domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

COLPI BASSI

Una campagna sarcastica che insiste sulla personalizzazione del nemico mancava nello scenario pre-elettorale. Il vuoto è stato colmato da Atreju, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia che, pensando di essere originale e spiritoso, ha lanciato su X, Instagram e Facebook delle card in cui, anziché parlare dei problemi del Paese e delle soluzioni necessarie, mettono alla berlina giornali e personaggi non in linea con il pensiero e l’azione politica di Giorgia Meloni, diventata in un batter di ciglia semplicemente Giorgia

Operazione populistica e di bassa lega che punta a personalizzare la campagna elettorale e, nello stesso messaggio,  a spersonalizzare gli avversari, veri o presunti, del racconto della Destra italiana. Molti esponenti e commentatori hanno criticato tale comunicazione.

di Sofia Gadici *

La campagna elettorale per le elezioni europee è entrata nel vivo ed è sui i social network che si gioca la vera partita, è sui social che si cerca la comunicazione più diretta ed efficace. In questa fase è Atreju a far parlare più di sé. L’account legato alla festa del movimento giovanile di Fratelli d’Italia per spingere gli elettori a votare Giorgia Meloni sta sfruttando i nomi e i volti di quei giornalisti e giornali che non sono vicini alle posizioni del governo.

Corrado Formigli, la redazione di Repubblica, Maurizio Molinari, Enrico Mentana e Lilli Gruber, Giovanni Floris, Roberto Saviano, Andrea Scanzi, ma anche Fazio, Littizzetto e Scurati. Sono diventati tutti i protagonisti di “ironiche” card pubblicate su X (ex Twitter), Instagram e Facebook. Il messaggio è più o meno sempre lo stesso “Anche se lei (o lui) ci rimane male… tu vota Giorgia”. Ma anche “Fai piangere la redazione di Repubblica… vota Giorgia”. Oppure si cavalcano aspetti della vita personale o lavorativa dei giornalisti o si travisano vecchie dichiarazioni per promuovere “Giorgia”.

PERSONALIZZARE IL NEMICO. L’intento dichiarato è quello di fare ironia, satira, ma il risultato più probabilmente atteso è quello di personalizzare il nemico. Di creare una polarizzazione attraverso la derisione. Si tratta di messaggi privi di contenuto politico e semplicemente diretti a mettere una parte contro l’altra: giornalisti contro Meloni, giornalisti contro popolo.

Il tutto realizzato con un linguaggio aspro, facile e politicamente scorretto molto comune sui social. Linguaggio che solitamente è usato per vendere prodotti o catturare like, ma che da almeno un decennio ha fatto breccia anche nella politica e viene abitualmente usato da molti leader populisti. Donald Trump primo tra tutti.

Alla campagna social di Atreju hanno fatto eco numerosi messaggi di solidarietà nei confronti dei giornalisti coinvolti. “L’Esecutivo Usigrai – scrive in una nota il sindacato dei giornalisti Rai – esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi e alle colleghe di Repubblica oggetto di un messaggio pubblicato sulla pagina social di Atreju, la festa dei giovani di Fdi, trampolino di lancio della presidente del consiglio Giorgia Meloni.

‘Fai piangere la redazione di Repubblica, scrivi Giorgia’, non appare né una frase ironica, né satirica, ma un invito alla violenza, in una campagna elettorale che il governo incentra sull’attacco alla libera informazione. Per questo, noi siamo al fianco di colleghe e colleghe attaccati solo perché ogni giorno provano a raccontare una realtà che qualcuno preferisce resti nell’ombra”.

Atreju ha risposto alle critiche attaccando con sarcasmo: “Ciao, sono un giornalista di sinistra semplice, se la destra fa ironia è attacco ed intimidazione, se a farlo è la sinistra di chiama satira e libertà”. I commenti a questi “post” non sono tutti positivi. C’è chi scrive “Quanto mi gasate con sta comunicazione” e chi la definisce “propaganda populista e spicciola”.

* professionereporter.eu

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