giovedì 21 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DOCENTE picchiata dai genitori dopo la gogna orchestrata da due studenti

Un lunedì mattina tra pattuglie di carabinieri fuori dai cancelli, striscioni solidali per le mamme, capannelli di giornalisti e genitori all’ingresso, tra un via vai di ragazzini con lo zainetto. Questa la scena davanti alla scuola media Salvati di Scanzano, una frazione di Castellammare di Stabia, nel Napoletano. Il presidio delle forze dell’ordine si avrà da oggi “fino a quando non saranno finite le condizioni di rischio” per i docenti.

A richiedere la presenza dei militari è stata la  preside dell’istituto, Donatella Ambrosio, a seguito del “raid punitivo” contro una docente di sostegno da parte di trenta genitori e parenti di studenti, avvenuto giovedì scorso ed emerso sui social e sulla stampa soltanto ieri. E  solo nella giornata di ieri, domenica mattina, la dirigente ha presieduto un’assemblea con il personale e il corpo docente per dare rassicurazioni sulla loro incolumità.

L’AGGRESSIONE

Una insegnante di sostegno, 37 anni, giovedì scorso è finita nel mirino di una “spedizione punitiva” di circa 30 persone- genitori, nonni, parenti vari degli alunni- che hanno fatto irruzione nella scuola di Scanzano con brutte intenzioni: la docente, temendo il peggio, aveva chiamato in aiuto i suoi genitori. La situazione è degenerata in una rissa a calci e pugni. Alla fine il padre della docente ha riportato la frattura del polso e la donna un trauma cranico e solo l’intervento dei carabinieri ha consentito loro di evitare il linciaggio e uscire dalla scuola, scortati. Gli stessi uomini dell’ordine hanno poi requisito pc e telefoni delle persone coinvolte ed è stato aperto un fascicolo – al momento contro ignoti- per lesioni aggravate.

A scatenare l’ira dei famigliari degli alunni sono stati dei post e messaggi diventati virali dal titolo “L’urlo di una madre”, rintracciabili tuttora sui social, condivisi da numerose mamme di Scanzano, in cui si fa riferimento a presunti e generici “abusi” di una docente- non menzionata- verso i loro figli e si invitano altre mamme a unirsi in solidarietà alla loro protesta. Per la scuola si tratta di accuse senza fondamento, di veri e propri “fake” e si ipotizza persino che ad orchestrare il tutto siano stati alcuni alunni.

Secondo quanto sta emergendo anche sui media, a monte del raid dei genitori ci sarebbe invece un’azione diffamatoria avviata dagli studenti che lunedì scorso la stessa insegnante aveva sorpreso a fumare in bagno. Si tratterebbe di due ragazzi che sono stati segnalati e sospesi. E proprio all’indomani della sospensione sarebbero iniziate a girare voci sulla professoressa che si è vista ricevere minacce di morte via mail e sul cellulare. Da lì a poco si è diffuso sui social anche il post accusatorio  intitolato “l’urlo di una madre” che ha scosso i genitori e li ha portati a irrompere a scuola per richiedere l’allontanamento immediato della docente, iniziativa finita poi in una vera e propria azione punitiva. La docente, in conclusione, sarebbe finita in una gogna mediatica e poi vittima di un’aggressione per via della segnalazione fatta nei giorni scorsi che ha portato alla sospensione dei due studenti.

Dopo il blitz a scuola, con il passare dei giorni la tensione non è venuta meno, così come la preoccupazione del corpo docente: di lì la richiesta di un presidio delle forze dell’ordine all’ingresso dell’istituto, mentre la professoressa di sostegno resta assente per malattia,  a seguito del trauma cranico. Sull’episodio di violenza che ha visto vittima l’insegnante, il ministro Valditara ha intanto disposto una ispezione.

Cristina Rossi (agenzia Dire – www.dire.it)

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