lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DISINFORMAZIONE / Le Big Tech in Usa si arrendono alle notizie false

Seguendo l’esempio di Elon Musk, il nuovo padrone di Twitter, le grandi aziende Big Tech si stanno arrendendo alla disinformazione. Facebook e YouTube stanno abbandonando, infatti, il loro ruolo di guardiani contro le teorie del complotto in vista delle elezioni presidenziali americane dell’anno prossimo. Così il Washington Post titola un articolo di Naomi Nix e Sarah Ellison.

Che cosa denunciano le due reporter del quotidiano americano? Che i social media stanno sopprimendo il loro ruolo di guardiani (watchdog, cani da guardia) contro la disinformazione politica, rinunciando agli sforzi più incisivi per vigilare sulle falsità che vengono propalate online, in una tendenza che _ ed è qui il preoccupante allarme – dovrebbe influenzare in profondità le elezioni presidenziali del 2024.
Quali sono le avvisaglie della ritirata? I licenziamenti di massa a Meta (ex Facebook) e altre importanti aziende tecnologiche con cui sono stati eliminati i team dedicati al controllo e alla promozione delle informazioni accurate online.
Un’aggressiva battaglia legale sulle pressioni che avrebbe esercitato sulle piattaforme dei social media per mettere a tacere alcuni discorsi dell’amministrazione Biden avrebbe bloccato – secondo il giornale – un percorso chiave per individuare le interferenze elettorali. E il Ceo di X, Elon Musk, un ultraconservatore, ha subito ripristinato gli standard del settore, annullando le rigide regole contro la disinformazione sul sito noto in precedenza come Twitter.
La prova dell’influenza di Musk? Meta l’anno scorso ha considerato un piano per vietare tutta la pubblicità politica su Facebook, ma l’azienda ha accantonato la notizia dopo che Musk ha annunciato l’intenzione di trasformare il rivale Twitter in un paradiso per la libertà di parola. Questo secondo quanto riferito da due persone che conoscevano i piani e che hanno parlato con le due reporter a condizione di anonimato e descritte le questioni delicate.
Il ridimensionamento arriva pochi mesi prima delle primarie del 2024, mentre il favorito del Partito Repubblicano, Donald Trump continua a entusiasmare i suoi sostenitori con false affermazioni secondo cui frodi elettorali avrebbero causato la sua sconfitta nel 2020 in favore di Joe Biden.
Numerose, indipendenti e dettagliate indagini sulle elezioni non hanno rivelato prove di frode e Trump ora deve affrontare accuse penali federali legate ai suoi sforzi per ribaltare le elezioni. Tuttavia, YouTube, X (ex Twitter) e Meta (ex Facebook) hanno smesso di etichettare o rimuovere post che ripetono le affermazioni di Trump, anche se gli elettori ricevono sempre più notizie sui social media.
Clamorosi passi indietro, quindi, delle potenti società di social media che stanno abbandonando il loro ruolo di guardiani contro le false notizie in politica. L’apripista è stato Elon Musk. Questa inversione di tendenza, osserva il ‘Washington Post’ “ non a caso arriva prima delle primarie mentre il candidato favorito dei Repubblicani, l’ex presidente Usa, Donald Trump, continua a diffondere falsità sulla sua sconfitta nel 2020 contro l’attuale presidente Biden. L’ex presidente Usa “ha sfruttato gli standard meno stringenti nella sua recente intervista con l’ex conduttore di Fox News, Tucker Carlson, ospitato da X”

L’involuzione delle nuove pratiche aziendali viene descritta da più di una dozzina di attuali ed ex dipendenti, molti dei quali hanno parlato in condizione di anonimato per fornire dettagli sensibili. Il nuovo approccio segna un netto cambiamento rispetto alle elezioni del 2020, quando le società di social media hanno ampliato i propri sforzi per controllare la disinformazione.

Le aziende, all’epoca, temevano che si ripetesse quanto accaduto nel 2016, quando i troll russi tentarono di interferire nella campagna presidenziale Usa, trasformando le piattaforme in strumenti di manipolazione e divisione politica. Questi impegni ridotti emergono mentre le campagne di influenza segrete di Russia e Cina sono diventate più aggressive e i progressi nell’intelligenza artificiale generativa hanno creato nuovi strumenti per fuorviare gli elettori.

Gli esperti di disinformazione affermano che la dinamica verso il 2024 richiede sforzi più aggressivi per combatterla, non meno. “Musk ha preso la barra e l’ha messa a terra”, ha detto Emily Bell, professoressa al Tow Center for Digital Journalism della Columbia University, dove studia la relazione tra piattaforme tecnologiche ed editori. Per le elezioni presidenziali del 2024, la disinformazione sulle razze “sarà ancora peggiore”, ha aggiunto.

E le piattaforme di social media?  Dicono di disporre ancora di strumenti per prevenire la diffusione della disinformazione. “Rimuoviamo i contenuti che fuorviano gli elettori su come votare o incoraggiano l’interferenza nel processo democratico – ha detto in una nota la portavoce di YouTube Ivy Choi – Inoltre, mettiamo in contatto le persone con notizie e informazioni elettorali autorevoli attraverso raccomandazioni e pannelli informativi.”

La portavoce di Meta, Erin McPike, ha dichiarato che “proteggere le elezioni americane del 2024 è una delle nostre massime priorità e i nostri sforzi per l’integrità continuano a guidare il settore”.

Sulla base di quanto scritto dal Washington Post all’opinione pubblica mondiale (le elezioni americane riguardano tutti) non resta che attendere lo svolgimento della campagna per le primarie in campo repubblicano e anche democratico e poi la prevedibile nuova sfida Trump-Biden nel novembre 2024, per verificare se i controlli sulle notizie false siano ancora stringenti.

Stavolta, però, c’è un nuovo pericoloso protagonista nella lotta politica sui media e sui social: l’Intelligenza Artificiale, in grado di costruire montagne di informazioni tendenziose e fuorvianti, estremamente difficili da individuare e contrastare. Siamo destinati per questo ad arrenderci alle notizie false?

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