Mentre continua la guerra nella Striscia di Gaza, le vittime palestinesi sono25.295 dal 7 ottobre, la sitiuazione si fa sempre più tesa a Gerusalemme. Decine di parenti degli ostaggi detenuti da Hamas hanno invaso una seduta della commissione Finanze della Knesset, il parlamento di Israele, chiedendo ai deputati di fare di più per cercare di liberare i loro cari. A quanto si apprende, gli usceri del palazzo, spesso pronti a espellere disturbatori o manifestanti, stavolta non sono intervenuti.
Una donna ha mostrato le foto di tre membri della famiglia che erano tra le 253 persone sequestrate il 7 ottobre. “Solo uno vorrei che tornasse vivo, uno su tre!”, ha gridato la manifestante dopo essersi intrufolata nella discussione della Commissione Finanze della Knesset.
Altri manifestanti, vestiti con magliette nere, reggevano cartelli con scritto: “Non starete qui seduti mentre laggiù stanno morendo”. “Rilasciateli ora, ora, ora!”, hanno cantato. I manifestantisono poi stati allontanati dalla commissione. che tuttavia ha comunque sospeso i suoi lavori.
Le famiglie degli ostaggi rimarranno barricate davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme finché non verrà raggiunto un accordo. Una nuova manifestazione è prevista per questa sera. “Dopo 108 giorni in cui 136 ostaggi sono tenuti nelle profondità dei tunnel di Hamas senza medicine, cibo, acqua e cure mediche adeguate, le famiglie degli ostaggi chiedono al primo ministro e ai membri del Gabinetto di guerra di sfruttare appieno ogni opportunità di rilascio di tutti gli ostaggi vivi, perché non ci sarà immagine di vittoria senza la restituzione di tutti gli ostaggi”, sottolinea il Forum delle famiglie degli ostaggi.
La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri concordano che ci sono troppe vittime civili, ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo”. Lo ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, arrivando al Consiglio affari esteri a Bruxelles. “Non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, ha aggiunto.
Nei giorni scorsi si è registrata la ferma presa di posizione di Netanyahu sull’ipotesi dei due Stati in Palestina con la gelida telefonata tra il primo ministro israeliano e il presidente americano Joe Biden. Il primo ministro è contrario a tale ipotesi e lo sarà fino a quando restarà al governo. La guerra nella Striscia di Gaza continuerà fino allo smantellamento dell’organizzazione di Hamas.