Momento difficile per tutto il Paese vista la disastrosa alluvione in Romagna. Alle preesistenti difficoltà si sommano vari problemi, primo tra tutti una ricostruzione che metta al riparo il territorio da tanti pericoli. Impressionanti le stime dei danni in agricoltura. Prime misure per le famiglie.
Il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha illustrato alla Camera i primi provvedimenti per gli alluvionati dellìEmilia.
“Ai nuclei famigliari andrà un contributo di 400 euro per i monofamiliari, 500 per le famiglie con due persone, 700 per quelle con tre, 800 per quelle con 4, fino a un massimo di 900 euro mensili. Qualora siano presenti portatori di handicap o disabili è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ognuno dei soggetti indicati”. Musumeci ha anche fatto riferimento al provvedimento sulla sospensione dei mutui per i cittadini delle zone colpite e le spese per i funerali.
Il bilancio del ministro. “Dal punto di vista idrogeologico diverse sono state le aste fluviali che hanno avuto criticità e che hanno interessato complessivamente 23 fiumi, oltre 30 frane e 500 strade chiuse per allagamenti o smottamenti. Sono state evacuate 23mila persone. Il transito dovrebbe riprendere regolarmente nelle prossime ore e restano chiuse 622 strade, molte delle quali secondarie. La maggior parte delle linee ferroviarie dovrebbe essere riattivata entro inizio giugno”.
Foto: Mais, l’asinello simbolo della resistenza all’alluvione. Dal post di Paolo Boldrini
CRONACA DEL 23 MAGGIO
La Romagna è ora alle prese con il contenimento delle conseguenze delle inondazioni, ma l’orgogliosa e tenace popolazione è attesa anche al superamento dei problemi legati alla ricostruzione e all’urgente riparazione del suo territorio ferito dall’acqua e dal fango.
Fondamentale sarà una riprogettazione del sistema idrogeologico per mettere al riparo i territori, soprattutto nelle zone appenniniche, dai pericoli delle frane e degli smottamenti e per la sua rete viaria danneggiata oltre ogni misura. Il ruolo del governo nazionale e delle comunità locali sarà fondamentale, così come lo è stato, alcuni anni fa, per il terremoto.
Ad aggravare il già drammatico bilancio di questa emergenza sono le stime dei danni subiti dall’agricoltura che avranno un impatto anche sul resto della comunità nazionale.. Confagricoltura Emilia Romagna ha fatto una prima valutazione dell’alluvione: fino a 6.000 euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, orticole e colture da seme) e a 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Dal calcolo sono state escluse le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e sulle anticipazioni di liquidità necessarie per far ripartire l’attività.
Particolarmente grave il bilancio per i frutteti il cui raccolto, si teme, potrebbe essere compromesso anche per i prossimi 4 o 5 anni. L’acqua rimasta nei frutteti ha ‘soffocato’ le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni .
Anche la Coldiretti parla di danni molto gravi per la fruit valley italiana (con aumenti considerevoli dei prezzi di albicocche, pesche nettarine, susine, mele, pere, ciliegi, kaki, kiwi, fragole e ortaggi, e con 15 milioni di piante da estirpare) e ipotizza una produzione “di almeno 400 milioni di chilogrammi di grano nei terreni allagati, dove si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale”.
Forte impatto anche sui mercati all’ingrosso. Italmercati esprime preoccupazione per le conseguenze nella vita degli operatori locali, che nelle prossime settimane si estenderanno all’interno settore agroalimentare nazionale e a quello della distribuzione. Il territorio colpito dalla calamità gode di un’indiscussa vocazione alla qualità dei prodotti agroalimentari con oltre 50mila aziende agricole: “Non è ancora possibile stimare il danno reale sull’intera filiera – rende noto Italmercati – ma a livello nazionale ci aspettiamo nelle prossime settimane un vero terremoto nel nostro settore, con un incremento di prezzi e una diminuzione della disponibilità dei prodotti”.
L’alluvione ha distrutto i prodotti di stagione in piena fase di maturazione “per cui vi sarà una generale diminuzione della qualità e della quantità di frutta e verdura solo a partire dalle prossime settimane con un incremento dei costi”. In questi giorni l’aumento dei prezzi di frutta e verdura non è legato all’alluvione in quanto in questo momento la domanda nazionale proviene da altre aree
Aumenti prima dell’alluvione. Per avere un’idea di ciò che si prospetta per le famiglie italiane bisogna considerare gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari ad aprile, prima cioè della devastante inondazione in Emilia Romagna. Assoutenti, dopo aver elaborato i dati dell’Istat, parlava già di aumenti record “non giustificati né dal caro-bollette né dalle quotazioni delle materie prime. La crescita dei prezzi per alimentari e bevande analcoliche si attesta al +12,1% su anno, contro il +13,2% di marzo. Se però si analizza voce per voce l’andamento dei vari beni, si scopre che per alcuni prodotti i rincari continuano a segnare record preoccupanti”.
L’aumento più forte riguarda lo zucchero che, rispetto al 2022, è salito del +54%, seguito dal riso (+39,7%) e dal latte conservato (+30,5%). Formaggi freschi e latticini sono aumentati, complessivamente, del 25% (27,2% i prezzi dei formaggi fusi, 20,5% il latte fresco parzialmente scremato, 19,9% lo yogurt, 19,8% il burro), mentre l’olio d’oliva è rincarato ad aprile del 26,1%. Pane confezionato +22,4%, gelati +22,1%, +17% le uova. Rallentata, invece, la corsa della pasta (+16,1%).
Nel settore dell’ortofrutta, per le patate si spende il 21,2% in più rispetto allo scorso anno, l’insalata costa il 12,9% in più, i cavoli il 12,3% in più, mentre le arance sono rincarate dell’11,5% (+9,2% le banane, +8,6% i pomodori).
Gli aumenti hanno determinato per una famiglia con due figli un aggravio di spesa di circa 920 euro all’anno, rendendo impellente una politica contro l’inflazione per calmierare i prezzi e per combattere i fenomeni speculativi nel passaggio dal campo alla tavola.
Ora è lecito chiedersi: di quale entità saranno gli aumenti dei vari prodotti all’indomani del dramma dell’Emilia Romagna?
Foto: una duna di fango. Da un post di Laura Bonaffini