La Gedi ha disintegrato in pochi anni il Gruppo Espresso-Repubblica-Finegil, il potente network di giornali e periodici che abbracciava tutta l’Italia e che si era imposto sul mercato come il più influente gruppo editoriale della carta stampata.
Con una proposta di circa 40milioni di euro, Banca Finint, nelle vesti di promotore e sottoscrittore diretto, ha manifestato al Gruppo guidato John Elkann la volontà di acquistare importanti quotidiani locali del Nord Est: Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia. (Foto dal sito della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – Fnsi)
La clamorosa ritirata del Gruppo ex Fiat-Fca dall’informazione si concretizzerà a fine giugno, quando è prevista la conclusione della trattativa in esclusiva con Simint e l’annuncio della passaggio di proprietà. Anche la Gazzetta di Mantova, il più antico giornale d’Italia e d’Europa, secondo alcune indiscrezioni potrebbe rientrare nell’accordo.
Le redazioni sono in subbuglio. “Assistiamo – hanno scritto i comitati di redazione – a un progressivo e continuo impoverimento delle testate e per l’assoluta irrazionalità di una compagine che tre anni fa ha acquistato il più grande gruppo editoriale italiano, fra roboanti annunci di sviluppo dell’informazione, per poi iniziare subito a dismetterlo, pezzo dopo pezzo. Il tutto in una mera logica di “compra-vendita” finalizzata innanzitutto a svuotare le redazioni e a tagliare i costi, dimostrando uno sconsiderato disimpegno dal settore editoriale a favore dell’infotainment, verso il quale sono invece stati indirizzati molti investimenti, con l’acquisto di siti e start-up”.
Sono passati pochi anni da quando l’allora Gruppo Espresso Repubblica, fondato da Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari, passò a Carlo De Benedetti e per un brevissimo tempo ai suoi due figli che a loro volta, con l’accusa di ingratitudine da parte dello stesso De Benedetti, lo cedettero al Gruppo Gedi.
Nessuno poteva pensare che quello che era il maggior gruppo italiano venisse smantellato con una tale rapidità e con una così evidente dimostrazione di insufficiente capacità editoriale. In pochi mesi, anche in presenza di bruschi e imporvvisi cambi di direttori, le vendite hanno subito un’emorragia superiore alle cifre della crisi generale dei giornali.
Un conto è gestire il giornale aziendale, la Stampa, un altro è l’essere in grado di sviluppare le competenze necessarie per navigare nelle acque dell’editoria italiana. E così si è arrivati alla vendita a raffica della Città di Salerno, La Nuova Sardegna, le Gazzette di Modena e Reggio Emilia, la Nuova Ferrara, perfino L’Espresso.
Ad acquistare entro la fine del mese i pochi giornali rimasti in mano a Gedi è un gruppo di imprenditori del Nord Est per i quali Banca Finint opera da promotore. Tra questi spicca Enrico Marchi, patron della stessa Finint e del gruppo Save, che controlla, tra l’altro, gli aeroporti di Verona e Venezia. Della cordata – aperta si dice a nuovi ingressi- fanno parte Alessandro Banzato (Acciaierie Venete), Enrico Carraro (gruppo Carraro), Federico Dè Stefani (Sit Group), le famiglie Nalini (Carel) e Zanatta (Tecnica), oltre a Videomedia. Quest’ultima è attiva con due emittenti televisive, TvA e TeleChiara che verrebbero conferite nell’operazione.
L’obiettivo? Creare un gruppo industriale multimediale del Triveneto che guarda anche alle radio e a un’agenzia di eventi, per coprire l’informazione in ogni territorio e con ogni strumento.