Nella notte un attacco da parte dell’aviazione israeliana sulla striscia di Gaza ha provocato 45 morti civili, tra cui molte donne e bambini, e decine di feriti. Colpita una tendopoli a nord ovest di Rafah, in un’area umanitaria al confine con l’Egitto. La versione dell’esercito israeliano è che l’obiettivo era un compound nell’area di Tal as Sultan – vicino al quartier generale dell’ONU per i rifugiati palestinesi – in cui ci sarebbe stata una riunione importante di Hamas. L’esercito israeliano sarebbe riuscito a uccidere due comandanti di alto livello del movimento islamista-palestinese.
L’incendio avrebbe poi causato anche la morte dei civili nella tendopoli vicina. Per l’Autorità Nazionale Palestinese è “un attacco atroce, senza precedenti” e arriva solo a pochi giorni dall’ordine della Corte internazionale di giustizia dell’Aja di fermare le operazioni militari a Rafah, nella parte più a sud dell’enclave palestinese. Un’operazione che preoccupa molto la comunità internazionale, perché proprio in quell’area è forte la presenza degli sfollati palestinesi da Gaza City. Tutto questo arriva anche alla vigilia della ripresa dei negoziati, che dovrebbe avvenire domani al Cairo. Al momento però Hamas ha fatto sapere che non si siederà al tavolo se non ci sarà uno stop definitivo dei bombardamenti.
Particolarmente critico con Israele il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Doveva fermarsi, non ci ha ascoltato. Così Israele sta seminando odio che si ripercuoterà sui figli. Abbiamo detto tutti, di tutti gli Stati, comunità, arabi, occidentali, che su Rafah Israele doveva fermarsi perché un attacco militare avrebbe necessariamente dei danni collaterali, dei danni ulteriori sui civili innocenti. Avrebbe creato enormi problemi di migrazioni, di spostamenti, di persone che rimanevano senza neanche la possibilità di avere un tetto sopra la casa o nulla da mangiare, che doveva tenere conto di tutte queste cose nel condurre le sue azioni, e non siamo stati ascoltati”. Questo in sintesi quanto detto da Crosetto in una intervista a Sky TG24-
Un atto “barbaro”: il ministro degli Esteri dell’Irlanda, Micheal Martin, ha definito in questi termini il bombardamento condotto da Israele su una tendopoli di persone sfollate nell’area di Rafah. Non si può bombardare una zona del genere senza causare conseguenze scioccanti per bambini innocenti e civili”. Il ministro ha concluso invitando Israele a fermare la sua offensiva militare.
“Alzare la voce” non solo per “un cessate il fuoco immediato” ma anche per “supportare il diritto internazionale e l’Onu”: questo l’appello del ministro degli Esteri della Spagna, Jose Manuel Albares. Il dirigente ha tenuto una conferenza stampa insieme con gli omologhi di Norvegia e Irlanda, Paesi che hanno preannunciato il riconoscimento di uno Stato di Palestina. “La gravità”, ha detto Albares in riferimento al raid, che ha colpito una tendopoli nell’area di Rafah, “è ancora maggiore perché c’è stata una decisione della Corte internazionale di giustizia, che, voglio ricordarlo ancora una volta, è vincolante e obbligatoria per tutti”. Il ministro ha aggiunto: “Credo che questa volta dobbiamo alzare la nostra voce non solo per un cessate il fuoco immediato ma anche per sostenere il diritto internazionale e l’Onu”. Secondo Albares, la Spagna chiederà oggi agli altri 26 Stati membri rappresentati al Consiglio Ue di supportare “in modo ufficiale” quanto stabilito della Corte internazionale di giustizia e adottare misure affinché la decisione del tribunale sia attuata da Israele.