Anche se avrà il partito più numeroso in Parlamento, Wilders farà fatica a trovare una maggioranza. Yeşilgöz ha dichiarato che non sosterrà Wilders come primo ministro e anche Pieter Omtzigt, un ex cristiano-democratico che ha formato il suo partito Nuovo Contratto Sociale solo in agosto, e dovrebbe conquistare 20 seggi, ha escluso di far parte di un gabinetto con Wilders.
I Paesi Bassi hanno una tradizione di governi di coalizione molto estesi, che richiedono anche mesi per essere definiti. Sulla base degli ultimi dati, una coalizione tra socialisti, liberali di varia ispirazione e popolari non avrebbe grandi problemi nell’ottenere una maggioranza parlamentare, anche se restano talvolta difficili rapporti personali.
Subito dopo la pubblicazione degli exit poll, Wilders ha salutato i suoi sostenitori, visibilmente su di giri: “Gli elettori hanno parlato stasera e hanno detto che sono stufi”, ha detto. Il partito vuole lavorare per frenare lo “tsunami dell’asilo”, mettere più soldi nei portafogli dei cittadini e migliorare la sicurezza, ha aggiunto Wilders, ed ha sottolineato che sarebbe disposto a scendere a compromessi sui suoi ideali anti-musulmani pur di entrare nel governo.
Personaggi della destra di tutta Europa, tra cui Marine Le Pen, Matteo Salvini e Santiago Abascal di Vox, hanno celebrato il risultato del PVV. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, si è spinto a dichiarare che “il vento del cambiamento è arrivato”. Per contro, il sindaco di Londra Sadiq Khan, ha fatto notare che le elezioni olandesi sono “un promemoria per i progressisti di tutto il mondo: la continua minaccia dell’estrema destra è reale e alle nostre porte”.
CRONACA DI IERI. Giornata di elezioni in Olanda dopo che a luglio si era dimesso l’ex primo ministro Mark Rutte. Il Partito per la Libertà (Pvv) di estrema destra, guidato da Geert Wilders, è stato il più votato nelle elezioni generali. Lo rivelano gli exit poll condotti da Ipsos, secondo i quali il Pvv prenderebbe 35 seggi alla Camera su 150.
Dopo 13 anni finirebbe quindi l’era Mark Rutte. Il Pvv (il Partito per la Libertà) è un partito antieuropeista, nazionalista e contro l’Islam che nel programma del partito non è definito una religione ma una “ideologia totalitaria”. Circa 13,3 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne per scegliere i 150 parlamentari della camera bassa, la Camera dei Rappresentanti.
Si sono complimentati subito con Wilders, il vicepremier italiano Matteo Salvini e il premier ungherese Orban. Dopo Milei in Argentina, il vento del sovranismo di estrema destra sta soffiando anche in Europa, e tra un anno gli Stati Uniti potrebbero rivotare Donald Trump per la Casa Bianca.
In base ai primi exit poll questo sarebbe il quadro: PVV (estrema destra – populista) 35 seggi; seguito dalla lista congiunta Socialdemocratici-Verdi dell’ex vicepresidente della Commissione europea, Groenlinks-PVDA (sinistra rosso verde) 26 seggi; VVD (destra) liberali di destra del premier uscente Mark Rutte, guidato dalla leader Dilan Yesilgoz 23 seggi; NSC – Omtzigt (centro-destra) 20 seggi; D66 (centro sinistra) 10 seggi; BBB (centro-destra, populista) 7 seggi; CDA – cristiano democratici 5 seggi; SP – (socialisti) 5 seggi; FVD (estrema destra) 3 seggi.
Il Pvv è il partito più grande. Lo scrive su X il leader dell’estrema destra olandese, Geert Wilders, dopo i primi exit poll delle elezioni in Olanda che vedono il suo Partito per la Libertà vincere con 35 seggi su 150. Nel post anche un video in cui Wilders esulta davanti allo schermo che fornisce i primi dati.