Un sindaco rieletto a suon di voti ma che si lascia andare a frasi volgari e sessiste all’indirizzo dell’avversario sconfitto e della compagna, Ilaria Cucchi. Il tutto registrato in una telefonata diffusa sui social. Insomma, una vittoria elettorale netta “sporcata” dalla volgarità di chi non ha saputo vincere con lo stile che si richiede a un uomo delle istituzioni. Fabbri dichiara che nella conversazione privata registrata da Anselmo lui non esiste.
LA CRONACA. Alan Fabbri, sindaco di Ferrara appena rieletto, si è lamentato del fatto che non è stato chiamato dall’avversario Fabio Anselmo per le congratulazioni, cosa che invece ha fatto Stefano Bonaccini. “Questa è la differenza tra chi ha classe nella politica e chi no” ha detto di fronte ai giornalisti.
Il motivo però lo spiega lo stesso Anselmo, rivelando che nel pomeriggio di lunedì, a risultato ormai acquisito, ha ricevuto una telefonata – registrata – dall’ex assessore Marco Gulinelli.
Nel corso della telefonata, “si sente chiaramente la voce di Fabbri in sottofondo che dice «Anselmo fat dar in tal cul! fat dar in tal c..! ti e cl’altra put…». Testuali parole del sindaco, questo è stato l’onore delle armi”. La parola put… pronunciata dal sindaco era riferita alla senatrice Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. Gulinelli poco prima aveva fatto le congratulazioni ad Anselmo per l’anniversario che aveva appena festeggiato con la compagna.
La senatrice Ilaria Cucchi ha replicato con parole durissime alla “volgarità senza limiti di Fabbri e su Fb parla di parole sessiste e machiste. “La telefonata di Gulinelli e Fabbri – ha scritto la compagna di Fabio Anselmo – è un gravissimo insulto a noi, ma anche alle istituzioni e a tutti i cittadini e cittadine di Ferrara”.
“Non ci sono parole per descrivere quello che hanno fatto il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, e il suo fedele amico e assessore Marco Gulinelli.
In sintesi è successo questo. A Ferrara è il giorno dello spoglio dei voti, dopo le elezioni del weekend. Le prime proiezioni danno la vittoria al sindaco uscente, Fabbri. Fabio è candidato, ha perso. Riceve una chiamata: è l’assessore Gulinelli, che ha vinto. Non sa cosa aspettarsi, ma conoscendo bene il soggetto, è pronto a tutto, o quasi. Succede.
Gulinelli chiama perché ha una bella pensata, che si può riassumere così. Perché non deridere l’avversario, e già che ci siamo insultare i suoi affetti? Sorpresa: ci pensano in due, perché in sottofondo c’è anche il sindaco.
Quello che vi sto dicendo è tutto vero. Ci deridono, ci insultano, mi insultano in maniera sessista. Con delle parole talmente volgari da essere vomitevoli. Fabbri non si presenta, ma la voce è inconfondibile: Gulinelli non nega che ci sia anche lui”.
“Quello che accade dopo, poi. Invece di chiedere scusa e rimediare (se possibile) allo schifo di cui si sono resi responsabili, rincarano la dose. L’assessore Gulinelli pubblica un post in cui è al telefono. La scritta della foto recita: “Se telefonando io”. L’ennesimo insulto.
Tutto questo è partito da una foto. Una foto che abbiamo pubblicato sui nostri profili per condividere un momento di felicità: il nostro anniversario. Forse, ci tenevano soltanto a rovinarlo. Forse, questo è ancora più grave. E triste. Grazie per tutti i messaggi che ho e abbiamo ricevuto in queste ore, siete la nostra forza”.
Su Fb la dichiarazione di Fabbri: “La prassi e l’eleganza politica vogliono che il candidato sconfitto chiami il candidato vincitore per congratularsi del risultato ottenuto, come feci anche io da sconfitto contro Stefano Bonaccini alle regionali.
Non solo questo non è avvenuto, dichiarando addirittura ai giornali che farà di tutto per non farmi arrivare al termine dei 5 anni, ma è stata addirittura registrata una conversazione privata, in cui io non esisto, dandola in pasto ai media locali e nazionali che ne hanno ricamato l’ennesima storia che non mi vede coinvolto.
Un metodo che rispecchia l’unico vero obiettivo dell’avvocato e ex-candidato sindaco Anselmo: ottenere ulteriore visibilità, forse in vista di qualche altra nomina politica. Credo però che sia il momento, per chi è uscito clamorosamente sconfitto da queste elezioni, di riflettere sui modi ma soprattutto sui contenuti dell’opposizione che vorrà costruire, ammesso che un avvocato di tanta fama voglia davvero sedere nei banchi del consiglio comunale”.
Carlo Srebout
Direi che la qualità del nostro domani dipende proprio da noi, dalla qualità del nostro essere cittadine e cittadini, dalla natura dei nostri gesti, dall’intima essenza dei nostri pensieri. Appartengo a coloro che non si sono mai illusi di vincere questa competizione elettorale perché in città si respira un’aria mesta, cattiva, brutale, ma ciò non significa che non si debbano stimolare gli anticorpi necessari come il lavoro straordinario di Finalmente 2024 sulla felicità urbana. Ciò che questa campagna elettorale ha evidenziato, infatti, è che ci sono donne e uomini ferraresi che si oppongono ad un sistema intriso di cultura antidemocratica e che non condivide nemmeno i prerequisiti essenziali dell’agone politico: rispetto, dialogo, tolleranza. Andiamo avanti perché un domani, si, ci sarà.
Elena Lamponi
A FERRARA CI SONO DONNE E DONNE.
Evidentemente loro ,a casa loro , a madri, fidanzate, mogli e sorelle si rivolgono così.
O forse , vista l’accusa rivolta giusto poche ore prima mi pare a Talmelli di non avere “difeso” ( non offeso ma “non difeso”) una loro candita offesa al seggio da un elettore si possono offendere tranquillamente solo le donne che non la pensano come loro .
Anche di questo bisogna prendere atto .