sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

L’imprenditore Ravasio ucciso dalla moglie, non da un’auto pirata

Un incidente, un auto pirata che uccide tragicamente un ciclista. Fabio Ravasio, 52 anni, è morto così lo scorso 9 agosto. Stava percorrendo in bicicletta via Vela a Parabiago, nel milanese, quando – poco prima delle 20 – è stato investito da una vettura che ha invaso la sua corsia, per poi fuggire. Ora la verità non è quella che sembrava. C’è stato un colpo di scena che ha fatto luce sulla vicenda: la morte dell’uomo è stata dovuta a un omicidio premeditato. I carabinieri hanno infatti arrestato 6 persone, tra queste anche la compagna del 52enne.

Gli assassini sarebbero persone che facevano parte della cerchia delle amicizie e conoscenze più intime. Tra i 6 finiti in carcere c’è anche la moglie della vittima, la 49enne brasiliana Adilma Pereira Carneiro, e uno dei sette figli avuti da una precedente relazione, oltre al fidanzato di un’altra figlia. Secondo i carabinieri è stata la moglie a ideare il piano omicida per motivi economici: l’eredità.

Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto l’auto, di colore nero, urtare il guard rail e procurarsi ammaccature alla carrozzeria e danni ai fari. Così le forze dell’ordine hanno cominciato ad indagare. La compagnia di Legnano, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, ha visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza e scoperto che l’auto aveva una targa contraffatta. Sono poi riusciti a risalire all’intestatario del mezzo e a scoprire che si trattava di una persona che Ravasio conosceva.

I carabinieri si sono, così, concentrati sulla rete di relazioni della vittima e sono arrivati all’arresto delle sei persone, ora tutte in stato di fermo nel carcere di Busto Arstizio. Gli indagati hanno già confessato il delitto, dando le indicazioni necessarie per il recupero dei veicolo. Era occultato nel garage di uno dei coinvolti. Il movente sarebbe di natura economica: la decisione di uccidere sarebbe arrivata dalla volontà di intascare il patrimonio del 52enne imprenditore nel settore delle spedizioni e della logistica.

Il movente? Un vantaggio patrimoniale, soldi forse case, come hanno spiegato nella Procura della Repubblica di Busto I sei sono accusati di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

 

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