E’ l’America, bellezza, e voi potenti non potete farci nulla. Saranno pur sempre la patria del capitalismo duro e a tratti feroce, ma in quanto a violazione delle leggi e al contrasto della prepotenza gli Stati Uniti non sgarrano e vanno avanti come un treno, retaggio del rigore calvinista che differenzia quel grande Paese da un’Italia provinciale e un po’ vigliacca dove domina il mercato delle indulgenze, soprattutto nei confronti di chi ostenta potere e privilegi.
La notizia del giorno è un’ulteriore conferma di quanto in un Paese notoriamente benevolo e di maglie larghe con i ricchi, chi la fa l’aspetti. Ancora una volta sotto esame dei giudici sono state le conseguenze provocate dall’insurrezione di Donald Trump dopo la sconfitta alle presidenziali del 2020. Un esito al quale l’ex presidente sconfitto non si è mai rassegnato, anche a costo di provocare un ‘insurrezione dei suoi fanatici e bizzarri sostenitori e di portarlo sul banco degli imputati.
Il suo avvocato di allora, Rudy Giuliani, celebratissimo ex sindaco dal pugno duro di New York, repubblicano di destra-destra, aveva diffamato due donne afroamericane, Ruby Freeman e la figlia Wandrea Shaye Moss, impegnate come scrutatrici ad Atlanta, in Georgia, durante le presidenzial del 2020 vinte da Joe Biden. Ebbene, udite udite, il tribunale federale di Washington, ha condannato Giuliani a pagare un risarcimento di 148 milioni di dollari alle due donne.
Morale: la vita e l’onorabilità di due donne afroamericane valgono quanto la vita e l’onorabilità di un potente. Le cifre son queste e non si scherza. La libertà di espressione – che spesso i media italiani dimenticano a vantaggio di un’informazione con il manganello spesso non suffragrata da fatti – non va mai confusa con la libertà di diffamare.
In virtù di quella sentenza, l’ex avvocato di Donald Trump (che lo ha scaricato e che non è intervenuto in suo soccorso) ha dichiarato bancarotta il 21 dicembre, a una settimana di distanza dalla sentenza. Giuliani, complice della campagna dell’ex presidente che mirava a rovesciare l’esito delle presidenziali del 2020, ha presentato l’istanza di bancarotta al tribunale federale di Manhattan, ricorrendo alla procedura fallimentare del Chapter 11. Secondo alcuni documenti giudiziari consultati dall’agenzia Afp, Giuliani ha dichiarato debiti tra i cento e i cinquecento milioni di dollari a fronte di un patrimonio compreso tra uno e dieci milioni di dollari.
Questa vicenda fa il paio con un’altra multa inflitta ai potenti da parte di giudici coraggiosi che in quel Paese sono rispettati. E’ quella affibbiata a Fox News, la televisione di Rupert Murdoch, costretta a sborsare ben 787 milioni di dollari per le notizie false che a getto continuo venivano propolate da cinici conduttori del network televisivo pur di privilegiare la destra e i suoi umori più bassi e beceri.
E in Italia? Di fronte a menzognere campagne televisive e di stampa, poco o niente. Tutto passa in cavalleria, perché si dimetica in fretta. D’altronde, siamo o no il Paese delle indulgenze? (pda)