sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

I socialisti: “No all’estrema destra nel cuore d’Europa, non voteremo Fitto”

Si complica la nomina di Raffaele Fitto a commissario Ue con il ruolo di vicepresidente, fortemente voluta da Giorgia Meloni, per il no esplicito dei socialisti europei. Non vogliono un esponente dell’estrema destra nel cuore dell’Unione, a ciò si aggiungono i distinguo che emergono da parte dei liberaldemocratici. La tensione sale nel Parlamento europeo.

La presidente della Commissione Ue non incontrerà più domani, mercoledì, come previsto, i membri del Parlamento per discutere la formazione della sua nuova squadra, hanno dichiarato fonti parlamentari. Ursula von der Leyen ha rimandato alla prossima settimana la presentazione della sua nuova squadra di commissari e delle aree politiche di cui si occuperanno.

La presidente della Commissione avrebbe dovuto incontrare i presidenti dei gruppi politici per discutere dei progressi compiuti nella creazione della sua squadra di 26 commissari europei, incaricati di guidare il lavoro dell’esecutivo Ue per i prossimi cinque anni. Von der Leyen non parteciperà più all’incontro, segnalando che il processo di nomina del collegio dei commissari potrebbe richiedere più tempo del previsto.

Il ritardo viene ufficialmente spiegato con l’attesa dell’ufficializzazione del Parlamento sloveno. Ma dietro ci sono ragioni politiche, a cominciare dai poteri del rappresentante italiano. Anche i liberali di Renew mandano segnali in proposito. Ma la tensione è soprattutto per il ruolo da assegnare al rappresentante italiano Raffaele Fitto, esponente di un partito, Fratelli d’Italia, appartenente a una formazione europea di estrema destra, l’Ecr.

La presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez, ha mandato un messaggio chiaro: “Ignorare il processo degli spitzenkandidat, minare l’equilibrio di genere nel Collegio, mettere un commissario per l’occupazione il cui impegno per i diritti sociali è discutibile nella migliore delle ipotesi, portare proattivamente l’Ecr nel cuore della Commissione: questa sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista. Era la ‘composizione del prossimo Parlamento’ a decidere questa Commissione, ha detto la presidente prima delle elezioni. Esiste una maggioranza pro-europea con un accordo pro-europeo. Deve essere messa in pratica ora”, aggiunge.
Ad esprimere il timore che Fitto, possibile vicepresidente della Commissione, si faccia portavoce della premier Giorgia Meloni e delle istanze sovraniste è stato oggi anche il gruppo dei liberali di Renew Europe, che fanno parte della maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen: “I Trattati affermano che i Commissari devono essere completamente indipendenti e non chiedere né accettare istruzioni da alcun governo.

Non è un segreto che non ci sia amore tra Giorgia Meloni e la fazione progressista del Parlamento. Socialisti, verdi e liberali vedono nella premier italiana una pericolosa figura ultraconservatrice che cerca di rendere accettabile la politica di estrema destra alle forze tradizionali. La decisione di Meloni di ordinare ai suoi europarlamentari di votare contro von der Leyen ha ulteriormente rafforzato l’astio dei progressisti, che si stanno preparando per essere la voce principale contro la sua scelta, Raffaele Fitto.

Fitto è considerato un fedele vice della premier, prima come europarlamentare e poi come ministro per gli Affari europei e la politica di coesione, per cui la sua audizione potrebbe trasformarsi in una pubblica denuncia del primo ministro italiano, con Fitto a fare da controfigura.

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