Netta affermazione di Marco Marsilio e del centrodestra alle regionali dell’Abruzzo. Il presidente uscente è stato riconfermato con un vantaggio di 7 punti sullo sfidante Luciano D’Amico del centrosinistra. I numeri finali delle 1.634 sezioni scrfutinate dicono che Marsilio ha ottenuto 327.660 voti pari al 53,5%. Lo sfidante D’Amico ha ottenuto 284.748 voti pari al 46,5%.
L’aspetto politico più rilevante di queste elezioni, che hanno avuto e hanno un peso nazionale, è che Forza Italia è diventato il secondo partito della coalizione di centrodestra, relegando a un ruolo più marginale la Lega di Salvini da cui si può prevedere ora una sottile competizione con FdI di Giorgia Mloni, a meno di rivolgimenti nella leadership del Carroccio.
Nel centrosinistra, sia Conte, sia Elly Schlein hanno ribadito l’importanza dell’alleanza, anche se i Cinque Stelle hanno mostrato tutta la loro debolezza nelle varie elezioni amministrative. Segni di vitalità sono arrivati dal Partito Democratico che lamenta, spulciando tra i dati, la mancata affermazione del candidato D’Amico nella circoscrizione di Pescara, nonostante nella città sia riuscito a conseguire un 52,3% di voti.
Per tornare ai Cinque Stelle, nelle passate regionali la loro candidata alla presidenza, Sara Marcozzi, ottenne un eccellente 20,2% con più di 126mila voti. La stessa Marcozzi è poi trasmigrata in Forza Italia, con il fondato sospetto, alla luce dei dati odierni, che sia riuscita a portare parte dei suoi voti al partito di Tajani.
Si prospetta, come previsto da tempo un allontanamento dall’area pogressista di Calenda e di Matteo Renzi, quest’ultimo ormai del tutto estraneo a qualsiasi coinvolgimento con Pd e 5 Stelle, anzi con il non tanto segreto obiettivo di diventare un leader di centro, là dove sembra però ben posizionato il partito di Tajani. Tutte valutazioni che restano congelate fino al voto delle Europee dell’8 e 9 giugno. E’ di certo l’elezione più importante, che deciderà i destini del continente, ma anche di buona parte del futuro del nostro Paese. (PdA)
I DATI FINALI
Valanga di voti per il candidato meloniano nella circoscrizione dell‘Aquila, mentre dalle città della costa adriatica non sono arrivati segnali incoraggianti per chi lo ha sfidato da sinistra: 61,31 per cento contro il 38,69. Una differenza di quasi 33mila voti, non pochi considerando le aspettative della vigilia.
D’Amico è riuscito a prevalere, ma per quasi 500 voti, solo nella circoscizione di Teramo (50,18 contro 49,82%). A Pescara, feudo del parlamentare dem Luciano D’Alfonso, in passato anche sindaco della città, non c’è stata partita: Marsilio ha sovrastato D’Amico di quasi 5mila voti (51,7 contro 48,3). Stesso andamento nella circoscrizione di Chieti, 5.500 voti in più per il presidente uscente sullo sfidante (51,53 contro 48,47).
Per ciò che riguarda le coalizioni, le liste di centrodestra hanno fatto registrare un complessivo 54,67 per cento (con 17 seggi conquistati), contro il 45,33 del cosiddetto Campo Largo (12 seggi).
I voti ai partiti che hanno sostenuto i due candidati ci dicono che Fratelli d’Italia è il primo partito della Regione, seguito da Pd e, a sorpresa, come terzo, Forza Italia. Cadute della Lega e del Movimento Cinque Stelle. Azione di Calenda riesce a entrare in consiglio regionale, così come Alleanza Verdi Sinistra.
Voti e seggi alle liste: FdI 24,1% (8 seggi) – PD 20,29% (6) – Forza Italia 13,44% (4) – Lista D’Amico 7,66% (2) – Lega 7,56% (2) – M5S 7,01% (2) – Lista Marsilio 5,72% (2) – Azione 4% (1) – Alleanza Verdi Sinistra 3,57% (1) – Riformisti 2,81 % (0) – Noi Moderati 2,68% (1) – Dc 1,17% (0).