martedì 25 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

GLI ASSEGNI DI MUSK / “100 dollari se firmi la petizione contro i giudici” / TRUMP fa chiudere “Voice of America”

Se sottoscrivi la petizione contro i giudici del Wisconsin, Elon Musk ti regala100 dollari. E se convinci qualcun altro a firmarla te ne regala altri cento. L’invadente multimiliardario della Casa Bianca nel suo account su Facebook, del 21 marzo scorso – (l’account è “America Pac”, la cassaforte del finanziamento elettorale di Trump) ha rimesso in  moto il discusso meccanismo che ha funzionato molto bene nelle presidenziali americane di novembre, la cosiddetta compravendita di voti mascherata da “contributi per la campagna elettorale”.

Adesso Musk – c’informa Raffaele Fiengo su professionereporter.eu, offre 100 dollari a ogni elettore del Wisconsin che sottoscrive la “Petizione contro i giudici attivisti” (Petition in Opposition to Actvist  Judges). E altri 100 dollari se viene portato un altro cittadino-votante dello Stato a firmare la petizione.

Il testo della petizione dice: “I giudici dovrebbero interpretare le leggi come sono scritte, non riscriverle per adattarle ai loro personali e politici convincimenti. Con la firma sottostante respingo le azioni dei giudici attivisti che impongono i propri punti di vista e chiedo una attività giudicante che rispetti il proprio ruolo di interpretazione e non di legislazione”.

Musk ha accompagnato l’iniziativa con un investimento di 13 milioni di dollari con l’obiettivo di favorire la candidatura del giudice Brad Schimel, sostenuto da Trump, nella elezione a giudice della Corte Suprema del Wisconsin, dove la maggioranza del collegio è in  bilico. E’ un altro attacco ai giudici che si stanno permettendo di frenare gli ordini esecutivi del presidente quando stravolgono la Costituzione.

NON E’ LA PRIMA VOLTA. Durante le campagne elettorali americane, i cittadini registrati come democratici o repubblicani ricevono, quasi ogni giorno, richieste pressanti di contribuire alle campagne (con un dollaro, 2, 3, 10..) direttamente con email a nome di politici come Barack Obama o Elizabeth Warren. I messaggi partono dall’idea esplicita “tot dollari, tot eletti”. Insomma i voti sono quasi “comprati”. La riprova dell’importanza di questo meccanismo è l’enorme spesa di Elon Musk che ha accompagnato la vittoria di Trump. È ancora tutto leggibile nel suo account “America PAC” poggiato su Facebook (non visibile in Europa se non con l’applicazione VPN).

Il 30 ottobre 2024 (prendendo un giorno della campagna presidenziale) sono stati spediti, negli Stati in bilico ben 87mila assegni ai sottoscrittori della petizione di Musk “a favore della libertà di parola e del diritto di portare armi” (a ogni sottoscrittore 40 dollari e il doppio se avevano portato alla registrazione per il voto un altro elettore). Nello stesso annuncio, nell’account “America PAC” su Facebook, (il fondo elettorale creato da Musk con propri dollari “per eleggere Trump”), è preannunciato, nero su bianco, anche l’invio di altri 100 mila assegni l’indomani.

DA OLTRE ATLANTICO UN’ALTRA IMPRESA DELLA CASA BIANCA

I giornalisti e i dipendenti di Voice of America fanno causa contro l’ordine di Trump con cui sono state chiuse le storiche emittenti americane, fondate dal governo tra gli anni Quaranta e Cinquanta per rispondere alle propagande naziste e sovietiche.  Nel ricorso presentato a New York, con il sostegno di sindacati e dell’associazione Reporter senza frontiere, si afferma che la chiusura viola il primo emendamento, che garantisce la libertà di espressione, ed altre leggi federali e si chiede l’immediato ripristino dell’emittente, insieme a Radio Free Europe/Radio Liberty, Radio Free Asia e Middle Eastern Broadcast Network. E’ quanto riporta l’agenzia Adnkronos.

“In molte parti del mondo, una fonte cruciale di notizie obiettive è sparita e sono rimasti solo i media di Stato a riempire il vuoto”, si legge nel ricorso dei giornalisti, guidato dalla corrispondente dalla Casa Bianca Patsy Widakuswara, che dallo scorso weekend sono stati messi in aspettativa dalla U.S. Agency for Global Media, l’agenzia federale che gestisce queste emittenti.

“Dittatori in tutto il mondo stanno festeggiando e ridendo di noi”, ha dichiarato nei giorni scorsi a The Hill un dipendente dell’emittente, raccontando la tristezza di giornalisti che “hanno dedicato la loro vita a diffondere la verità in posti dove c’e’ l’oscurità”. I repubblicani accusano Voice of America di diffondere propaganda di sinistra e Trump ha messo tra i vertici dell’agenzia che la controlla Kari Lake, ex giornalista fedelissima trumpiana sconfitta alle elezioni per governatore in Arizona che ha definito l’emittente “da capo a fondo un’enorme rovina, un peso per i contribuenti americani e un rischio per la sicurezza nazionale”.

 

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti