto l’arbitro a sospendere la gara, non si deve giocare per forza quando accadono questi comportamenti vergognosi».

A fianco dell’estremo difensore milanista anche i “cugini” dell’Inter. «Siamo fratelli del mondo, contro ogni forma di discriminazione. Al tuo fianco Mike Maignan», ha scritto la società nerazzurra in un post su X, rispondendo al messaggio del Milan. Il cui allenatore, Stefano Pioli, ha preso le parti del giocatore offeso: «Sono dispiaciuto tantissimo per lui che è stato colpito in prima persona – ha detto al termine della partita -. È una persona così rispettosa, corretta. Sono molto fiero di allenare un ragazzo come Mike. Sono situazioni che non devono più succedere ed è giusto che gli ignoranti restino a casa e non vengano più allo stadio», ha sottolineato l’allenatore.

Al portiere rossonero è arrivata la «solidarietà» del portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury: «Pone una questione di diritti umani», scrive in un post. «Questa – aggiunge – è una questione mai affrontata da quel calcio che, in questi giorni, gioca la Supercoppa in Arabia Saudita, incurante delle violazioni dei diritti umani in quel Paese. Tutto torna, soprattutto l’indifferenza», conclude Noury.

Una certa stampa di destra, infallibile nel banalizzare, parla di tifosi più “stupidi che razzisti”, dimenticando che questi cori, gli ululati, i versi della scimmia sono pericolosi. “Pericoloso” questa parola esce a fatica, quando esce, dalla bocca dei commentatori e dei personaggi dello sport.

Dopo i gravi episodi della Dacia Arena,  il presidente della Fifa Infantino ha preso posizione sui suoi canali social, auspicando che si possa arrivare alla sconfitta a tavolino per le squadre i cui sostenitori continuino a cadere in questi comportamenti

 

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