Vittorio Sgarbi va avanti come se nulla fosse accaduto. Rilascia un’intervista in cui si definisce un “immortale”. «Ha ragione Vittorio Feltri: la verità è che sono immortale» dice infatti a Fabrizio Ronconi del Corriere della Sera «Sto andando a Pratola Peligna, in provincia di Sulmona: c’è la processione per la Madonna della Libera, anche se io sono più devoto a Giorgia Meloni…»).
Dopo le dimissioni da sottosegretario alla Cultura, molti credevano che Sgarbi avesse chiuso con la politica, ma lui stesso ha smentito queste voci. La sua candidatura alle europee nella Circoscrizione Sud ha sorpreso e scomposto, però, gli equilibri interni a Fratelli d’Italia. Come sottolinea lo stesso Roncone, i leader locali del partito sono rimasti “sotto shock” di fronte alla sua decisione. La notorietà di Sgarbi potrebbe infatti ridimensionare le ambizioni europee di altri candidati influenti del partito, provocando malcontento e stupore tra i suoi stessi alleati.
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Sgarbi è noto non solo per il suo impegno politico nel centrodestra ma anche per il suo legame con il mondo dell’arte. Tuttavia, la sua carriera è stata anche segnata da controversie legali e accuse, come quelle relative al famoso caso del dipinto “La Cattura di San Pietro”.
Dopo l’inchiesta del Fatto Quotidiano – per una serie di consulenze, tutte pagate, nonostante l’incarico di governo – e le tre indagini aperte da tre Procure diverse, la più grave delle quali è quella relativa al famoso dipinto di Manetti (La Cattura di San Pietro) con l’accusa di «riciclaggio di beni culturali» – la carriera di Sgarbi sembrava arrivata al capolinea. Ma il critico e presidente della Fondazione Ferrara Arte è un “immortale”, anche se stavolta con l’aiutino di Giorgia Meloni.