Un transessuale può ricevere il battesimo, può fare il padrino o la madrina di battesimo e può essere testimone di un matrimonio. Inoltre un omosessuale che convive con un’altra persona può essere padrino di un battezzato o testimone di nozze”.
Lo afferma il Dicastero per la Dottrina della Fede che risponde alle domande del vescovo di Santo Amaro in Brasile, Josè Negri, riguardo alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive.
Sei le domande poste. Le risposte, si legge nel documento del Dicastero, ripropongono i contenuti fondamentali di quanto, già in passato, è stato affermato in materia dallo stesso Dicastero. Le indicazioni del Dicastero sono approvate dal Papa che ha controfirmato il documento pubblicato oggi. La firma del Papa è accompagnata dalla data del 31 ottobre. (Foto di repertorio: battesimo in chiesa)
1) Un transessuale può essere battezzato?
Un transessuale – che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso – può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli. Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il Battesimo, si legge.
2) Un transessuale, a determinate condizioni, può essere ammesso al compito di padrino o madrina di battesimo?
Sì, non costituendo però tale compito un diritto; la prudenza pastorale, si sottolinea, esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale.
3) Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato e che è stato adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?
Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica.
4) Una persona omoaffettiva e che convive può essere padrino di un battezzato?
Sì, se “conduce una vita conforme alla fede e all’incarico che assume” mentre diverso è il caso in cui la convivenza di due persone omoaffettive consiste non in una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio ben conosciuta dalla comunità. In ogni caso, la debita prudenza pastorale esige che ogni situazione sia saggiamente ponderata, per salvaguardare il sacramento del battesimo e soprattutto la sua ricezione, che è bene prezioso da tutelare, poiché necessario per la salvezza. Nello stesso tempo, occorre considerare il valore reale che la comunità ecclesiale conferisce ai compiti di padrino e madrina, il ruolo che questi hanno nella comunità e la considerazione da loro mostrata nei confronti dell’insegnamento della Chiesa. Infine, è da tenere in conto anche la possibilità che vi sia un’altra persona della cerchia famigliare a farsi garante della corretta trasmissione al battezzando della fede cattolica, sapendo che si può comunque assistere il battezzando, durante il rito, non solo come padrino o madrina ma, altresì, come testimoni dell’atto battesimale.
5) Un transessuale può essere testimone di un matrimonio?
Il dicastero precisa che non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale che proibisca a una persona transessuale di essere testimone di un matrimonio.
6) Una persona omoaffettiva e che convive può essere testimone di un matrimonio?
Non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale che proibisca a una persona omoaffettiva e che convive di essere testimone di un matrimonio.
Le indicazioni del Dicastero per la Dottrina della Fede sono esplicitamente approvate dal Papa che ha controfirmato il documento pubblicato oggi dal Dicastero. La firma del Papa è accompagnata dalla data del 31 ottobre (anche se le disposizioni sono state rese note solo oggi).