giovedì 21 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

COMMENTO / “Sono Giorgia, sono donna, madre, cristiana e… derisa”

Giorgia Meloni si candida ovunque. E accompagna la sua decisione con l’ennesimo racconto della sua biografia di donna del popolo che ha dovuto lottare contro coloro che la deridevano per anni viste le sue radici popolari. “Io sono stata derisa per anni (derisa? non risulta, ndr) per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara (chi l’ha chiamata così?, boh, ndr) – ha detto stamani a Pescara, perché loro (loro chi?, ndr) sono colti… Ma io sono fiera di essere una persona del popolo”.

La presidente del Consiglio non si smentisce. Il suo atteggiarsi a vittima di chissà quali persecuzioni subite nel corso della sua giovane esistenza è la cifra del racconto che riserva ai suoi e agli italiani. A sentirla enfatizzare la sua biografia sembra la piccola fiammiferaia alle prese con un mondo che l’ha sempre ridotta ai margini. Una storia, in apparenza, da romanzo della Londra di Dickens, solo in apparenza però.

Il perché è semplice, basta scorrere il suo curriculum e dargli l’esatto valore per convincersi che la narrazione della premier, ribadita alla manifestazione di Pescara, si discosta parecchio dalla realtà. Beninteso, la vita privata con il suo carico di difficoltà che spesso riserva, non va confusa con la carriera e i privilegi accumulati.

A sentirla sembra una donna che ha dovuto superare immani difficoltà, scalare montagne, prima di arrivare dov’è arrivata oggi, cioè a Palazzo Chigi. Per carità, nessun dubbio sulle sue capacità politiche rinvigorite dalla lunga militanza, ma a farne un simbolo del riscatto di cui sono capaci le persone motivate e determinate, ce ne corre.

Giorgia Meloni è nata a Roma nel 1977, ha quindi 47 anni. A 15 anni aderisce al Fronte della Gioventù, organizzazione di Destra, per diventare poi, a 21 anni, consigliere della Provincia di Roma. Nel 2006, a 29 anni, diventa giornalista professionista. E’ l’anno della sua elezione a deputata con An (stipendio commisurato alla carica) e assume la carica di vicepresidente della Camera.

Viene rieletta nel 2008 e a 31 anni, l’età in cui qualsiasi giovane italiano è ancora alle prese con il suo di futuro, e nominata ministra della Gioventù da Berlusconi , ma del suo ministero non è rimasto nulla, nemmeno il ricordo. A 35 anni fonda, con La Russa e Crosetto, Fratelli d’Italia. Nel 2016, a 39 anni, nasce la figlia Ginevra. Non è, a dire il vero, la biografia di una borgatara romana della Garbatella, ma di una persona che si è fatta largo nella difficile vita politica, ma standosene ben piazzata nella rassicurante bambagia del potere, anche d’opposizione.

Sul piano culturale, la signora Meloni sembra amare solo Tolkien. Magari qualche altra lettura le avrebbe fatto capire che non c’è solo il mondo di mezzo popolato di elfi. Anche Steinbeck, ad esempio, ha qualcosa da insegnarci. Ma è questione di gusti e non bisogna quindi farne un colpa.

Oggi, la borgatara derisa-non-si-sa-da-chi, continua a insistere e a propinarci il racconto di una donna del popolo che ha lottato e lotta contro quei maledetti “radical-chic”, la nuova classe sociale affollata da cerchie di intellettuali, politici e manager di stanza a Capalbio.

Un ritornello efficace e che la dice lunga. E’ facile indicare al dileggio dell’opinione pubblica gente che se la passa bene e può permettersi lunghi e tranquilli soggiorni in riva al Tirreno. Qui è arrivato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, qui Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, fu immortalato mentre baciava la moglie Aureliana Alberici, e dove Lilli Gruber fu fotografata in topless. E allora?

Se la sinistra di Capalbio amava Capalbio, la destra e la politica romana amavano l’esclusivo salotto della vedova di Angiolillo, fondatore del Tempo, luogo leggermente di Destra e molto amato dall’aristocrazia nera romana. Non si sa se la signora Meloni sia stata ospite del salotto del vero potere e dell’intreccio, dove qualche volta si facevano e di disfacevano governi. Ma la storiella della figlia del popolo ha le gambe corte. Non male la sua narrazione che sembra ispirata alla rimozione dei fatti,  quantomeno dei particolari.

Oggi è presidente del Consiglio, amata dai poteri forti e da gran parte dei media, sensibile ai desiderata delle banche e dei banchieri, e di altre lobby, veste griffata e se ne va in vacanza nella nuova Capalbio della Destra, la costosa Puglia dell’intramondabile Bruno Vespa. Non è poco. Ma dopo avercelo ripetuto fino alla noia, dovrebbe ora smetterla con il presentarsi come il fenomeno del popolo che vince e abbatte il drago della sinistra. Il suo “sono Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana” urlato a Madrid davanti agli estremisti di Vox, avrebbe bisogno, proprio in occasione della campagna elettorale per l’Europa (dove mai andrà se eletta), di un’aggiunta: “sono derisa”.  Ma sarà poi vero?

PdA

 

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti