domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

ABBAGLI / L’IA fa licenziare i giornalisti, ma scrive articoli scialbi e “disumani”

(A.G. di professione reporter.eu) La storia vera di Benjamin Miller (non è il suo vero nome), raccontata dal sito della Bbc, illustra bene a che punto ci troviamo oggi con l’Intelligenza artificiale (per comodità, IA). E’ un momento di transizione. In sintesi, si può dire che IA -al momento- sta facendo fuori un bel po’ di posti di lavoro, ma qualcuno ne recupera, sempre però legato al suo utilizzo: IA mantiene alcuni posti di lavoro, per poter funzionare meglio. Quale sarà l’approdo di tutto ciò? L’asservimento di noi essere umani, l’emarginazione totale, la riconquista di certi ruoli (l’abbiamo pur sempre creata noi, IA). Chissà. Le vicende seguenti, che si svolgono negli Stati Uniti, non parlano di mezzi di informazione, ma potrebbero presto avvenire nei mezzi di informazione. Se non è già accaduto.

TAGLIARE I COSTI

Dunque, Benjamin Miller. Thomas Germain nel suo articolo su Bbc racconta che Miller agli inizi del 2023 sta alla grande. Guida un team di oltre 60 scrittori e specialisti in editing, pubblicano post e articoli per promuovere un’azienda tecnologica che confeziona e rivende dati su qualsiasi cosa, dagli immobili alle auto usate. Un giorno il manager di Miller lo chiama e gli comunica che l’azienda vuole introdurre IA. Per tagliare i costi. Un mese dopo, l’azienda ha introdotto un sistema automatizzato: il manager di Miller inserisce il titolo di un articolo, AI genera uno schema basato su quel titolo e Miller riceve un avviso sul suo computer. Invece di elaborare le loro idee, i suoi scrittori creano articoli attorno a quegli schemi e Miller fa una revisione finale, prima di pubblicare.

FORMALE ED ENTUSIASTA

Pochi mesi più tardi, l’azienda avvia la fase due: la versione ChatGPT di AI scrive gli articoli per intero e la maggior parte del team di Miller viene licenziata. Ai pochi rimasti è lasciato un compito particolare: modificare il testo un po’ stereotipato di ChatGPT per farlo “sembrare più umano”. Nell’anno 2024 Miller rimane solo in azienda: ogni giorno apre i documenti scritti dall’Intelligenza artificiale per correggere lo stile del robot, mettere un po’ di “human touch”, fantasia e curiosità: “Per lo più, si tratta di ripulire le cose e di rendere la scrittura meno imbarazzante, eliminando un linguaggio stranamente formale o eccessivamente entusiasta. Era più editing di quello che avevo da fare un tempo con gli scrittori umani. Ho iniziato a sentirmi come se fossi un robot.”

Insomma, cosa succede? A persone come Miller viene chiesto di allearsi con i robot che stanno rubando loro il lavoro, “per dare agli algoritmi un po’ di umanità”: un esercito nascosto, che va perdendo identità, dedicato a far sembrare IA migliore di quanto non sia in realtà.

CINQUE CENTESIMI

Ciò che è accaduto a Miller accade anche -ad esempio- nel campo dei copywriter, coloro che scrivono testi e contenuti per marketing e affari. Anche qui, un nuovo lavoro: aggiustare la scrittura scadente dei robot. La copywriter Catrina Cowart, che lavora a Lexington (Kentucky) spiega a Bbc che si tratta di eliminare eccessi di ” dunque” e “tuttavia”, verificare che IA non inventi le cose, evitare battute ‘usa e getta’. Cowart afferma che l’”umanizzazione” dell’Intelligenza artificiale spesso richiede più tempo che scrivere un pezzo da zero, ma la paga è peggiore: ”Sulle piattaforme in cui trovi questo lavoro, quando scrivi di solito il massimo è di circa 10 centesimi di dollaro (9,3 centesimi di euro) a parola. Ma quando fai l’editing ad AI in genere ottieni solo da uno a cinque centesimi di dollaro a parola”.

C’è un altro aspetto. Google ha lasciato intendere -generando panico- che rimuoverà dalle sue pagine contenuti generati da IA, se di livello scarso. Di conseguenza, vengono sempre più usati software per rilevare l’uso di IA nei testi. Per cui il nuovo lavoro deve conferire “human touch” ai testi automatici e deve allo stesso tempo riuscire ad evitare il “rilevatore di Intelligenza artificiale”. Per complicare le cose, i rilevatori vengono continuamente aggiornati e quindi i criteri di rilevazione continuamente cambiano.

INCONTRO INASPETTATO

Torniamo al nostro Benjamin Miller. Il suo compito nell’umanizzare l’intelligenza artificiale finisce bruscamente. Dopo mesi di editing ripetitivo, viene chiamato per un incontro inaspettato. Il 5 aprile 2024, lo stesso giorno in cui uno storico terremoto scuote New York, sua città natale, viene licenziato. Tuttavia, dopo un po’ trova una nuova opportunità presso Undetectable AI, società tecnologica che crea software per rendere più difficile identificare la scrittura fatta da AI. In altre parole, Miller ora aiuta un’azienda che utilizza AI per svolgere il lavoro a cui è stato costretto dopo che IA ha preso il suo posto.

Transizione, dicevamo all’inizio. Tutte queste situazioni, se IA diventerà sempre più efficace, lasceranno il posto ad altre. I media, vecchi e nuovi, sono avvisati.

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