Funerali di Stato? Bene, li prevede la legge per gli ex presidenti del Consiglio. Lutto nazionale? Questo no, lo decide il governo. Per Berlusconi, con annesse bandiere a mezz’asta listate a lutto, lo hanno voluto Giorgia Meloni e i vicepremier Salvini e Tajani. Dovrebbe essere proclamato per quelle personalità che hanno dato grande prestigio all’Italia.
Non parliamo poi del Parlamento fermo per sette giorni. Non s’era mai visto: le vicende umane e politiche, l’attualità e il tornaconto al di sopra del cuore della nostra democrazia. Un Parlamento asservito alle logiche, queste sì, politiche e ingannevoli della maggioranza di destra. Con il fatto che hanno avuto la maggioranza dei voti dalla minoranza di italiani che sono andati a votare giustificano tutto e, se conviene, anche il suo contrario.
Ma per chi siamo chiamati a rispettare il lutto nazionale? Per un personaggio che, attraverso il formidabile sistema mediatico di sua proprietà, è riuscito a capovolgere la corretta comprensione della realtà dei fatti. E tanta gente, oggi, dimentica la personalità di colui con cui ha avuto a che fare negli ultimi trent’anni. E’ doveroso a questo punto chiedersi: il lutto s’addice all’Italia del Cavaliere di Arcore? E’ doveroso anche ricordare – tralasciando un lungo elenco di cose disdicevoli che pochi nel processo di beatificazione in corso (attenzione, anche questa è politica) si sono dati la pena di ricordare – una vicenda che lega Berlusconi alla sua ormai celebre residenza di Arcore, Villa San Martino (foto da Wikipedia)
Lo fa oggi Massimo Fini, giornalista che non può essere di certo tacciato di filo-comunismo ma che spiega, senza tanti giri di parole e senza ipocrisie, la truffa ai danni della marchesina Anna Maria Casati Stampa:
(…) Ma c’è una vicenda su cui non si può in alcun modo sorvolare. E’ la truffa che Berlusconi, in combutta con Previti*, organizzò ai danni della marchesina Casati Stampa, minorenne e orfana di entrambi i genitori morti in circostanze tragiche. Purtroppo per lei, Anna Maria aveva come protutore Previti. Berlusconi e Prreviti comprarono la villa di Arcore, il grande parco e poi l’enorme territorio circonvicino che apparteneva ai Casati Stampa. Per un tozzo di pane. Poiché avevano comprato tutto questo ben di dio con azioni di Berlusconi non quotate in Borsa, e che quindi non valevano nulla. La Casati Stampa non riusciva a realizzare il proprio teorico guadagno. Ricomparvero allora il Gatto e la Volpe, Berlusconi e Previti, che le dissero: “Non ti preoccupare, ti ricompriamo tutto noi, a metà prezzo” cioè alla metà del prezzo che avevano questi beni”.
A tal proposito è interessante rileggere l’intervista alla contessa Rangoni Machiavelli, cognata di Anna Maria Casati Stampa, figlia e erede del marchese Camillo Casati Stampa, raccolta da Claudia Fusani per l’Unità, il 13 agosto 2010, e l’inchiesta di Giovanni Ruggeri del 1995 “Berlusconi. Inchiesta sul signor tv”. L’intervista alla Fusani oltre a rivelare, per la prima volta, che il delitto della moglie e del giovane amante sia stato originato anche dal ricatto posto in essere dagli stessi, svela tutti i particolari dell’acquisto di Villa San Martino di Arcore, ereditata da Anna Maria e ora di proprietà di Silvio Berlusconi.
(*Cesare Previti, radiato dall’ordine degli avvocati, ex ministro della Difesa del primo governo Berlusconi, condannato per aver corrotto un giudice all’interdizione perpetua dai pubblici uffici).