Gli Stati Uniti hanno approvato un nuovo tipo di prodotto che per la prima volta consentirà di investire nei bitcoin come se fossero un normale titolo azionario.
Mercoledì la Securities and exchange commission (Sec) – l’organismo che negli Stati Uniti vigila sulla borsa – ha infatti autorizzato una serie di istituzioni finanziarie, tra cui nomi noti come BlackRock e Fidelity, a lanciare i cosiddetti exchange-traded funds (Etf) su bitcoin, degli strumenti di investimento che seguono il prezzo della criptovaluta. Il via libera è arrivato dopo che martedì un post fasullo su X da parte della Sec, vittima di un attacco informatico, aveva annunciato prematuramente gli Etf provocando il caos nel mercato dei bitcoin.
La Securities exchange commission guidata da Gary Gensler ha dato il via libera contemporaneo alle prime 11 domande pendenti per la quotazione dell’Etf (fondo passivo) fisico (garantito da collaterale) sul prezzo spot (di mercato) di Bitcoin.
A caldo la quotazione di Bitcoin è rimbalzata portandosi sopra i 46mila dollari, con la capitalizzazione della prima criptovaluta al mondo che è tornata in area 1.000 miliardi di dollari. Bisognerà vedere – avverte Il Sole 23 Ore – se l’entusiasmo proseguirà oppure se nelle prossime sedute si innescherà il “sell the news”, qualora la maggior parte di coloro che hanno cavalcato negli ultimi mesi il poderoso rialzo (+90% da settembre) proprio sull’aspettativa di questa notizia decideranno di monetizzare e portare a casa il profitto.
Ma in ogni caso si tratta, dal punto di vista dei fondamentali, di una pietra miliare per Bitcoin che alcuni paragonano a quanto accaduto per l’oro fisico nel 2004 quando arrivò a Wall Street il primo Etf agganciato al metallo giallo.
AQuindi, una decisione storica: la Sec in particolare ha autorizzato 11 etf su bitcoin negli Stati Uniti. Con la quotazione in Borsa dei nuovi prodotti si apre una nuova fase per la principale criptovaluta.
L’arrivo degli Etf su bitcoin è stato celebrato dagli investitori, secondo cui lo strumento porterà a una rinnovata a domanda per l’asset, che diventa disponibile in un formato più accessibile, e ne farà potenzialmente salire il prezzo. Una parte significativa di questi vantaggi finanziari tuttavia saranno destinati a chi opera dietro le quinte e non al mercato aperto.
“Gli enti che emetteranno gli Etf su bitcoin prenderanno una commissione sotto forma di percentuale della somma investita dai clienti. Ma a un livello più profondo è un altro sottogruppo di società – gli intermediari che forniscono l’impianto necessario al funzionamento degli Etf su bitcoin – che si prepara a guadagnare molto. Sono le aziende – spiega Joel Khalili su Wired (sito) che hanno il compito di custodire i bitcoin per conto degli emittenti, oppure di creare nuove quote degli Etf e di incassare quelle esistenti (in questo caso, si parla di authorized participants, o Ap). Un’altra serie di terze parti, i cosiddetti market maker, dovranno poi contribuire a determinare il prezzo degli Eft e garantire che gli scambi avvengano senza problemi sul mercato”.
Per i profani di Borsa e finanza c’è da dire che il Bitcoin è una valuta criptata digitalmente che gira su una blockchain – ovvero un database di transazioni immutabile e distribuito. E’ stato creato nel 2008 da una persona o un gruppo di persone conosciute con lo pseudonimo di “Satoshi Nakamoto”. Attualmente è valutato sui 45-47mila euro.