sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Il sindaco di Ferrara: “Pd candidato a perdere” / Trapattoni: non dire gatto…

Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri ha inviato alle redazioni un intervento per commentare “le ultime dichiarazioni di portavoce ed esponenti delle componenti territoriali legate a Elly Schlein e Stefano Bonaccini”.

Da un sindaco ci saremmo aspettati, a pochi mesi dalle elezioni comunali, qualcosa di più concreto e all’altezza del suo ruolo.. Non critiche all’opposizione su come sta organizzando la campagna elettorale. La nota invita ad alcune osservazioni. La prima, che senso ha un comunicato per confutare affermazioni di esponenti del Partito Democratico? E’ inusuale vedere un sindaco mettere sull’avviso l’avversario. Anzi, il tutto alimenta un interrogativo: l’opposizione che si dà da fare è una strategia sbagliata o, sotto sotto, la si teme? Nel 2019 per la Destra è stata quasi una pacchia. Nel 2024 forse sarà più arduo vincere il ballottaggio.

La nota dell’ufficio comunicazione inizia affermando che “più si procede nel percorso verso le elezioni più emerge chiaramente che il Pd, nelle sue svariate correnti, è unito solo da un programma elettorale anti-Fabbri”.

Anche qui si può eccepire qualcosa: e in che direzione dovrebbe essere indirizzato un programma? Forse pro-Fabbri e a favore della Destra? E quanto alle correnti, l’Italia non se le fa certo mancare, neanche nelle assemblee di condominio. Quante correnti ci sono nella Lega? e quante in Fratelli d’Italia? tutto liscio in Forza Italia?

“Pensavamo di confrontarci – si dispiace Fabbri – su idee, proposte, progetti, visioni strategiche della città del futuro e invece, ancora una volta, ciò che emerge è solo un ‘programma – contro l’Amministrazione. Addirittura pare si siano inventati i tavoli anti-Fabbri in vista dell’imminente congresso, mentre tentano di fare capolino alcuni candidati, veri o presunti non è dato sapere”.

In una fase pre-elettorale è pacifico veder spuntare nomi di persone che potrebbero risultare buoni candidati. Se veri o presunti lo si saprà solo quando ci sarà un accordo sui nomi e sulle liste.

Non si capisce se i ‘tavoli anti-Fabbri’ siano una riduzione giornalistica o virgolettati degli ignoti avversari (è quanto scrive estense.com)  ma a ogni modo a Fabbri “dispiace perché, a causa del vuoto che sta esprimendo il Partito democratico, la campagna elettorale non potrà essere, stante le premesse, un’occasione per confrontarsi sui contenuti, ma rischia di essere la solita nota stonata di un partito, il Pd appunto, che in assenza di capacità costruttiva, sa solo dire ‘no’ a tutto”.

Ma sui contenuti una parte dell’opinione pubblica si è già espressa. L’ufficio comunicazione dev’essersi distratto se non ha preso nota delle critiche e delle proteste per il mega concerto del Boss al parco urbano, per la penosa occupazione di Piazza Trento e Trieste con bagni chimici e transenne, per la vicenda Feris e altro, tra cui, da non trascurare, la flessione del turismo e la sopravvalutazione accademica dei benefici dei concerti. Il “dispiacere” che assale il sindaco per la mancanza di contenuti è un giochino vecchio e alquanto stucchevole.

Il sindaco aggiunge: “Cambiano i segretari, cambiano le correnti, ma rimane il solito e vecchio Pd di sempre, oscurantista e carico di risentimento e odio, non solo politico, per aver perso le elezioni, candidandosi così a una seconda sconfitta. Il Pd di Ferrara si pone oggi solo come un partito-contro. Per il resto è nebbia fitta in val padana”.

Il solito e vecchio Pd di sempre, oscurantista e carico di risentimento e odio, non solo politico… Detto e scritto da un sindaco di un partito che ammira e condivide le sciocchezze di un generale “illuminato”, tollerante, indulgente e sereno nei giudizi come Vannacci  potrebbe apparire come una presa in giro. Chicca finale: il Pd si candida a perdere una seconda volta.  Possibile, com’è possibile, però, e converrete, che anche Fabbri si candidi a una prima sconfitta.

Stando così le cose e  in presenza di sparate del genere, occorre rispolverare il pensiero del più grande filosofo contemporaneo: Giovanni Trapattoni. “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. (PdA)

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