Sale di intensità la bufera politica su Daniela Santanchè, ministra del Turismo ed esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, dopo l’inchiesta della trasmissione Report di Rai3 sulla gestione, definita fallimentare, delle aziende Visibilia e Ki Group, entrambe quotate in Borsa.
Dopo la protesta delle opposizioni che chiedono le dimissioni spiegando senza mezzi termini come «sia in gioco la credibilità del Governo» arriva la presa di posizione abbastanza sorprendente della Lega Nord: «Il ministro Santanchè ha detto di essere tranquilla, ha detto che quando sarà il momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni, aspettiamo che il ministro spieghi le sue ragioni» dice il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari che poi precisa: «I processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire non certo Report».
CRONACA DI GIOVEDI’ 22 GIUGNO 2023
In un altro Paese, accuse del genere avrebbero provocato subito un finimondo politico. Cosa che ora sta avvenendo ora, ma con un certo ritardo. La trasmissione Report su Rai3 ha mandato in onda un’inchiesta giornalistica su presunte irregolarità commesse dal ministro del Turismo, Daniela Santanché, di Fratelli d’Italia, nella gestione di due sue aziende, Visibilia e Ki Groups, entrambe quotate in Borsa. La ministra, che ha avuto la solidarietà di Giorgia Meloni, in serata passa al contrattacco e annuncia querele nei confronti della tramissione Report.
Le accuse formulate dalla trasmissione, con parecchie testimonianze, vanno dal mancato pagamento di fornitori a dipendenti che aspettano ancora di ricevere il tfr dopo essere stati licenziati, passando per compensi d’oro, invece, per gli amministratori e i componenti dei Consigli di amministrazione. (Le due foto da biografieonline.it)
Il panorama che esce dall’inchiesta della trasmissione è abbastanza scuro: le due aziende si ritroverebbero oggi impoverite e ‘rovinate’, con dipendenti licenziati e operazioni finanziarie con fondi stranieri che hanno portato danni ai piccoli azionisti delle società.
“Open to fallimento” è il titolo dell’inchiesta di “Report”, la trasmissione di Sigfrido Ranucci andata in onda lunedì 19 giugno. Porta la firma di Giorgio Mottola, con la collaborazione di Norma Ferrara e Greta Orsi. Da oltre 20 anni Daniela Santanché è uno dei volti femminili più noti della Destra italiana, simbolo del potere berlusconiano. In una passata campagna elettorale della Destra non ebbe remore nel dichiararsi in un comizio “convintamente fascista”.
L’attuale ministro del Turismo del governo di Giorgia Meloni è innanzitutto una imprenditrice. Le sue aziende, però, finora sono andate tutte molto male. Per la prima volta, “Report” ha mandato in onda le testimonianze dei dipendenti e dei fornitori storici delle aziende della Santanché.
Ne viene fuori un quadro disastroso: bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made In Italy messe in difficoltà o addirittura strozzate dal mancato saldo delle forniture. Mentre le sue imprese crollavano, Daniela Santanché e il suo socio, l’ex compagno Canio Mazzaro, si assegnavano compensi e benefit sproporzionati.
Visibilia è invece attiva nell’editoria, e anche lei è stata portata al fallimento durante la gestione Santanché. Questa azienda è anche quella che coinvolge nella vicenda il presidente del Senato Ignazio La Russa. In questo caso – secondo l’inchiesta giornalistica – sarebbero le operazioni con il fondo Negma, con sede a Dubai, ad aver portato l’azienda a perdere il 97% del proprio valore in Borsa. La Russa era l’avvocato dell’azienda durante questo periodo, e per questo motivo il suo nome è emerso dell’inchiesta.
Dall’inchiesta emergono anche rapporti tra alcune società del gruppo che si è visto assegnare, senza gara, l’appalto per la campagna promozionale del ministero del turismo “Open to Meraviglia” e una delle aziende di Daniela Santanché, Visibilia. L’impresa, attiva nel campo dell’editoria e della pubblicità, è stata a lungo gestita dal suo attuale compagno Dimitri Kunz Asburgo Lorena, un sedicente principe i cui titoli nobiliari sembrano avere origini oscure.
Sulla vicenda, vanno all’attacco le opposizioni. Nicola Fratoianni di Sinistra e Verdi ha dichiarato: “In qualunque altro Paese dell’Unione Europea, se una trasmissione TV facesse un’indagine così approfondita come ha fatto Report sulle spregiudicate azioni finanziarie della ministra Santanchè con le sue aziende, quella ministra verrebbe allontanata dopo poche ore”.
Rincara la dose il Movimento 5 Stelle che parla di vicenda che getta discredito sulle istituzioni, mentre Carlo Calenda, leader di Azione, afferma che “le questioni sollevate necessitano di una risposta puntuale della ministra. Dipendenti non pagati, Tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento non sono accuse che possono essere lasciate cadere nel vuoto”.
In setata la replica della ministra. Daniela Santanchè annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie contro l’inchiesta di Report dato che i responsabili della trasmissione televisiva “erano stati preventivamente invitati ad evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano”.
“In merito al servizio di Report e alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche – si legge in una nota – la ministra Daniela Garnero Santanchè precisa che le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica”.
“Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva e unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione della sottoscritta presso l’opinione pubblica” aggiunge la ministra.
“I responsabili della trasmissione – conclude – erano stati preventivamente invitati ad evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie”.