Una maxi operazione antidroga ha avuto come risultato il sequestro di ben 195 tonnellate di cocaina in Colombia. Si tratta di un record dalla creazione della campagna navale Orion, cinque anni fa. All’operazione, durata circa un mese e mezzo e coordinata dalla marina colombiana, hanno partecipato 42 Paesi. Oltre alla cocaina sono stati eseguiti 574 arresti, e sono stati sequestrati 176 tonnellate di marijuana, 113 imbarcazioni, sei semisommergibili e due aerei.
E’ da ricordare che la rotta dei narcos, un tempo diretti in Europa con l’approdo in Calabria, a Gioia Tauro, si è spostata verso i porti del Nord Adriatico dove, secondo i servizi antidroga delle varie polizie, arrivano fiumi di cocaina dal Sud America, di eroina dal Medio Oriente e sigarette dalla Turchia. Lo dimostrano i recenti sequestri di grandi quantitativi di stupefacenti. I porti dell’Alto Adriatico con 6 tonnellate di droga sequestrate negli ultimi due anni stanno diventando l’alternativa all’approdo classico sulle banchine calabresi di Gioia Tauro. Lo smistamento della droga, in pratica, ha il suo epicentro a Trieste.
La Colombia, il più grande produttore di cocaina al mondo, ha aumentato le coltivazioni di foglie di coca di quasi il 13 per cento nel 2022, raggiungendo il record di 230mila ettari, secondo un rapporto delle Nazioni Unite. Il presidente ha proposto un cambio di approccio nella lotta alla droga che la Colombia sta conducendo con l’assistenza economica degli Stati Uniti, il principale mercato della cocaina sudamericana. La Campagna navale Orion è al decimo anno di operatività ed è appoggiata da vari Paesi, tra i quali non figura l’Italia. Sono Germania, Antigua e Barbuda, Argentina, Barbados, Belgio, Belice, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Dominica, Ecuador, Stati Uniti, El Salvador, Spagna, Francia, Grenada.
Finora Orion nel corso delle dieci edizioni dell’operazione ha consentito di sequestrare 1.273 tonnellate di droga, che hanno permesso di evitare circa 8.800 decessi e 444 mila potenziali nuovi consumatori in tutto il mondo. Con il sequestro record in un’unica operazione di questi giorni la quantità di cocaina intercettata è di proporzioni enormi, il che acuisce la lotta tra narcos e governo.
Gustavo Petro, il primo presidente di sinistra nella storia del Paese con un passato di militanza tra i guerriglieri, ha proposto e portato avanti un cambio di approccio nella lotta alla droga che la Colombia sta conducendo con l’assistenza economica degli Stati Uniti, il principale mercato della cocaina sudamericana. Petro è nato a Cieniega de Oro ed è un economista con cittadinanza anche italiana, la sua famiglia è emigrata dalla Campania. È il presidente della Colombia dal 7 agosto 2022, nonché leader del partito Colombia Humana, che fa parte della coalizione Pacto Histórico. È stato, inoltre, sindaco di Bogotà tra il 2012 e il 2015. Negli ultimi tempi Petro è stato ggetto di manifestazioni di protesta per la sua riforma agraria, ma resta sempre nel mirino dei paramiliari legati ai narcotrafficanti, gli stessi che in questi giorni hanno subito il clamoroso sequestro di droga nella campagna della marina militare, il più grande mai avvenuto al mondo.