martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

La Torre della Garisenda chiusa in una gabbia, Bologna per anni andrà a piedi

La Torre Garisenda di Bologna – uno dei simboli della città insieme alla vicina Asinelli – è nata pendente (nel 1109) ed è sempre stata soggetta ad oscillazioni, ma dal 20 ottobre un insolito aumento di quest’attività ha fatto scattare l’allarme. È possibile che crolli? si chiedono i tecnici. L’eventualità è rimbalzata perfino sul New York Times, mentre in città è arrivato lo stop al traffico nella zona e si ragiona su cambiamenti che dureranno anni.

La torre pende fin dalla sua costruzione ed ha sempre oscillato, ma l’allarme attuale nasce dal fatto che negli ultimi tempi i monitoraggi hanno segnalato movimenti “anomali” della struttura. Desta preoccupazione, in particolare, una torsione della Garisenda verso l’Asinelli e non verso la chiesa di San Bartolomeo come risultava in precedenza. E’ stato deciso di isolare l’area intorno alla torre, per approfondire rilievi e monitoraggi.

TRAFFICO. La chiusura del tratto di via San Vitale tra l’incrocio con via Zamboni e quello con via Rizzoli, in vigore dal 22 ottobre, impone la deviazione di numerose linee del trasporto urbano. Stop anche al passaggio delle auto e degli altri veicoli. Per i pedoni e i ciclisti (con le bici spinte a mano) l’attraversamento di piazza Ravegnana è consentito solo lungo un corsello largo pochi metri, ma per offrire un’alternativa il Comune ha deciso di pedonalizzare via Castel Tialto.

Per diversi anni, ma un arco temporale definito ancora non c’è, gran parte di piazza Ravegnana e il tratto di via San Vitale che passa sotto la torre saranno area di cantiere: prima per proseguire i rilievi e installare una struttura di protezione per la messa in sicurezza della torre, poi per consentire i lavori veri e propri di restauro. Il Comune di Bologna resta in attesa di una relazione definitiva sullo stato della torre.

LA GABBIA. È la ditta Fagioli di Reggio Emilia, dotata di mega strutture, è incaricaricata di incapsulare la torre. L’azienda è stata protagonista di interventi ad elevata complessità come il raddrizzamento della nave da crociera Costa Concordia dopo il naufragio all’isola del Giglio e la ricostruzione del ponte Morandi a Genova.

La struttura di protezione sarà una gabbia che sarà installata attorno alla Garisenda per contenerla in caso di crollo e in seguito per ospitare il cantiere del restauro: in realtà non sarà gabbia in senso stretto, bensì un cilindro metallico pensato per incapsulare l’intera struttura. La Garisenda dovrà essere curata ricorrendo a siringhe e punture: serviranno a iniettare una speciale malta nel basamento della torre, che si sta degradando, per consolidare così la struttura.

LE POLEMICHE.  Sono subite divampate attorno all’allarme Garisenda, le opposizioni bolognesi accusano il Comune di non aver fatto abbastanza per vigilare sullo stato della torre. La maggioranza, però, replica affermando che la torre è uno degli edifici più monitorati d’Italia.

Del resto, spulciando nelle convenzioni con cui negli anni Comune e Università hanno collaborato per sorvegliare sia la Garisenda che l’Asinelli, spuntano sensori di ogni tipo: laser scanner, pendoli, termo-sonde, estensimetri, inclinometri, assestimetri, piezometri, stazioni meteorologiche, tomografi elettrici, georadar. Da ultimi, i sensori acustici che stanno lavorando in questi giorni al riparo dal rumore del traffico.

La chiusura improvvisa di via San Vitale ha dato nuova linfa al dibattito cittadino sulle Zone a traffico limitato e sulle pedonalizzazioni. Il sindaco Lepore ha sottolineato che bisognerà riorganizzare tutta la mobilità cittadina, prendendosi un mese per elaborare un piano che possa stare in piedi per anni. E poi? L’idea che piace al sindaco prevede un centro storico caratterizzato da un “arcipelago” di isole pedonali e più verde.

Una stima dei costi per i lavori sulla torre ancora non c’è, ma il Governo ha messo subito sul piatto cinque milioni di euro per poi precisare (per bocca del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano) che altrettanto dovranno fare il Comune e la Regione Emilia-Romagna. Il sindaco Lepore ha assicurato che in ogni caso l’amministrazione garantirà tutte le risorse necessarie, anche attivando una campagna di donazioni e l’utilizzo dell’Art bonus: è uno dei compiti affidati al Comitato per il restauro della Garisenda.

LA TORRE. La costruzione iniziò nel 1109, oggi misura 48 metri d’altezza: originariamente arrivava a 60 metri, ma un cedimento del terreno verificatosi durante la sua costruzione cominciò a farla pendere e per questo nel 1355 fu ‘accorciata’, aumentando il divario dalla vicina Asinelli che di metri ne vanta ben 97.

La selenite è la principale imputata. Il territorio bolognese ne è ricco, l’impiego di questo materiale è stato molto diffuso nel capoluogo emiliano e di selenite è composto anche il basamento della Garisenda. “Ha il pregio di essere molto solida ma – ha spiegato il sindaco Lepore- con le alte temperature si trasforma in cristalli e gesso“: circostanza che si è verificata quando, nei secoli passati, proprio sotto la torre erano in funzione fucine e forni.

(in collaborazione con l’Agenzia Dire – www.dire.it)

 

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