La giovanissima attivista svedese per il clima Greta Thunberg è stata condannata da un tribunale del suo Paese a pagare una multa da 2.500 corone svedesi (pari a più di 216 euro) per resistenza alla polizia durante una protesta pro ambiente in un impianto petrolifero.
La Thunberg ha ammesso il fatto ma ha affermato che la lotta contro l’industria dei combustibili fossili rappresenta una forma di autodifesa, considerata la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici. “Non possiamo salvare il mondo rispettando le regole”, ha detto ai giornalisti dopo aver ascoltato il verdetto, giurando che “sicuramente non” si tirerà indietro. Le argomentazioni dell’attivista sono state respinte dal tribunale.
Thunberg e molti altri giovani attivisti del movimento Reclaim the Future sono stati accusati di aver disobbedito all’ordine di disperdersi, arrivato dalla polizia durante la protesta del 19 giugno a Malmo. “Il tribunale vede le nostre azioni di autodifesa come un crimine”, ha detto Irma Kjellstrom, portavoce di Reclaim the Future che era presente anche alla protesta di giugno. Ha aggiunto che gli attivisti “devono trovarsi esattamente dove viene fatto il danno”.
La sentenza non ha scalfito la determinazione dei giovani attivisti che poche ore dopo sono tornati nel terminal petrolifero di Malmo per una nuova protesta.