venerdì 29 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

GUASTO INFORMATICO / Settemila voli cancellati, si salva la Cina / E se l’errore fosse stato nel sistema nucleare?

Il guasto alla piattaforma cloud di Microsoft ha causato blocchi e disservizi a banche, compagnie aeree e colossi media, mandando in tilt tutto il mondo. Sono stati quasi settemila i voli cancellati in tutto il mondo per via dell’errore nel programma di cloud . Ora si va verso la normalità, anche per quanto riguarda i collegamenti da e per Fiumicino, fortemente penalizzato ieri dal guasto. Microsoft ha ammesso l’errore contenuto nel Channel File 291 di CrowdStrike che ha provocato il crash mondiale di ieri e ammette che il bug, ossia l’errore di funzionamento di un sistema o di un programma informatico, può protrarsi per giorni. La sua correzione, dicono gli esperti, può essere fatta soltanto manualmente.

— (DOMANDA: La stiamo facendo facile: e se l’errore avesse coinvolto un sistema militare nucleare? Dobbiamo immaginare e fare uno sforzo che chi lo sovrintende sia esente da qualsiasi possibilità di errore, nella facile illusione che i sistemi complessi  sono infallibili. Ma come si è visto ieri, un errore umano e di sistema hanno provocato un mezzo finimondo. E se fosse partito un bel missile con testata atomica? E se il sistema avesse dichiarato,a nostra insaputa e a insaputa del controllore, una bella guerra?)

“Abbiamo corretto l’errore aggiornando il contenuto nel Channel File 291. Non verranno implementate ulteriori modifiche”, scrive CrowdStrike sul suo blog a poche ore dal crash informatico mondiale. (CrowdStrike Holdings è una società americana di tecnologia di sicurezza informatica con sede ad Austin, in Texas. Fornisce protezione del carico di lavoro cloud e sicurezza degli endpoint, intelligence sulle minacce e servizi di risposta agli attacchi informatici).  La società di sicurezza americana ha pubblicato una ricostruzione tecnica del fatto e promette “uno sforzo continuo per supportate i clienti che hanno subito disagi”.

“L’aggiornamento della configurazione del sensore Falcon, che ha causato l’arresto anomalo del sistema, è stato risolto venerdì 19 luglio 2024 alle 05:27 (UTC). Questo problema – specifica CrowdStrike – non è il risultato di un attacco informatico e non c’è una correlazione”. Tutti gli aggiornamenti – consigli e informazioni utili – più aggiornati sulla risoluzione dei problemi “sono disponibili sul nostro blog o portale di supporto. Comprendiamo – scrive CrowdStrike – che alcuni clienti potrebbero avere esigenze di supporto specifiche e chiediamo loro di contattarci direttamente. Ci impegniamo ad identificare eventuali miglioramenti necessari per rafforzare il nostro processo. Aggiorneremo – conclude – i nostri risultati nell’analisi della causa principali man mano che l’indagine procede”.

GUASTO MICROSOFT / Caos mondiale per banche, aeroporti e media

SI SALVA SOLO LA CINA: HA FRAMMENTATO IL SUO CYBERSPAZIO

La Cina è stato il primo Stato a realizzare una frammentazione del suo cyberspazio per garantire controllo interno e autonomia dall’esterno. Lo ha fatto con l’implementazione del Great Firewall of China, volto a bloccare l’accesso a tutti i siti web che non supportano il Partito Comunista Cinese (PCC).

La prova della lunga e giusta visione cinese si è avuta in queste ore: mentre mezzo mondo si è bloccato a causa di un guasto al sistema Microsoft, in Cina non si sono accorti di nulla. I  principali fornitori di cloud nella Terra di Mezzo sono aziende nazionali come Alibaba, Tencent e Huawei.

Negli ultimi anni, le organizzazioni governative, le aziende e gli operatori infrastrutturali cinesi hanno sostituito sempre più i sistemi It (isolati da terra o flottanti) esteri con quelli nazionali. Si è diffuso in questi anni il termine “splinternet” per identificare questa  frammentazione “protezionista” di Internet che contrasta con la concezione globalizzata della rete come era stata immaginata da Tim Berners-Lee e dal suo team del Cern.

Il modo in cui la Cina ha immaginato le sue reti parallele ha anche una dimensione politica di controllo da parte del governo e per rafforzare la difesa nazionale. Anche l’Iran ha lavorato per bloccare Internet, soprattutto a seguito della Twitter Revolution che ha contribuito a sollevare coscienze critiche contro il regime, e ha realizzato una rete parallela e controllata. E di recente anche la Russia si è mossa nella stessa direzione con la creazione di RuNet,  sviluppando l’idea di sovranità informativa e informatica, una fortezza digitale sotto il controllo statale. (In collaborazione con Agenzia Dire – www.dire.it)

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