Negli ultimi decenni, i tassi di natalità in Europa sono scesi al di sotto del tasso di sostituzione (cioè il livello necessario a mantenere stabile la popolazione), e questa tendenza è destinata ad accelerare in futuro. Di conseguenza, la maggior parte dei paesi europei vedrà la propria popolazione diminuire da oggi fino al 2100. Naturalmente, i Paesi più popolosi del continente subiranno le variazioni più significative, come la Germania (-13,8 milioni), la Polonia (-18,8 milioni) e l’Italia (-23,8 milioni). Il nostro Paese si appresta a entrare definitivamente nell’inverno demografico con il rischio di non uscirne più.
Queste le proiezioni della popolazione europea al 2010 secondo l’Onu.
A livello regionale, l’Europa orientale registra cali demografici dagli anni Novanta, e questa tendenza continuerà ad accelerare nel corso del secolo. Russia e Ucraina, insieme, perderanno 40 milioni di abitanti entro il 2100.
Tuttavia, la migrazione (sia all’interno del continente che da fuori) può contribuire a sostenere i livelli di popolazione. Per il Regno Unito (+4,8 milioni) e la Francia (+1,8 milioni), ciò comporterà una crescita demografica anziché un declino. Si tratta però di un gruppo ristretto. Secondo le proiezioni dell’ONU, solo sette Paesi europei avranno una popolazione maggiore nel 2100 rispetto al 2025. È importante ricordare che queste sono stime e possono variare a seconda della fonte. Eurostat (l’ente ufficiale di statistica dell’UE) prevede che più Paesi saranno in crescita rispetto alle stime dell’ONU, anche se le sue proiezioni risalgono al 2022.
Il calo della popolazione non è qualcosa per cui la maggior parte delle economie è preparata. Meno persone significano una riduzione della domanda dei consumatori, che è fondamentale per l’economia. Significa anche una base fiscale più ridotta, il che incide direttamente sui vasti programmi di welfare per cui l’Europa è famosa.
Negli ultimi decenni, la migrazione verso la regione (proveniente dall’Asia e dal Medio Oriente) ha contribuito alla crescita demografica. Tuttavia, l’effetto di spinta della migrazione internazionale è destinato a ridursi molto prima di quanto molti si aspettino. Eurostat prevede che il picco demografico europeo sarà raggiunto nel 2026, dopodiché la popolazione inizierà a diminuire.