I dodici migranti rinchiusi ieri nel centro italiano di accoglienza in Albania ora dovranno rientrare in Italia. Il trattenimento in Albania dei migranti egiziani e bengalesi chiusi ieri nel centro di Gjader non è stato convalidato dal giudice e quindi dovranno fare ritorno in Italia. Un traghetto dall’Albania li riporterà a Bari. Lo ha confermato all’agenzia Dire la delegazione di monitoraggio del Tavolo Asilo, che sta incontrando la funzionaria del Viminale che gestisce il centro. Si sta assistendo a una nuova Odissea nel Mediterraneo, Italia-Albania-Italia, segno di una evidente approssimazione nella gestione del problema.
Il giudice di Roma ha sentenziato che “il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute”.
L’operazione strombazzata dai media filo governativi come innovativa si sta dimostrando alla prima verifica sul campo un autentico fallimento. La decisione del ritorno in Italia è stata comunicata con una nota firmata dalla presidente di sezione per i diritti della persona e l’immigrazione Luciana Sangiovanni.
Non si sono fatte attendere le reazioni. Il ministro dell’Interno Piantedosi annucnia il ricorso del governo contro la sentenza del giudice di Roma. Giorgia Meloni non riesce a trattenere l’ira e avverte: “Decideremo noi, lunedì in consiglio dei ministri, quali sono i Paesi sicuri”. Dall’opposizione la segretyaria dem Elly Schlein invita invece il governo a fermarsi “c’è un evidente danno erariale. Ora in Albania dovete smontare tutto, tornare indietro e chiedere scusa agli italiani”. Si è aperta così la direzione del Pd al Nazareno. L’intero meccanismo non sta in piedi. Già prima del pronunciamento del tribunale poco fa avevano dovuto riportare indietro quattro persone, due fragili e due minori. L’abbiamo sempre detto. Non è pensabile identificare minori e fragili su una nave”. Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e lo stesso Pd chiedono all’Unione Europea di aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.