L’Inghilterra si sta avviando verso la settimana corta lavorativa. Il governo laburista di Keir Starmer ha infatti proposto di lavorare le stesse ore ma in quattro giorni. Downing Street pensa a un “orario compresso”: da 8 a 10 ore giornaliere, su base volontaria. Ma la Confindustria teme che le aziende non possano opporsi alla richiesta di flessibilità dei lavoratori. La decisione del governo è stata maturata dopo i risultati di una grande sperimentazione avviata in molte aziende nel 2022 e che ha avuto eccezionali riscontri da parte degli imprenditori e delle maestranze. A tal punto che in tutta la Gran Bretagna la maggior parte delle aziende ha adottato permanentemente il cambiamento con risultati positivi. Alcune settimane fa, i risultati di quell’esperimento sono stati diffusi e commentati da vari organi di informazione.
ECCO UNA SINTESI DI COSA SCRIVE Carlotta Sisti su ELLE
— In Gran Bretagna il progetto pilota è nato nel 2022, e da subito non ha mostrato criticità, anzi. La settimana lavorativa di 4 giorni (senza tagli alla retribuzione), infatti, è un’idea germogliata su suolo britannico, dove, grazie ad una campagna intensa del thinktank Autonomy, basata soprattutto sui risultati di uno studio accademico condotto dalle università di Cambridge e Oxford, due anni fa 6 aziende hanno mosso i primi passi in questo territorio quasi completamente inesplorato, per poi attrarre a sé moltissime altre realtà. Dopo solo due mesi dall’avvio del test, erano già 3.300 i lavoratori distribuiti in 70 aziende, a lavorare l’80% della loro settimana abituale, in cambio della promessa di mantenere il 100% della loro produttività.
E le cose sono andate esattamente così. Se all’inizio non è stato facile riorganizzare turni, riunioni e passaggi di consegne su quattro giorni, in un lasso di tempo relativamente breve ogni attività ha trovato il modo di ottimizzare i meccanismi, introducendo anche delle nuove regole per i propri dipendenti. Per esempio, un paio di mesi dopo l’inizio della sperimentazione, Gary Conroy, fondatore e Ceo di 5 Squirrels, azienda per la cura della pelle sulla costa meridionale dell’Inghilterra, raccontava alla Cnn di ave rintrodotto un “tempo di lavoro profondo” per garantire che i suoi dipendenti ottimizzino la produzione.
Preso atto che i dipendenti trascorrono in media il 58% della propria giornata in attività quali rispondere alle e-mail e partecipare alle riunioni, piuttosto che il lavoro per cui sono stati assunti, Conroy ha stabilito che per due ore ogni mattina e due ore ogni pomeriggio il proprio staff ignorerà la casella di posta, le chiamate su Teams e i messaggi, concentrandosi esclusivamente sul proprio lavoro. Il risultato è stato una maggiore produttività, concentrata in quattro giorni, con conseguente possibilità di averne uno in più libero da dedicare a ciò che si desidera. E se la soddisfazione dei dipendenti di fronte a questo cambiamento era immaginabile, molto interessante è stato conoscere, a dicembre del 20220, anche il punto di vista delle imprese.
Come riportava il New York Times, 35 delle 41 aziende che avevano accettato di rispondere a un questionario di gradimento circa la nuova misura dichiaravano che la possibilità di prendere in considerazione l’estensione del test oltre i sei mesi previsti era “probabile” o “estremamente probabile, non avendo riscontrato cali di produttività”. A sorpresa, sei aziende intervistate hanno riportato un miglioramento dei risultati, mentre solo due hanno registrato un calo di rendimento.
La professoressa Schor ha affermato che i risultati hanno mostrato effetti “reali e duraturi”. “La salute fisica e mentale – ha scritto nel report – e l’equilibrio tra lavoro e vita privata sono significativamente migliori rispetto a sei mesi. Il calo del burnout e i miglioramenti della soddisfazione di vita sono rimasti stabili”. Il rapporto sulla settimana lavorativa di quattro giorni, redatto, nel dettaglio, dal thinktank Autonomy e da ricercatori dell’Università di Cambridge, dell’Università di Salford e del Boston College, ha rilevato che “molti dei vantaggi significativi riscontrati durante lo studio iniziale sono persistiti per 12 mesi” , anche se, hanno notato, “il campione è discreto ma rimane comunque di piccole dimensioni”.
Quasi tutto (96%) del personale ha affermato che la propria vita personale ne ha tratto beneficio e l’86% ritiene di aver ottenuto risultati migliori sul lavoro, mentre il 38% ritiene che la propria organizzazione sia diventata più efficiente, e il 24% ha affermato di aver potuto gestire meglio le incombenze famigliari, di assistenza e cura di bambini o anziani. Le aziende di maggior successo hanno reso la loro settimana di quattro giorni “chiara, sicura e ben comunicata” e hanno co-progettato le loro politiche tra personale e management, pensando attentamente a come adattare i processi di lavoro, come hanno scritto gli autori dello studio. A febbraio di quest’anno, sulla scia di questi dati positivi, il governo scozzese ha lanciato una sperimentazione della settimana lavorativa di quattro giorni per alcuni servizi pubblici.