Il canovaccio è sempre lo stesso. Qualcuno la spara grossissima e dopo un po’ di caos tutto tace. Ultimo in ordine di tempo Federico Mollicone, presidente della 7° Commissione “Cultura, scienza e istruzione”, che ha affermato e ribadito con forza che le sentenze sul 2 Agosto, la strage di Bologna, sono figlie di un teorema contro la destra. Ecco cosa scrive il sito Cantiere Bologna.
di Andrea Femia *
Il canovaccio è sempre lo stesso. Qualcuno la spara così grossa che sembra anche solo assurdo che non cada tutto con un effetto domino immediato. Qualcuno ha addirittura letteralmente sparato, a capodanno, e sembra sia passata una vita, o comunque un tempo sufficientemente ampio perché tutto si chiudesse nel calderone dell’indifferenza. Con il problema gigantesco che l’indifferenza scatta sempre un pelo prima, oramai bastano veramente una manciata di ore e più che l’effetto domino si torna quasi allo status quo ante, come se nulla fosse successo; con la differenza che qualcosa è successa e l’asticella della tolleranza si abbassa ancora.
Il nome in codice di questa missione da Fratellini d’Italia ce lo serve l’attualità su un piatto d’argento. L’Operazione Mollicone prende facilmente il nome da Federico Mollicone, che qualcuno di voi poteva già ricordare per aver deciso di puntare il proprio ferro politico contro nientemeno che Peppa Pig durante la campagna elettorale per le politiche del 2022, quelle dove si poteva pensare ingenuamente che il partito di chi fa la guerra a un maiale cartoon avrebbe dovuto prendere solo schiaffi e pernacchie, e invece loro stravinsero.
Siccome aveva dato ampia dimostrazione di che pasta era fatto, quell’epopea lo impose tra i politici di rilievo del primo partito d’Italia. E tutto questo, come sintesi politica, gli valse l’incarico di presidente della 7° Commissione “Cultura, scienze e istruzione della Camera”. Letteralmente l’individuo che trascinò Peppa Pig in una polemica sul gender. Perché il contesto è fondamentale.
In questi anni, va detto, un po’ avevamo perso le tracce. Facendo una ricerca a ritroso sui social non ha mai smesso di interagire sulle materie che presiede, ma con un mordente decisamente meno decisivo. Lui, che sul social X si definisce “comunicatore, quasi filosofo, creativo”. Non spiega, purtroppo, cosa lo spinga a indugiare sul suo ruolo di filosofo.
Poiché la Commissione che presiede comprende la scienza, ha recentemente affermato «Sul ring di Carini e Khelif non c’era spirito olimpico ma l’ideologia “woke”. Bene ha fatto l’atleta italiana a ritirarsi». Per capirci, il termine Woke è usato dalla destra americana per intendere il dogmatismo intollerante di chiunque non sia aperto alle esigenze delle minoranze. Parlare di ideologia woke implica il credere in un complotto delle persone vicine a queste minoranze (i non bianchi, non etero, etc) per zittire quelli che Vannacci definisce i “normali” e metterli in un angolo. Forse Mollicone pensa che qualcuno voglia limitare la sua libertà e la sua posizione in quanto uomo bianco, eterosessuale.
Questa dichiarazione era del primo agosto, si sentiva che qualcosa stava prendendo una piega diversa, che il soldato aveva scelto di mettere il piede sull’acceleratore. All’improvviso la bomba.
In un’intervista alla Stampa – in redazione probabilmente avevano snasato il possibile guizzo del deputato, magari provato dal forte caldo – Mollicone si è lanciato nel dire pubblicamente a un giornale qualcosa che sarebbe stata quanto meno strana anche se detta in un messaggio vocale privato mandato dalla tazza del cesso. Il nostro eroe ha contestato in maniera netta l’esito dei processi sulla strage del 2 agosto 1980, arrivando a parlare di un teorema costruito appositamente per colpire la destra.
Nelle ultime ore questa cosa è stata rimarcata dallo stesso Mollicone, dicendo che c’è bisogno di una interrogazione parlamentare nella quale verrà chiesto se nello sciame di processi legati al 2 Agosto siano sempre state rispettate le garanzie di accusa e difesa e il cosiddetto “giusto processo”, ribadendosi convinto del fatto che nelle sentenze si sia andati un po’ oltre la realtà giudiziaria.
La cosa terribile è che delle sue ultime dichiarazioni – mentre scrivo sono le 17.40 del 5 agosto 2024 – non ci sono testate di giornali online che diano traccia. Mentre lo scandalo successivo alla sua intervista alla Stampa ha fatto rumore soprattutto per le reazioni veementi di Stefano Bonaccini e di Elly Schlein. Abbastanza per riempire i giornali un giorno e poi lasciare cadere la vicenda. Perché non fa già più notizia. E intanto Mollicone resta lì, a presiedere la Commissione “Cultura, Scienza, Istruzione”.
Dal palco di fronte alla Stazione, il 2 agosto il sindaco Lepore aveva chiesto che della strage se ne scrivesse sui libri di scuola. Che la matrice fascista e l’eversione della P2 entrassero nei libri di testo, così che i ragazzi e le ragazze di questo Paese possano avere un’idea chiara e una conoscenza limpida di ciò che è stato.
Ma intanto Mollicone resta lì, a presiedere la Commissione “Cultura, Scienza, Istruzione”. Come qualche riga fa. Come qualche giorno fa. Come dall’inizio della Legislatura.
Tanti hanno chiesto a Giorgia Meloni di espellere il “quasi filosofo” dal suo partito. Ma quelli sono affari del suo partito del quale sinceramente importa il giusto. La presidenza di una Commissione, però, quella no, dovrebbe essere un fatto che riguarda tutti. Liberatela dal Codice Mollicone.
* consulente digitale Cantiere Bologna