martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Immigrati, alluvione e razzismo: il presidente Mattarella batte tre colpi

Tre colpi agli argomenti della Destra italiana e alle sue inefficienze: immigrazione, ritardi negli aiuti agli alluvionati, razzismo. Li ha battutti da Rimini, alla giornata conclusiva del Meeting di Comunione e Liberazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Messaggi chiari, ispirati ai principi della nostra Costituzione. Ai giovani: “Non rinunciate alle relazioni personali, all’amicizia, all’amore e all’impegno”.

IMMIGRAZIONE. “Una pace giusta non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere. Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato con centinaia di altre persone nel Mediterraneo.

Recuperato il suo corpo, si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli singole persone, con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro tante volte cancellato”. Questo uno dei passaggi più intensi del discorso del capo dello Stato.

“Amicizia: comincia da noi. Dal nostro modo di essere. Dalla nostra voglia di dare più umanità al mondo che ci circonda. La speranza è in voi giovani. Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri” è stato l’appello di Mattarella.

“Non vi chiudete, non fatevi chiudere in tanti mondi separati. Usate i social sempre con intelligenza – altra raccomandazione – impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio vescovo di tanti anni addietro. Non rinunciate mai alle relazioni personali; all’incontro personale, all’affetto dell’amico, all’amore, alla gratuità dell’impegno” ha scandito Mattarella tra gli applausi.

ALLUVIONE. Il capo dello Stato ha parlato anche di ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, raccogliendo il battimani più caloroso: “I cittadini della Romagna e i loro sindaci non vanno lasciati soli dopo l’alluvione”. Un nuovo applauso quando Mattarella ha parlato di pace giusta in Ucraina.

Poi una strenua difesa della nostra Costituzione ricorrendo alla parole che Giuseppe Dossetti pronunciò nel 1995 all’università di Parma: “‘Non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del ’48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa’ disse. ‘La Costituzione americana è in vigore da duecento anni e in questi due secoli nessuna generazione l’ha rifiutata o ha proposto di riscriverla integralmente; ha soltanto operato singoli emendamenti puntuali al testo originario dei Padri di Philadelphia; nonostante che, nel frattempo, la società americana sia passata da uno Stato di pionieri a uno Stato oggi leader del mondo’”.

RAZZISMO. Uno dei passaggi più netti del discorso di Mattarella è stato quello sul razzismo, che molti osservatori hanno letto come una risposta indiretta alle tesi del generale Vannacci e alla pelosa solidarietà che gli è arrivata da alcuni esponenti della Destra italiana, anche di governo.

“La nostra Costituzione nasce per superare, per espellere l’odio, come misura dei rapporti umani. Quell’odio che la civiltà umana ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza”.

“Vorrei che ci interrogassimo su cosa si fonda la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? – si è chiesto il capo dello Stato – È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente anche a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo“.

Secondo il presidente “l’aspirazione non può essere quella di immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento. L’opposto del rispetto delle diversità, delle specificità proprie a ciascuna persona. Non a caso, la pretesa della massificazione è quel che ha caratterizzato ideologie e culture del Novecento che hanno portato alla oppressione dell’uomo sull’uomo”.

Mattarella non si è riferito in modo esplicito a nessuna questione di attualità, ma non si può non ricordare che proprio negli ultimi giorni – tra le mille uscite scomposte del generale Roberto Vannacci – ce n’era una che le riassumeva probabilmente tutte: “Se questa è l’era dei diritti – è scritto nel libro dell’ufficiale – allora, come lo fece Oriana Fallaci, rivendico a gran voce ancheil diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente nei toni e nelle maniere dovute“.

 

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