lunedì 10 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA CASSAZIONE / Il governo dovrà risarcire i migranti della nave Diciotti che Matteo Salvini non fece sbarcare

Le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che il governo dovrà risarcire i migranti della nave Diciotti, decisione che la presidente Meloni giudica “opinabile”. Ora il giudice di merito dovrà quantificare il danno. La Cassazione ha così accolto il ricorso presentato da un gruppo di migranti a cui, dal 16 al 25 agosto del 2018, dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini fu impedito di sbarcare dalla nave Diciotti della Guardia Costiera che li aveva soccorsi in mare.

Reagisce alla sentenza la premier Giorgia Meloni: ‘Soldi dei cittadini onesti a chi entrò in Italia illegalmente’. Critico anche Matteo Salvini: ‘Paghino i giudici se amano tanto i clandestini’. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein: ‘Giorgia Meloni non attacchi i giudici per coprire i fallimenti’.

“L’obbligo del soccorso – hanno scritto i giudici – in mare corrisponde a una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”. I giudici escludono “che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale. Si è in presenza, piuttosto di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini. Le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo. Non vi è dunque difetto assoluto di giurisdizione”.

La Cassazione aggiunge: “Nella misura in cui l’ambito di estensione del potere discrezionale, anche quello amplissimo che connota un’azione di governo, è circoscritto da vincoli posti da norme giuridiche che ne segnano i confini o ne indirizzano l’esercizio, il rispetto di tali vincoli costituisce un requisito di legittimità e di validità dell’atto, sindacabile nelle sedi appropriate. E tra tali vincoli rilievo primario ha certamente il rispetto e la salvaguardia dei diritti inviolabili della persona. L’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”.

Nell’istanza si chiedeva la condanna del Governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali determinati nei profughi dalla privazione della libertà. Il collegio ha rinviato al giudice di merito la quantificazione del danno di fatto, condannando però il Governo.

Per la vicenda, il Tribunale dei ministri di Palermo indagò l’allora ministro dell’Interno Salvini per sequestro di persona ritenendo illegittimo il trattenimento dei profughi sull’imbarcazione italiana. Il caso fu poi trasmesso a Catania per competenza territoriale e la Procura etnea chiese l’archiviazione. Il tribunale dei ministri locale la respinse chiedendo al Senato l’autorizzazione a procedere per il leader della Lega. A Palazzo Madama (erano i tempi del Governo M5S-Lega) la Giunta per le Autorizzazioni a procedere votò contro.

GIORGIA MELONI. “Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del Procuratore Generale”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni sui social. “In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano”, aggiunge.

Anche il ministro degli Esteri Tajani non condivide la sentenza.”Non so cosa rispondere, credo che il dovere del governo è di difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non ne condivido le basi giuridiche”.

LA CASSAZIONE: “INSULTI INACCETTABILI”

“Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”, ha affermato, in relazione alle critiche spropositate avanzate da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, la prima presidente della Corte, Margherita Cassano.

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