Tutti contri Daniela Santanchè intervenuta ieri in Senato per chiarire le vicende delle sue aziende travolte dalle notizie di irregolarità e maxi debiti col Fisco diffuse dall’inchiesta di Report. Il Movimento 5 stelle ha presentato una mozione di sfiducia, di fatto in molti nell’opposizione – dal Pd a +Europa – usano toni durissimi verso la ministra. E c’è chi torna a chiedere le dimissioni. Interviene anche l’Ordine dei giornalisti: “Basta aggressioni fisiche e verbali a chi fa il nostro lavoro”.
“È bene chiarire che noi distinguiamo bene quella che è la responsabilità giuridica da quella politica. In Aula oggi non c’è stato un processo giudiziario ma è emerso un aspetto di responsabilità politica che ci ha spinto a formalizzare la mozione di sfiducia”. Questa la reazione del leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, alla conferenza stampa della ministra al Turismo.
“Abbiamo visto una ministra sempre molto aggressiva che è stata bravissima a dipingersi come vittima. Ma la vittima non è lei, sono le persone qui presenti, i dipendenti Ki group. Quello che è emerso da parte della ministra è un atteggiamento imprenditoriale padronale con una condotta altamente diseducativa che a nostro modo di vedere non le dovrebbero consentire di fare il ministro. Ricordiamo che Josefa Idem fu costretta a dimettersi per non aver pagato seimila euro di Imu”, ha concluso Conte.
“A Meloni già lo abbiamo detto che in Europa si va a testa alta, altrimenti non si viene ascoltati. Lei è particolarmente fragile sulle posizioni che porta in Europa, su tutti i dossier non sa che pesci prendere, vedi Mes, Pnrr e Patto stabilità e crescita. C’è incertezza su tutto ed è chiaro che così diventa difficile esprimere quella credibilità e autorevolezza internazionale di cui il Paese ha diritto. L’autorevolezza non te la regala nessuno, la prendi tu giorno per giorno. In Europa e all’estero l’autorevolezza passa anche per un ministro che non passa gli standard dell’etica pubblica. Con Siri valutai le carte e lo costrinsi alle dimissioni” ha concluso l’ex premier Conte.
Particolarmente dura la reazione del segretario di +Europa, il radicale Riccardo Magi per il quale “in Senato Daniela Santanchè avrebbe almeno potuto risparmiarci la manfrina vittimistica e avrebbe potuto cogliere l’occasione per spiegare agli italiani la reale situazione delle sue aziende e delle sue responsabilità. Per noi di +Europa resta tutta l’inadeguatezza politica di un ministro che è in pieno conflitto di interessirispetto alla situazione della messa a gara delle concessioni balneari, che non è un dettaglio come il governo vorrebbe farci credere, ma si parla di milioni e milioni sottratti all’erario, di una barriera alla concorrenza e agli investimenti, nonché la protezione di una categoria a danno di tutti gli altri. Può anche non dimettersi la ministra Santanchè, ma il giudizio politico su di lei è definitivo e impietoso”.
Il deputato e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha definito l’intervento della ministra un concentrato di arroganza e strafottenza. È stato uno schiaffo all’Italia, che pretende dai rappresentanti del governo comportamenti moralmente indiscutibili. I suoi sono comportamenti indegni. Attaccare i giornalisti che svolgono il loro mestiere crea un clima inaccettabile, dando l’impressione di sentirsi al di sopra di ogni legittima critica. Oggi, l’arroganza di Santanchè conferma che non può ricoprire la carica di ministra ed è inquietante che la presidente Meloni difenda l’indifendibile”.
C’è una profonda differenza tra essere garantisti e sostenere che comportamenti gravemente inappropriati di un membro di governo debbano essere considerati irrilevanti fino a eventuale sentenza passata in giudicato. In tutte le democrazia liberali i membri di governo rispondono dei loro comportamenti, indipendentemente dalle vicende giudiziarie. Non abbiamo chiesto le dimissioni della Santanchè fino ad oggi. Abbiamo chiesto spiegazioni. Le spiegazioni date sono parziali, inesistenti o omissive. E’ quanto ha detto Carlo Calenda di Azione.
“La verità non è mai schifosa. A governo, Parlamento e politica chiediamo rispetto per l’informazione che è caposaldo imprescindibile per qualsiasi democrazia. Tanto più in una situazione di continue aggressioni a giornalisti”.
Lo ha detto Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, replicando alle parole con cui la ministra del Turismo, ha attaccato la stampa durante la sua informativa in Senato.
“Anche nelle ultime ore abbiamo assistito ad una impressionante sequenza di aggressioni, fisiche a verbali”, ha continuato, intervenuto a Firenze, all’assemblea dell’Associazione Stampa Toscana. “A Lampedusa si sono susseguiti a stretto giro diversi atti di violenza contro colleghi di Rai, Mediaset e Italpress. A tutti va la nostra solidarietà e continuo a ringraziare il Ministero dell’Interno e le forze dell’ordine che si adoperano quotidianamente e con generosità per garantirne l’incolumità. L’invito rivolto i parlamentari è quindi di usare “continenza nelle loro espressioni”. “Quella stessa che chiedono ai giornalisti: basta gettare discredito; mettiamo un freno alle aggressioni, sia fisiche che verbali, contro chi lavora per raccontare i fatti, anche quelli scomodi.”
LA CRONACA DI MERCOLEDI’ 5 GIUGNO 2023
Con l’autodifesa nell’Aula del Senato, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha riferito sulle vicende relative alla gestione delle sue aziende, scaturite da un’inchiesta di Report. Ha dedicato buona parte del suo intervento iniziale ad attaccare il giornale Il Domani che stamani pubblicava la notizia di un avviso di garanzia nei suoi confronti. “Contro di me pratiche sporche e schifose da parte della stampa”.
Ma i fatti e le polemiche che la riguardano sono precedenti alla notizia dell’indagine che alcuni giornali, proprio mentre la ministra stava parlando, hanno confermato. “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi”.
“Ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti”, ha anche detto la ministra (nella foto da Sky Tg24), precisando che dalla stampa arrivano “pratiche sporche e schifose” e che “se non fosse per il rispetto che porto per quest’aula dopo l’uscita proditoria del Domani, chiuderei qua il mio intervento ma, aspettando un segno concreto da parte di tutti i colleghi, provo a riprendere il filo del mio intervento”.
“Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che devo a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo. Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario” ha poi scandito.
“Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità, nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo”.
LE REAZIONI. I 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia contro la ministra, mentre Azioni e Italia Viva si sono divise. “Abbiamo da pochi minuti presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti” ha detto alla Santanché il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli. In Aula è scattato il coro del gruppo pentastellato “Dimissioni, dimissioni”.
“Non ci siamo spaccati ma Paita ha detto a Calenda: se vuoi fare il giustizialista fallo pure. Ma non lo farai a nome del gruppo. Se vuoi parli in dissenso a fine seduta. Noi saremo garantisti con Fratelli d’Italia come FdI non lo è stata con noi” sottolineano fonti di Italia Viva sull’esito della riunione di Azione-Italia Viva, presieduto da Raffaella Paita di Iv.
Calenda ha replicato: “Santanchè spieghi e, se non spiegasi deve dimettere. Il penale non ci interessa ma se non hai pagato il Tfr e gli stipendi ai dipendenti, se non hai pagato i fornitori, se tutto questo è vero non puoi fare la ministra”.
“Sempre garantisti, verificheremo le cose dette oggi in aula da Santanchè. Non seguiremo Calenda sulla linea grillina, del Fatto Quotidiano e di Report” ha invece precisato Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva. Quindi, pur di non rincorrere i fatti sulla presunta mala gestione delle aziende della ministra, ci si rifugia nelle accuse ai giornalisti. Un trucco vecchio come il mondo. Quel che interessa all’opinione pubblica è se le critiche e le accuse alla ministra del Turismo siano fondate o meno. I giornalisti riportano notizie e fanno inchieste. Vale sempre l’aforisma di Paul Valery: “Quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore”.