Alla conferenza stampa di inizio-fine anno, Giorgia Meloni ha detto di non conoscere l’eventuale ruolo di Musk nel rilascio di Sala: “Se ha avuto un ruolo, non ne sono a conoscenza”. Ma secondo il New York Times, Musk “un mese prima dell’arresto della giornalista aveva avuto un incontro segreto con l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite”. Musk, continua il Nyt, “ha contribuito a garantire il rilascio di Sala contattando l’ambasciatore iraniano presso l’ONU, Amir Saeid Iravani, secondo due funzionari iraniani, uno dei quali è un diplomatico senior del Ministero degli Esteri, entrambi a conoscenza dei termini dello scambio di prigionieri”.
Meloni ha detto in una conferenza stampa la scorsa settimana che il rilascio della Sig.ra Sala è stato il risultato di un “complesso lavoro di triangolazione diplomatica con l’Iran, e ovviamente anche con gli Stati Uniti d’America”. Il suo ufficio e il Ministero degli Esteri italiano hanno rifiutato di commentare l’articolo del New York Times.
Un alto funzionario dell’amministrazione Biden conferma che il governo americano non è stato consultato sui negoziati, non ha ricevuto alcuna informazione in anticipo sui rilasci e ha disapprovato l’accordo. John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, ha affermato che l’accordo è stato “una decisione italiana dalla A alla Z”.
“L’ambiguità – continua il Nyt – evidenzia il ruolo insolito che Musk ha svolto mentre sedeva al fianco del signor Trump, sostenendo i partiti di estrema destra in Europa, mentre continuava a promuovere i suoi interessi commerciali all’estero. L’Italia, ad esempio, sta attualmente esplorando un potenziale accordo con SpaceX. E Meloni è stata una delle alleate europee sempre presenti di Musk, ospitandolo alla conferenza del suo partito nel 2023 e partecipando a un gala con lui lo scorso ottobre”.
“Al momento del viaggio di Meloni a Mar-a-Lago, il compagno di Sala, Daniele Raineri, aveva già cercato l’aiuto di Musk tramite un intermediario, ha detto. In un’intervista Raineri ha detto di aver pensato a lui perché aveva letto che c’era “un canale tra Musk e i diplomatici iraniani, e che Musk lavora anche a stretto contatto con Trump”.
Raineri ha dichiarato di aver inviato un messaggio il 29 dicembre a un esperto informatico italiano e socio del signor Musk per chiedergli se poteva portare il caso Sala all’attenzione del miliardario e chiedere il suo aiuto. L’informatico, Andrea Stroppa, ha dichiarato in un’intervista che Musk accolto la richiesta, ma che non sa se fosse stato coinvolto nel caso.
“A novembre, poche settimane prima dell’arresto di Sala, Musk aveva incontrato per più di un’ora l’ambasciatore iraniano nella sua residenza a Manhattan, per discutere di come allentare le tensioni tra Teheran e Washington”.