Le querelle artistiche e diplomatiche tra Francia e Italia non sono certo una novità. Nelle ultime ore, però, un nuovo capitolo ha riacceso il dibattito: la Corte dei Conti di Parigi ha rivendicato il possesso della Scalinata di Trinità dei Monti a Roma, nota come la Scalinata di Piazza di Spagna, uno dei simboli più celebri della Capitale. Secondo il rapporto della Corte, l’imponente monumento sarebbe stato costruito con fondi francesi all’inizio del XVII secolo e mantenuto, nel corso dei secoli, da una pia fondazione francese.
Trinità dei Monti è, in effetti, profondamente legata alla Francia. Il monumento venne progettato dall’architetto Francesco De Sanctis e completato nel 1725 per collegare la chiesa di Trinità dei Monti, di proprietà francese dal 1494, alla sottostante Piazza di Spagna. La costruzione fu finanziata dal diplomatico francese Étienne Gueffier, un gesto che sottolinea l’importante ruolo della Francia nella storia del monumento. La chiesa di Trinità dei Monti, infatti, è da secoli amministrata dall’ordine dei monaci Minimi francesi, il che conferisce alle autorità francesi un legame giuridico e storico con l’area.
Nonostante ciò, il fatto che la Scalinata si trovi in pieno centro a Roma e sia parte integrante del tessuto storico e urbano della città ha sempre fatto considerare questo capolavoro barocco come un patrimonio italiano a tutti gli effetti. Il dibattito su chi possieda realmente la Scalinata, però, rischia di alimentare tensioni diplomatiche tra due nazioni già da tempo impegnate in discussioni sulla gestione e la proprietà del patrimonio culturale.
Non è la prima volta che Francia e Italia si scontrano su questioni legate all’arte. Un esempio emblematico risale all’epoca napoleonica, quando Bonapartecondusse una delle più grandi razzie d’arte della storia. Durante le sue campagne in Italia alla fine del XVIII secolo, centinaia di opere d’arte vennero sequestrate e portate a Parigi per arricchire il Louvre, che Napoleone sognava come il “museo universale”. Tra i capolavori trasferiti c’erano il Laocoonte, uno dei simboli dell’arte greca, e la Venere Capitolina, entrambe prelevate dal Vaticano. Anche molti dipinti di Raffaello e altre opere di inestimabile valore furono trasferiti in Francia.
Al termine dell’occupazione napoleonica, con il Congresso di Vienna del 1815, molti di questi tesori furono restituiti all’Italia, ma alcune opere rimasero a Parigi. Ad esempio, il Ratto delle Sabine di Nicolas Poussin, prelevato dalla collezione Borghese, non è mai stato restituito, così come il Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello. Questo episodio ha lasciato un segno indelebile nelle relazioni culturali tra i due Paesi, influenzando la percezione delle “opere contese” per oltre due secoli.
Il furto scatenò un caso internazionale che durò due anni, fino a quando il dipinto fu ritrovato in Italia, dopo che Peruggia tentò di venderlo a un mercante d’arte fiorentino. Alla fine, la Gioconda venne restituita alla Francia, ma l’episodio contribuì a mantenere viva la discussione sul suo legittimo “proprietario”. Ancora oggi, la presenza della Gioconda al Louvre è motivo di orgoglio per i francesi, mentre per molti italiani rappresenta un capitolo irrisolto della storia dell’arte.
L’eventuale rivendicazione francese della Scalinata di Piazza di Spagna si inserisce in un contesto più ampio di proprietà francesi a Roma. Oltre a Trinità dei Monti, numerose altre chiese e istituti culturali nella capitale sono sotto la giurisdizione francese, come la Chiesa di San Luigi dei Francesi, celebre per ospitare tre capolavori di Caravaggio. Anche l’Accademia di Francia a Villa Medici, situata sul Pincio, rappresenta una delle istituzioni culturali francesi più importanti in Italia.
Negli anni, la presenza di queste istituzioni è stata in gran parte accettata come parte del tessuto storico e culturale di Roma, ma episodi come quello dellaScalinata di Trinità dei Monti rischiano di riaccendere vecchie rivalità. Il rapporto della Corte dei Conti di Parigi solleva la questione se l’origine e la manutenzione di un’opera d’arte possano legittimare rivendicazioni di proprietà, anche quando l’opera è situata in un contesto chiaramente italiano.
In un’epoca in cui i confini tra i patrimoni nazionali e universali dell’arte sono sempre più sfumati, la contesa tra Francia e Italia per la Scalinata pone interrogativi rilevanti sulla natura del possesso culturale. Se è vero che la costruzione di molte opere d’arte e monumenti è spesso il risultato di contributi internazionali, è altrettanto vero che queste opere finiscono per radicarsi profondamente nelle città e nelle comunità in cui si trovano.
Piuttosto che dividere, il patrimonio culturale europeo potrebbe essere visto come un elemento di unione, una testimonianza dell’intreccio storico tra le nazioni e della collaborazione tra artisti, mecenati e popoli. La Scalinata di Trinità dei Monti, pur con la sua storia legata alla Francia, appartiene da secoli al cuore di Roma, e come tale, dovrebbe essere celebrata come un simbolo di quell’arte senza confini che unisce e non divide.
LO STERMINATO BOTTINO DI GUERRA DI NAPOLEONE BONAPARTE
Incalcolabile è il numero di opere d’arte, manufatti, reperti archeologici, antichità, oggetti preziosi, che tra il 1796 e il 1810, furono presi dalle truppe francesi, guidate da Napoleone, il quale, prima da semplice comandante, poi da primo console, poi da imperatore, attuò forse la più grande requisizione di capolavori della storia dell’umanità, per portarli a Parigi, in gran parte in quella mastodontica e complessa architettura che prenderà il nome di Museo del Louvre. Il numero di opere d’arte è dunque incalcolabile. Solo per fare alcuni esempi di capolavori assoluti rimasti nel più esteso museo al mondo, il Louvre, o in altri istituti parigini, si possono citare opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Mantegna, Tiziano, Cimabue, Giotto.
Vogliamo fare un piccolissimo elenco puramente simbolico di queste opere d’arte? Se andate al Louvre, dopo le spoliazioni napoleoniche, nelle grandi sale del museo sono rimasti e potete dunque vedere: l’Incoronazione della Vergine di Beato Angelico, Cristo appare alla Madonna del Bronzino, Predica di Santo Stefano del Carpaccio, Madonna in trono di Cimabue, il Ritratto dell’abate Scaglia di Anton Van Dyck, la Presentazione al tempio di Gentile da Fabriano, la Visitazione della Vergine del Ghirlandaio, San Francesco riceve le stimmate di Giotto, Trionfo di Tommaso d’Aquino di Benozzo Gozzoli, Sacra Conversazione di Filippo Lippi, Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna, Sacra famiglia del Pontormo, il Ringraziamento di Noè di Nicolas Poussin, I viandanti di Emmaus, l’Evangelista Matteo, Venere e Amore e Ritratto di una coppia di Van Rijn Rembrandt, Madonna con san Giovannino di Giulio Romano, Cristo nel sepolcro di Tintoretto, l’Incoronazione di spine di Tiziano, Nozze di Cana del Veronese.
Molti pensano che tra le opere d’arte trafugate da Napoleone ci sia anche La Gioconda, ma in realtà si tratta di un falso storico: La Gioconda è sempre stata dei francesi. La dette Leonardo stesso al re di Francia in vita.
Scrive lo storico dell’arte Luca Nannipieri: “Oltre a conoscere le opere d’arte, volete l’elenco dettagliato degli artisti trafugati? E’ lunghissimo, sterminato, e molti di essi non vi diranno nulla, ma la loro lista dà dimostrazione dell’immane saccheggio che l’imperatore fece a danni dell’arte italiana, europea e mediterranea. Ecco l’inesauribile lista. Non importante leggerla tutta. Non ci riuscirete. Importante immaginarsi quante decine e decine di carrozze siano partite da città, chiese, abbazie, palazzi, piazze, paesi per raggiungere la capitale francese e lì rimanere come bottino di guerra.
Il bottino di guerra del genio della guerra, Napoleone Bonaparte: Albrecht Altdorfer, Christoph Amberger, Beato Angelico, Hans Baldung, Federico Barocci, Taddeo di Bartolo, Fra e Albertinelli Bartolomeo, Barthel Beham, Giovanni Bellini, Boeto di Calcedonia (copia romana), Ferdinand Bol, Giovanni Antonio Boltraffio, Paris Bordone, Edme Bouchardon, Jean Bourdichon, Dierick Bouts, Agnolo di Cosimo Bronzino, Pieter Brueghel Il Vecchio, Bartholomaeus Bruyn Il Vecchio, Hans Burgkmair, Pedro Campagna, Alonso Cano, Michelangelo Merisi da Caravaggio, Vittore Carpaccio, Agostino Carracci, Annibale Carracci, Ludovico Carracci, Cima da Conegliano, Cimabue, Joos van Cleve, Francois Clouet, Alonso Coello, Jean Colombe, Jacob Cornelisz, Antonio Allegri detto il Correggio, Lucas Cranach Il Vecchio, Gaspard de Crayer, Crizio e Nesiotes, Albert Cuyp, Gérard David, Francesco Zampieri detto il Domenichino, Dosso Dossi, Gerard Dou, Albrecht Dürer, Anton Van Dyck, Jan Van Eeckhout, Adam Alsheimer, Endoios, Hubert e Jan Van Eyck, Barent “Carel” Fabritius, Fidia, Govert Flinck, Frans Floris, Jean Fouquet, Francesco Garofalo, Gentile da Fabriano, Orazio Gentileschi, Benedetto Ghirlandaio, Domenico Ghirlandaio, Ridolfo Ghirlandaio, Luca Giordano, Giorgio Barsarelli da Castelfranco detto Giorgione, Giotto da Bondone, Jan Mabuse Gossaert, Francisco Goya, Benozzo Gozzoli
Poi ancora Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Maerten Van Heemskerck, Jan Van Der Heyden, Hans Holbein Il Giovane, Hans Holbein Il Vecchio, Joos Van Wassenhove (Giusto di Gand), Jacob Jordaens, Juan de Flandes, Juan de Juanez, Juan de Juanez, Thomas de Keyser, Hans Von Kulmbach, Leonardo da Vinci, Jan Lievens, Filippino Lippi, Filippo Lippi, Lisippo (e scuola), Jacob Van Loo, Claude Lorrain, Lucas Van Leyden, Bernardino Luini, Juan Baptista del Maino, Andrea Mantegna, Simone Martini, Giovanni Massone, Quentin Massys, Juan Baptista Mazo da Velázquez, Francesco Melzi, Hans Memling, Jan Metsu, Michelangelo Buonarroti, Mirone, Anthonis Mor, Jan Mostaert, Hans Muelich, Bartolomeo Esteban Murillo, Juan Fernandez de Navarete, Adriaen Van Ostade, Palma Il Vecchio, Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Pasitele, Antonio De Pereda, Pietro Vannucci detto il Perugino, Francesco Pesellino, Piero di Cosimo, Sebastiano Del Piombo, Policarmo, Policleto, Pontormo, Paulus Potter, Nicolas Poussin, Raffaello Sanzio, Ludwig Refinger, Rembrandt Van Rijn, Guido Reni, Giuseppe Ribera, Giulio Romano, Peter Paul Rubens, Jacob Van Ruysdael, Andrea Del Sarto, Bartolomeo Schedoni, Andrea Schiavone, Abraham Schöpfer, Skopas, Giovanni Bazzi detto il Sodoma, Andrea Solario, Jan Steen, Strongylion, Bernardo Strozzi, Teodorico di Praga, Gerard Terborch, David Teniers Il Giovane, Jacopo Tintoretto, Tiziano, Jean-Francois de Troy, Diego Velázquez, Jan Vermeer, Bonnifacio Veronese, Paolo Caliari detto il Veronese, Cornelis De Vos, Claus De Werve, Rogier Van Der Weyden, Francisco de Zurbarán.