venerdì 31 Gennaio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA GRAZIA A 1.600 ASSALITORI / La polizia Usa furiosa: “Tradimento”

 

Sono bastate poche ore e un ordine presidenziale per scatenare l’indignazione delle forze dell’ordine e di buona parte dell’opinione pubblica americana. Tra i primi provvedimenti di Donald Trump c’è stata la concessione una grazia collettiva agli imputati dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, un atto che molti vedono come un vero e proprio colpo di Stato contro i principi dello stato di diritto.

Tra i più scossi c’è Aquilino Gonell, ex sergente della Polizia del Campidoglio, che al Washington Post ha apostrofato il gesto come “un oltraggio al nostro servizio e al sacrificio compiuto per difendere la democrazia”. Gonell, insieme ad altri agenti, aveva testimoniato in tribunale contro molti di quegli stessi imputati che, a inizio 2021, avevano attaccato con violenza le forze dell’ordine, armati di spray al peperoncino, scudi e persino martelli.

Il provvedimento ha cancellato le pene per quasi 1.600 imputati, liberando anche figure di spicco come Enrique Tarrio, leader della milizia suprematista Proud Boys, e Stewart Rhodes, capo degli omologhi Oath Keepers. Tarrio stava scontando una condanna a 22 anni per aver organizzato un “esercito” volto a ribaltare l’esito delle elezioni del 2020. Rhodes, condannato a 18 anni, ha approfittato della libertà per tornare al Congresso, esigendo la scarcerazione anche per gli membri del suo gruppo rimasti esclusi dall’amnistia.

Le reazioni non si sono fatte attendere. “È un tradimento, non solo verso di noi, ma verso tutti gli americani,” ha dichiarato Craig Sicknick, fratello di Brian, un poliziotto deceduto in seguito all’assalto. Michael Fanone, ex agente della polizia metropolitana di Washington, ha vissuto sulla propria pelle l’attacco: trascinato fuori dal Campidoglio, è stato picchiato e colpito con un taser fino a perdere conoscenza. “Non c’è empatia per gli agenti che hanno rischiato la vita facendo il loro lavoro,” ha dichiarato Fanone.

Secondo fonti ufficiali, 135 poliziotti si sono dimessi entro la fine del 2021, un aumento significativo rispetto all’anno precedente dovuto anche all’incapacità di sopportare il trauma oltreché alla mancanza di sostegno da parte delle istituzioni.

Anche alcune voci repubblicane hanno criticato la scelta di Trump, sottolineando che il perdono a chi ha attaccato agenti di polizia mina la credibilità di chi sostiene le forze dell’ordine. Ma gran parte del partito ha deciso di allinearsi con l’ex presidente, ormai padre-padrone del GOP.

Sul fronte democratico, le reazioni sono state più dure. La giudice Beryl Howell ha definito l’amnistia una “pericolosa mistificazione revisionista” che incoraggia future violenze politiche. E secondo gli analisti, la decisione potrebbe rinvigorire i gruppi estremisti, che ora vedono confermata la narrativa di un’elezione “rubata” e legittimata la violenza come strumento politico. Ricercatori che monitorano i gruppi estremisti temono infatti che gli ex detenuti possano riorganizzarsi e cercare vendetta contro chi li ha denunciati, inclusi giornalisti, giudici e funzionari pubblici. Nel frattempo, gli agenti ancora in servizio cercano di andare avanti. Tra questi anche Daniel Hodges, famoso per un video in cui veniva schiacciato contro una porta dalla folla. “Ho fatto il mio dovere allora, e continuo a farlo ora, ma la sensazione di tradimento è difficile da ignorare”. (In collaborazione con The Voice of New York)

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