Allarme inquinamento delle acque che fuoriescono dal Gran Sasso. Sono state sospese, a tre giorni dall’inizio delle attività, le indagini propedeutiche ai lavori di messa in sicurezza del traforo e del sistema idrico del Gran Sasso che serve ben 700mila abitanti dei due versanti: Teramo e L’Aquila. La ditta incaricata, la Italferr, ha restituito l’area di cantiere dopo la segnalazione da parte dell’ente gestore Ruzzo Reti di un “rilevante innalzamento del valore di torbidità delle acque all’interno della galleria destra”, che ha poi portato alla richiesta di interruzione di tutte le attività. L’inquinamento, secondo notizierimbalzate sui media, sarebbe superioriore di ben quattro volte dei valori normali e accettabili. (La foto è tratta dal sito Il Capoluogo d’Abruzzo)
A renderlo noto è il Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Pierluigi Caputi. Si complica l’opera di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso e scattano le procedure di emergenza: “Le attività di indagine in galleria vengono sospese, si è attivata la procedura per la riconsegna delle aree a Strada dei Parchi SpA e contestualmente si è chiesta la convocazione urgentissima del tavolo tecnico, presieduto dal Sian, al fine di valutare le iniziative da mettere in atto”. L’annuincio arriva in seguito all’avvio delle indagini geognostiche nel Traforo.
La decisione è stata presa in seguito alla comunicazione, arrivata alle ore 15.05, della società Italfer, alla quale era stata consegnata l’area della galleria destra L’Aquila–Teramo del Traforo. Le indagini vengono quindi sospese a tre giorni dall’inizio: la Italferr, ha restituito l’area di cantiere dopo la segnalazione da parte dell’ente gestore Ruzzo Reti di un “rilevante innalzamento del valore di torbidità delle acque all’interno della galleria destra”, che ha poi portato alla richiesta di interruzione di tutte le attività.
Lunedì e martedì prossimi si terranno due vertici a Roma, uno con Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade 24 e 25, e un altro con il Sian (Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione), ma non si esclude un tavolo in Prefettura, per verificare cosa è successo e quali azioni intraprendere.
Senza alcun preavviso alla Struttura Commissariale, scrive Caputi, Italferr ha comunicato che, l’Ente Gestore Ruzzo Reti SpA rilevava alle ore 13.30 un rilevante innalzamento del valore di torbidità delle acque all’interno della galleria destra nella direzione Roma-Teramo, che è risultato pari a 4 NTU”, quindi quattro volte superiore ai limiti. (Per misurare la torbidità si usano strumenti chiamati torbidimetri che fanno passare un raggio di luce attraverso una sezione dell’acqua e che rilevano poi la quantità di luce che è diffratta dai particolati contenuti nell’acqua, ndr))
L’emergenza dell”acquifero del Gran Sasso continua a preoccupare, mentre il traffico lungo il traforo autostradale rimane bloccato da un senso unico alternato, causando disagi significativi (nella foto). Nonostante la sospensione temporanea dei lavori da parte della società Italferr, incaricata delle indagini geognostiche, la situazione resta critica. La misura del traffico alternato, regolata da semafori, ha sollevato forti polemiche tra gli automobilisti, costretti a lunghe attese. L’incertezza durerà almeno fino ai due incontri tecnici previsti a Roma per lunedì e martedì, quando si discuterà della possibile rottura del collettore di drenaggio principale nella galleria direzione Roma-Teramo, che avrebbe portato a un incremento della torbidità dell’acqua.
Nel frattempo, la Ruzzo Reti ha assicurato che l’acqua torbida, riscontrata in precedenza, non è stata distribuita ai cittadini poiché già destinata allo scarico preventivo. “Non c’è mai stato alcun rischio per la popolazione”, afferma la società, smentendo qualsiasi allarmismo. Il comunicato sottolinea che al primo segnale di anomalia nei valori dell’acqua, i lavori sono stati fermati.
Nonostante queste rassicurazioni, la situazione rimane delicata, tanto che il prefetto dell’Aquila, Giancarlo Di Vincenzo, potrebbe convocare una riunione straordinaria per affrontare l’emergenza idrica che potrebbe coinvolgere circa 700mila cittadini. Il rischio maggiore deriva dalle possibili infiltrazioni nell’acquifero, una problematica sollevata più volte dalle associazioni ambientaliste. Questo ha portato alla nomina di un commissario speciale, incaricato di attuare un piano di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso.
Secondo fonti vicine al commissario, riportate dall’Agenzia Ansa, Pierluigi Caputi, commissario per la messa in sicurezza, ha espresso il suo disappunto per la tardiva comunicazione da parte di Italferr sulla presunta rottura del collettore e sull’aumento dei valori di torbidità. Caputi, che dispone di poteri speciali per la gestione degli appalti legati alla sicurezza dell’acquifero, ha affidato a Italferr il compito di eseguire i sondaggi geologici e redigere il progetto di messa in sicurezza, in quanto società interamente controllata dallo Stato.I prossimi giorni saranno comuqnue decisivi per comprendere l’evoluzione della situazione. Se le indagini confermeranno i timori iniziali, potrebbero essere necessarie ulteriori misure per proteggere l’erogazione dell’acqua potabile nelle aree interessate.
Anche la questione del traffico nel traforo del Gran Sasso rimane al centro del dibattito, con i cittadini e le autorità locali che premono per una soluzione che possa minimizzare i disagi senza compromettere la sicurezza dell’acquifero e dell’infrastruttura autostradale.