Alla Conferenza di Monaco per la sicurezza il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha ha dato una dura risposta e un secco no al vicepresidente degli Stati Uniti, Vance, che lo aveva invitato a collaborare con gli estremisti di destra di Afd .
In un intervento interrotto da scroscianti applausi, Scholz ha ringraziato il vice di Trump per la sua visita al campo di concentramento di Dachau, ma ha poi denunciato “l’incompatibilità” della condanna del nazismo con il sostegno a una formazione politica che a quel crudele passato si ricollega.
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Il 23 febbraio in Germania si voterà per le politiche e Vance non ha voluto incontrare Scholz, bensì il suo avversario conservatore, il presidente della Cdu, Friedrich Merz e, soprattutto, la leader di Afd, Alice Weidel. Il faccia a faccia tra Vance e la Weidel, che già aveva goduto dell’appoggio di Elon Musk, è stato per il cancelliere Scholz più di un’ingerenza, è un affronto all’identità della Germania postbellica.
“Non accetteremo – riportano sul discorso di Scholz le agenzie di stampa internazionale – che estranei intervengano nella nostra democrazia, nelle nostre elezioni, nella formazione democratica dell’opinione a favore di questo partito. Ciò non è appropriato, soprattutto tra amici e alleati, e noi lo respingiamo. Siamo noi che decidiamo il futuro della nostra democrazia. Nessuno dall’estero può venire a dirci di collaborare con Afd, soprattutto guardando al passato della nostra nazione”, ha continuato il cancelliere, che ha rivendicato la necessità di escludere Afd dalla responsabilità politica.
Un “muro di fuoco” che ieri il vicepresidente degli Stati Uniti ha chiesto esplicitamente di abbattere. Ma la Germania non vuole sentire dall’America lezioni nemmeno sulla libertà di espressione che non può tutelare le manifestazioni di odio. Quanto all’Ucraina, Scholz ha ribadito che non è accettabile una trattativa che escluda dal tavolo Kiev e l’Europa così come “inaccettabile” è stato l’intervento pronunciato ieri a Monaco da Vance che il Cancelliere invita a non minimizzare.
Che cosa ha detto Vance a Monaco, sdoganando di fatto i filonazisti: «A Washington c’è un nuovo sceriffo. La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per cordoni sanitari». Il riferimento è stato alla Brandmauer, la diga anti-Afd, che nei sondaggi è seconda dietro alla Cdu. «Non c’è democrazia tedesca, americana o europea che può sopravvivere quando dice a milioni di elettori che i loro pensieri e le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste non sono valide o degne di essere prese in considerazione», ha aggiunto Vance, scimmiottando le parole di Alice Weidel. «Se scappate per paura dei vostri stessi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per voi» ha avvisato Vance.
UCRAINA, L’UE ESCLUSA DAL NEGOZIATO
Nessun posto per l’Europa al tavolo del negoziato. L’inviato di Donald Trump per l’Ucraina lo ha detto a chiare lettere anche oggi a Monaco: non c’è alcuna sedia per l’Ue, che pure si agita per farsi largo. Accettiamo “proposte e idee”, ma finisce qui, ha spiegato l’ex generale americano, mentre l’Unione europea prova a far fronte comune.
Da Parigi rimbalzano indiscrezioni sulla proposta avanzata da Macron di un vertice dei capi di Stato e di governo europei da tenersi nella capitale francese nella giornata di lunedì. Potrebbe essere allargato anche agli Usa: nulla di definito, “ci stiamo lavorando”, hanno confermato fonti dell’Eliseo e del governo italiano, nelle stesse ore in cui Zelensky ha tentato un colpo a sorpresa. Durante la sua partecipazione alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza ha annunciato la disponibilità di Kiev a ragionare su un ritorno ai confini precedenti al 2022.
Sembra che Stati Uniti e Russia abbiano intrapreso in Arabia Saudita trattative sull’Ucraina “top secret”.
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Nota (PdA). E’ triste per noi europei assistere al mediocre spettacolo offerto a Monaco di Baviera dal numero due (meglio definirlo numero tre) degli Stati Uniti, J.D. Vance, che di fatto ha sdoganato la formazione filonazista della Weidel, Afd, data in forte ascesa dai sondaggi. Il vice sceriffo di Trump, per fare bingo, si è scagliato anche contro la censura, ovvero la diga europea contro le false notizie di cui gli oligarchi dei social sono imbattibili specialisti. Parole in stridente e sfacciato contrasto con quelle, nobili e di spessore, del 26 giugno 1963 quando John Kennedy pronunciò a Berlino la celebre frase “Ich bin ein Berliner” (sono un berlinese). Era un momento cruciale della Guerra fredda e Berlino il luogo simbolo della contrapposizione tra i due blocchi. Nell’estate di un anno prima infatti era stata portata a termine la costruzione del Muro che divideva la Berlino occidentale dalla Berlino comunista. Quelle parole furono un messaggio di sfida e di condanna all’Unione Sovietica e allo stesso tempo una manifestazione di grande solidarietà e di sostegno morale ai berlinesi, che di fatto vivevano in una enclave all’interno della Germania Est, dalla quale temevano un’invasione. Oggi le parole di Vance sono invece la mediocre espressione del nuovo corso della Destra e dell’imperante tecno-fascismo americano, e Berlino, con le elezioni politiche tra una settimana, ritorna il luogo simbolo della nuova contrapposizione stavolta tra l’America aggressiva e suprematista di Trump e l’Europa dei diritti e della libertà, oggi in apparenza debole e disunita, ma che, è bene ricordare, non va mai sottovalutata.