venerdì 29 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

2024: LE DONNE DI FERRARA

Le candidature per le prossime elezioni comunali di Ferrara rendono attuale l’annosa questione della presenza femminile. Ilaria Baraldi, consigliera del Pd e portavoce delle donne democratiche, in questo articolo fa notare l’incoerenza con i proclami sulla vera parità di genere della proposta di candidatura di una donna in quanto tale, quindi stereotipata. E ne spiega il perché. A stretto giro le risponde il gruppo Finalmente 2024 che vorrebbe vederla, per le sue qualità, coordinatrice del partito, il Pd, che non a caso, però, non contempla la figura del “portavoce dei maschi democratici”.

BASTA DONNE SI’ – DONNE NO

di Ilaria Baraldi *

In queste settimane si è letto e sentito molto di una possibile candidatura femminile per le amministrative della prossima primavera. Mi ha colpito il fatto che fino ad ora se ne sia parlato “a prescindere”, ossia tentando di restare sul vago e generico principio della vantaggiosità o meno della candidatura femminile, tenendosi prudentemente lontano dalla descrizione di quale profilo femminile, o, meglio ancora, di che cosa si intenda quando si parla di candidatura femminile.

La sinistra è rimasta giustamente stordita quando poco più di un anno fa si è formato il primo governo italiano guidato da una donna, poiché quel governo è, contemporaneamente, quello più di destra che la nostra storia repubblicana abbia conosciuto.

Si è cioè creato un cortocircuito per il quale, dopo decenni di lotte femministe e dopo un buon numero di anni a raccontare di quanto fosse importante l’equità di genere e l’uguaglianza sostanziale, di quanto la politica dovesse non solo accogliere e promuovere l’azione delle donne ma essa stessa trasformarsi, adottando pratiche e modalità dell’agire delle donne (inclusività, lavoro di squadra, etica della cura), il primato della prima donna presidente del consiglio è andato a quelli di “Dio, patria e famiglia”.

L’elezione della prima donna segretaria del più grande partito della sinistra per volontà di tante e tanti elettori ha messo in evidenza non solo quanto le primarie siano capaci di mobilitare nel modo più sano e democratico le persone attorno ad un progetto, ma anche quanto conti l’interpretazione che del ruolo di leader dà una donna che abbatte gli stereotipi e vuole rimuovere gli aspetti tossici del potere patriarcale rispetto ad una donna che di quel potere è figlia consapevole; quanto conti un approccio alle questioni complesse non sanguigno e semplicistico ma fermo e approfondito, che non consideri l’avversario politico come nemico da abbattere ma come interprete di una visione sociale che si ha l’ambizione di cambiare.

In un momento storico come quello presente, disseminato di conflitti, non c’è niente di più rivoluzionario che interpretare la politica come lo spazio in cui si costruisce una alternativa.
La politica non è un ring. La politica è il luogo del pensiero che si fa azione.

Quindi la questione non è donna sì / donna no, ma ovviamente che tipo di donna, con quale formazione, linguaggio, modo di stare in politica e con quali obiettivi per la comunità.
L’unico modo per scoprire cosa ci sia “oltre al genere” è ovviamente mettere le persone che hanno manifestato disponibilità per le amministrative nella condizione di poter parlare della loro idea di città, di quali siano gli ambiti su cui puntare per svilupparla, di quali modalità di governo alternative a quelle attuali si vogliano mettere in campo, sotto il profilo istituzionale e di azioni strutturali, indagando le compatibilità delle idee e delle proposte con il lavoro svolto sin qui dalle forze politiche coinvolte, siano esse partiti o soggetti civici.

Le candidature, quando sono reali e mosse da spirito costruttivo, nel rispetto delle persone (le stesse che si candidano ma anche il corpo elettorale), non si scelgono sui giornali, non si scelgono con i sondaggi su Facebook, non si decidono lontano dal territorio, non possono essere decise da poche per quanto qualificate e legittimate persone.

Non si sceglie un candidato in quanto donna, non lo si sceglie perché è molto conosciuto.
C’è il tempo e ci sono le modalità più aperte ed inclusive per comporre un quadro che sia il più positivo e solido per affrontare una campagna elettorale che ci qualifichi davvero come alternativa.

*Consigliera del Partito Democratico e portavoce Donne democratiche di Ferrara

ILARIA HA RAGIONE, MA LO CHIEDA AL PD

Finalmente 2024 – Ferrara

Per  Ilaria Baraldi e per il PD di Ferrara (maschi e femmine).

“Buongiorno dott.ssa Baraldi, apprezziamo sempre molto la qualità dei suoi interventi, la lungimiranza delle sue proposte e la forza tranquilla che la contraddistingue.

Per quanto riguarda il suo ultimo intervento sui candidati sindaci, che abbiamo condiviso nel gruppo Finalmente 2024 e che apprezziamo, in cui dice (parafrasando in modo spiccio) che il candidato sindaco non va scelto semplicemente perché famoso e, alla stesso modo, non va scelto solo in quanto donna, lei ha perfettamente ragione.
Allo stesso modo, proprio perché un candidato non va scelto solamente in qualità del suo genere, in questo caso l’essere donna, ci piacerebbe un giorno, speriamo presto, senza nulla togliere alla qualità, allo spessore e alla caratura dei suoi colleghi maschi, vederla come coordinatrice del Pd di Ferrara, di tutto il PD, e non solo del gruppo donne.
Perchè ci scusi se lo chiediamo a lei, ma soprattutto ai suoi colleghi di partito, per caso esiste anche un coordinamento e un portavoce dei maschi all’interno del PD di Ferrara?”

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