A 95 anni, Noam Chomsky ha perso la capacità di parlare e scrivere. Si chiude un’epoca, il suo “trono della parola”, da cui ha denunciato senza paura i meccanismi di manipolazione attraverso i mass media, adesso tace ma non tacciono le sue parole e i suoi scritti. Docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, Chomsky è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo. E’ noto anche per il suo impegno politico, d’ispirazione socialista libertaria.
La costante e aspra critica nei confronti della politica estera di diversi Paesi, in particolar modo degli Stati Uniti d’America, così come l’analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra mondiale. Ecco l’omaggio al grande filosofo attraverso un libro fondamentale: “Armi silenziose per guerre tranquille” (Silent Weapons for Quiet Wars) che andrebbe letto, se non lo si fa già, in tutte le università e scuole di giornalismo e comunicazione. Una sintesi delle dieci strategie della manipolazione attraverso i mass media che Chomsky ha più volte indicato nei suoi scritti:
1) LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE o tecnica del diluvio. Attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue distrazioni e di informazioni insignificanti, mantenere il pubblico occupato. “L’elemento primario del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica dell’inondazione di distrazioni continue e informazioni irrilevanti. La strategia della distrazione è altrettanto indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi a conoscenze essenziali nei campi della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. Tenere il pubblico distratto, lontano dai veri problemi sociali, affascinato da questioni di nessuna reale importanza. Tenerlo sempre occupato, occupato, occupato, senza tempo per pensare; riportarlo alla fattoria, come gli altri animali…”
2) CREARE PROBLEMI E POI OFFRIRE SOLUZIONI altrimenti chiamato problema-reazione-soluzione. Esempio: il dilagare della violenza urbana oppiure creare una crisi economica.
3) STRATEGIA DELLA GRADUALITA’. Applicare gradualmente misure inaccettabili.
4) LA STRATEGIA DEL DIFFERIRE. Presentare una decisione impopolare come “dolorosa e necessaria”. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Il pubblico (la massa) ha la tendenza a sperare che “tutto andrà meglio domani”.
5) TRATTARE IL PUBBLICO COME BAMBINI. Il concetto di suggestionabilità. Qualsiasi risposta sarà infatti sprovvista di senso critico come quella di un dodicenne. La maggior parte della pubblicità rivolta al grande pubblico utilizza un linguaggio, argomentazioni, personaggi e intonazioni particolarmente infantili, spesso al limite della banalità, come se lo spettatore fosse una creatura minorenne o mentalmente incapace. Più si cerca di ingannare il pubblico, più si tende ad adottare un tono puerile. Perché? “Se ci si rivolge a una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, per effetto della suggestionabilità, tenderà, con una certa probabilità, a rispondere o reagire con lo stesso spirito critico di un bambino di 12 anni o meno.”
6) USARE L’ASPETTO EMOTIVO MOLTO PIU’ DELLA RIFLESSIONE. La tecnica classica di sfruttare l’emozione.
7) MANTENERE IL PUBBLICO NELL’IGNORANZA E NELLA MEDIOCRITA’. Si fa in modo che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie e i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
8) STIMOLARE IL PUBBLICO A ESSERE COMPIACENTE CON LA MEDIOCRITA’. Spingerlo a ritenere che è di moda essere stupidi, volghari, ignoranti…
9) RAFFORZARE L’AUTOCOLPEVOLEZZA. Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia. Creare nell’individuo uno stato depressivo i cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione noin c’è rivoluzione.
10) CONOSCERE GLI INDIVIDUI MEGLIO DI QUANTO LORO SI CONOSCANO. I progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscene del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élite dominanti.